TRENTO. «Il fenomeno, i fenomeni». È questo il tema scelto per il secondo Festival dello Sport, in programma a Trento dal 10 al 13 ottobre, dopo il successo della prima edizione dell’anno scorso. In quei giorni, il capoluogo si trasformerà, accogliendo i campioni del presente e del passato. Con interviste, dibattiti, tavole rotonde e workshop.
«”Fenomeno e fenomeni” sono due sostantivi che fanno sognare perché vengono assegnati solitamente a personaggi straordinari del mondo dello sport, uomini e donne fuori dal comune – spiega Gianni Valenti, direttore scientifico del Festival –. Non si tratta solo di campioni, questi sono fuoriclasse che nel proprio Dna possiedono qualcosa in più. Quel pizzico di genio e a volte di follia che li rende iconici, avvolti da un fascino particolare. Quasi irraggiungibili nella loro grandezza».
È la parte più epica dello sport: quella fatta di storie e di gesta. E non per forza ci si vuole riferire solo a quelle che stanno più spesso sotto i riflettori. «Ci sono fenomeni molto spesso in vetrina sulle piattaforme di informazione – continua Valenti – ma anche fenomeni di nicchia, seguiti passo passo da un popolo di fedelissimi che meritano di essere raccontati al grande pubblico tanti sono i valori e la forza che riescono a trasmettere».
«Ma il fenomeno, al singolare – spiega – può essere anche una squadra che ha cambiato il corso della storia per il gioco innovativo che ha saputo esprimere o per la striscia di vittorie che è riuscita a mettere a segno. Oppure ancora una grande Nazionale che compatta e catalizza l’interesse di un Paese intero come nessun altra cosa è in grado di fare. Senza parlare poi delle grandi manifestazioni internazionali segnate in rosso sul calendario dello sport per la loro capacità di attrarre interesse e partecipazione, non solo emotiva». Tutti ingredienti che saranno chiariti a mano a mano che si scoprirà il programma del Festival.
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