LAVIS. La storia de ilMulo.it è cominciata alcuni anni fa. Allora non sapevamo come si sarebbe chiamato né che cosa sarebbe diventato.
Era da un po’ che, in qualità di Presidente dell’Associazione Culturale Lavisana, pensavo ad un mezzo per ordinare e rendere fruibile a più persone parte del materiale raccolto e delle ricerche fatte nel corso degli anni dai soci. Spesso al termine di conferenze o degli incontri pubblici organizzati dall’Associazione era arrivato il suggerimento di pubblicare o mettere online quanto esposto.
La cosa mi sembrava molto interessante e il mio primo pensiero è stato quello di implementare il sito dell’Associazione: creare delle sezioni dove raccogliere le relazioni, gli articoli di giornale, tutto il materiale fotografico e tutte le notizie storiche raccolte.
Poi, un giorno, ripensando a questo progetto, il nostro direttore, Daniele Erler, ha esordito con la frase che sta alla base delle idee che sono destinate a stravolgere il quieto scorrere degli eventi: “Senti, ma se invece…”. La sua visione era più articolata e ambiziosa… e da qui siamo partiti.
In quel periodo Daniele Erler stava frequentando la scuola di giornalismo a Urbino ed ogni volta che rientrava a Trento portava con sé un bagaglio di idee, spunti e soluzioni apprese frequentando alcuni fra i più quotati giornalisti e professionisti italiani del settore. Senti, ma se invece…
…se invece che implementare il sito noi pensassimo anche a un periodico on-line dove pubblicare articoli di storia locale, curiosità e qualche notizia di cronaca? Le nuove forme di comunicazione permettono anche di veicolare le informazioni attraverso brevi filmati, permettono una ricerca veloce per argomenti, permettono una diffusione più ampia e più facile attraverso gli smartphone e i tablet.
L’idea ci è piaciuta e abbiamo cominciato a lavorarci. All’inizio in maniera blanda, raccogliendo le idee e fantasticando sul progetto, ma poi andando sempre più sul concreto, pensando a come organizzare le sezioni e facendo le prime prove pratiche. Altro passo fondamentale è stata la ricerca dei collaboratori (primo fra tutti Giovanni Rossi, memoria storica di Lavis), che con entusiasmo pari al nostro hanno deciso di aderire al progetto.
L’idea era quella di raccontare la nostra comunità ma non solo e per questo abbiamo cercato di alzare lo sguardo cercando approfondimenti e collaborazioni anche fuori dai dai nostri confini locali.
Da lì in poi la strada era in discesa e tutto è venuto in maniera naturale andando ad aggiungersi e ad incastrarsi sull’impianto iniziale. Tutto o quasi. Ci sono stati anche alcuni momenti di difficoltà come lo svolgimento di tutti gli adempimenti burocratici necessari per aprire una testata giornalistica registrata e quello che si è rivelato come il passaggio più complesso, delicato e difficile… la scelta del nome.
Ma questa è un’altra storia, che se volete potete leggere.
Ben arrivato MULO.
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