MEZZOLOMBARDO. L’associazione Castelli del Trentino ha organizzato a Mezzolombardo un ciclo di incontri culturali. La serata di giovedì 7 febbraio, alle 20.30 in sala Spaur è dedicata all’arte, in particolare a monumenti e statue, ma non quelle che troviamo dentro a musei bensì all’aperto.
Stiamo parlando dell’arte funeraria che troviamo nei camposanti e che spesso gareggia per bellezza con le opere degli artisti delle raccolte d’arte al chiuso. Ecco che questi luoghi assumono la definizione di cimitero monumentale perché al loro interno la presenza di monumenti e statue diventa molto spesso una concreta testimonianze storica e artistica degli ultimi secoli delle città che li ospitano.
Alcuni di essi come quello di Firenze, di Milano, Napoli o Verona, per non parlare di quelli all’estero fra i quali notissimi sono quello di Pere Lachaise di Parigi o il Cimitero ebraico di Praga o ancora il Westwood Village Memoriale Park di Los Angeles negli Stati Uniti attivano una frequentazione che esce dai consueti momenti e cioè quelli della partecipazione ai funerali o di visita ai propri cari, amici o parenti.
Visitando questi luoghi molto spesso si possono scoprire monumenti funebri che testimoniano la grandezza degli uomini e delle donne che hanno fatto la storia e che talvolta sono stati sepolti con onori che oggi nessuno più ricorda.
A guidare il pubblico a conoscere gli artisti trentini presenti nell’arte funeraria presente in alcune realtà della provincia, sarà Giulia Mori giovane storica dell’arte, che lavora alla Biblioteca Civica di Rovereto e che ha già fatto la guida ad esempio al cimitero di Trento
Sull’argomento dice che «Il cimitero è certo un luogo di dolore, ma anche di memoria collettiva. E spesso davaniti a noi abbiamo un vero museo a cielo aperto».
Molte volte queste opere sono state commissionate con finalità sia di ricordo del defunto sia di muto messaggio sociale o politico ai vivi che li avrebbero visti. La relatrice farà anche un inquadramento storico riguardo la loro ubicazione lontano dai centri abitati per motivi sanitari e ciò in base ad una legge di Napoleone degli inizi dell’ottocento.
La Mori è l’autrice del saggio inserito all’interno della recente prestigiosa pubblicazione voluta dall’amministrazione comunale di Mezzolombardo sulla Chiesa di San Piero in colle, presentata al pubblico lo scorso dicembre ed ora in distribuzione ai capifamiglia.
Il suo contributo letterario ha illustrato numerose sculture, per la precisione una quarantina, opera di famosi artisti trentini fra i quali lo scultore di Trento Eraldo Fozzer, il roveretano Carlo Fait, il non meno noto Davide Filippi di Faedo nonchè Ermete Bonapace, artista nato a Mezzolombardo nato il 1887, studente a Vienna e all’Accademia albertina di Torino, internato in Siberia nel 1913 e autore del monumento dedicato ai Caduti di Mezzolombardo, opera inaugurata il 14 novembre 1926, e che qualche anno fa rischiò di essere rimossa per motivi politici.
Un viaggio dunque dentro storia e scultura per onorare, come dice il titolo del capitolo scritto da Giulia Mori “il padre e la madre” e conoscere da vicino ed apprezzare queste forti testimonianze a memoria di chi ci ha preceduto.
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