LAVIS. È stato al Cinema “Italia” di largo Garibaldi (l’attuale piazza Manci) che i lavisani di allora assaporarono le prime delizie tecniche della cinematografia nostrana e del sonoro, cioè del cinema parlato, una vera novità in quei tempi, arrivata a Lavis quasi in contemporanea con le sale della città di Trento.
Si ristrutturò quindi la sala (quella che oggi ospita il bar e parte della sala da pranzo dell’attigua pizzeria), levata un parete divisoria e poi creata una trave nel soffitto per sostenere i piani sovrastanti. Vennero poi sistemate in sala un centinaio circa di poltroncine in tutto e realizzata all’esterno anche la cabina di proiezione, praticamente dove oggi c’è la vetrina dei gelati verso la piazza e di fronte al tabacchino dei Nardelli.
La gestione della Casagrande andò avanti per circa un anno, tra alti e bassi, poi tutto passò in mano ai proprietari dell’Albergo Corona, Riccardo Proner, la moglie Ida Gennari e i figli, dei quali era rimasto fino all’ultimo sulla breccia il pimpante e simpatico Emiliano.
Per noi fu una vera e propria ecatombe in quanto a presenze di spettatori, il pubblico lavisano – malgrado gli anni non proprio da boom economico – andava piuttosto volentieri a Trento per vedere e perlopiù sentire la vera novità con gli attori che parlavano in diretta.
La famiglia dei Proner corse però subito ai ripari e decise immediatamente di far applicare al proiettore muto in cabina, la famosa e allora reclamizzata testa sonora universale brevettata “Ultravox” (nella foto), quella della Pio Pion di Milano1.
La spesa – sempre secondo quanto ci aveva confermato a suo tempo Emiliano – si aggirava intorno alle 6/7 mila lire di allora naturalmente escluso il montaggio. Per far fronte a quella spesa così improvvisa ma sicuramente necessaria per la sopravvivenza della sala cinema di famiglia, venne deciso di impegnare una parte del terreno di proprietà, quello in località “Fratte” detta delle “Fontanelle”, proprio sopra Lavis e il Pristol.
Si iniziò con titoli roboanti e anche di carattere musical-canoro come “Il tuo nome è donna”, poi con “La grande Parata” e anche con i capolavori italiani sonori di allora e i drammoni strappalacrime tipo “Il fabbro del Convento”, “La leggenda del Piave”, “Scuola d’eroi”, eccetera…
Arrivarono uno dietro l’altro anche i primi film con Alida Valli giovanissima ragazzina, quelli musicali e cantati con Beniamino Gigli e all’Italia si proiettò finalmente anche il tanto atteso “Ben Hur“, seguito da un’altro colosso di allora il primo e unico “King Kong” il fortunato capostipite di quella famosa saga.
Quest’ultimo titolo restò in proiezione all’Italia di Lavis per una settimana intera, con il pienone sempre garantito di oltre cento spettatori a proiezione!
Negli ultimi anni della gestione dei Proner arrivarono anche le sanzioni economiche internazionali, adottate dalla Società delle Nazioni nei confronti dell’intera nazione Italia2.
Perciò non arrivavano più i film americani e stranieri in generale, esisteva il monopolio dell’Enic (Ente Nazionale Industrie Cinematografiche), erano obbligatori i CineGiornali “Luce” insieme a qualsiasi film, c’era poi anche l’Unione Film Tedesca e parecchi film lungometraggi russi di importazione diretta si potevano trovare in distribuzione persino a Trento.
Tra le poche carte rimaste in casa, i numerosi lavori e interventi all’Albergo vero e proprio avevano cancellato e distrutto gli storici registri insieme ai famosi “borderaux” della Siae con tutte le programmazioni fatte, qualcosa era però rimasto ancora come ricordo indelebile di quell’epoca favolosa e fantastica del cinema “Italia”.
Come l’interessante avviso su carta intestata “Riccardo Proner ristorante-bar-albergo Corona” di una comunicazione di servizio indirizzata “all’Onorevole Municipio di Lavis” il 6 gennaio del 1935. Si leggeva testualmente:
“Partecipo che oggi 6 gennaio in questo cinema Italia si proietterà il film “L’Isola della Morte”.
Cordialmente,
firmato Proner
Interessante anche un’altro documento, un vero e proprio sollecito della Regia Questura di Trento che in data 20 marzo 1935 invitava il Podestà di Lavis a farsi da tramite presso la gestione Proner del Cinema Italia, affiché trasmetta “a giro di posta” un vaglia suppletivo di “Lire Una” per i sopravvenuti aumenti delle tasse da bollo sulla licenza per le sale cinematografiche.
Arrivarono intanto anche i venti di guerra a Lavis, l’ex sala cinema si trasformò per un breve periodo in “Dopolavoro” con teatro, musica, balli e riunioni anche politiche, poi la trasformazione definitiva in bar e annessa sala da pranzo. La licenza del Cinema Italia – ci aveva confermato più volte l’Emiliano Proner – venne ceduta alla parrocchia lavisana e questo durante un’animata partita a carte con l’allora arciprete-decano don Celestino Brigà, abitudinario giocatore a scopa, briscola e tresette, nei suoi momenti liberi della giornata e proprio all’Albergo Corona.
Subito dopo la fine della guerra – era il 1946 – si attrezzò la sala del Teatro Ricreatorio Parrocchiale dell’allora via Carmine e iniziarono le proiezioni del “Nuovo Cinema Paradiso” lavisano come lo avrebbe chiamato sicuramente il regista Giuseppe Tornatore!
Ma questa è senz’altro un’altra storia …
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