La storia della ferrovia elettrica della Trento-Malé e di come ha cambiato Lavis

Un tempo i binari attraversavano il centro, adesso sono sotto terra. Nel frattempo sono state costruite tre diverse stazioni, ad accompagnare la crescita costante del paese

LAVIS. La fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento furono caratterizzati da un ciclo economico estremamente positivo per i paesi del vecchio continente. Alla grande depressione1 che si protrasse fino all’ultimo decennio dell’Ottocento seguì un periodo estremamente felice dal punto di vista economico e culturale.

Lo sviluppo economico


1.In questa fase, conosciuta come bella epoque, notevoli furono i progressi della tecnica e della scienza che ebbero come conseguenza un notevole miglioramento delle condizioni generali di vita. In questo clima di ottimismo trovarono terreno fertile nuove esperienze artistiche e culturali basate sulla consapevolezza che il nuovo secolo sarebbe stato un’epoca di pace, benessere e prosperità.

L’intenso sviluppo economico proprio degli anni della bella epoque interessò anche regioni, come il Trentino, che erano stati caratterizzati fino a quel momento da una prevalente arretratezza e da uno scarso dinamismo.

L’industria idroelettrica


2.Uno dei fattori che contribuì in maniera determinante a creare delle fondate speranze in una crescita economica senza precedenti in Trentino fu l’importanza che assunsero, verso la fine dell’Ottocento, l’elettricità e le sue molteplici applicazioni industriali.

Il Trentino non disponeva di alcuna fonte di energia classica e questo era stato un grosso limite al suo sviluppo industriale. Data però la sua conformazione idrogeologica era in una posizione privilegiata per cogliere in pieno le opportunità che la nascente industria idroelettrica poteva offrire.

Nel 1890 Trento era l’unica città dell’impero dotata di un impianto idroelettrico per l’illuminazione pubblica e privata e per un modesto uso industriale. Nel 1899 in Trentino erano attivi 37 elettromotori per una forza complessiva di 229 hp mentre alla vigilia della prima guerra mondiale si potevano contare 50 centrali idroelettriche e 27.600 hp installati.


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Costruire il decollo


3.Altro settore del secondario particolarmente vivace in quegli anni fu l’industria delle costruzioni, intesa sia come edilizia abitativa sia come costruzione di infrastrutture, in special modo ferrovie e strade. Nei primi anni del Novecento si misero in campo diverse iniziative pubbliche che volevano preparare le infrastrutture necessarie al decollo economico del paese.

Da questo punto di vista si dimostrò d’importanza fondamentale l’opera del podestà di Trento, Paolo Oss Mazzurana2, che non solo volle fortemente collegare Trento con le vallate periferiche, ma sostenne anche tutta una serie di iniziative atte a preparare le basi per un successivo sviluppo agricolo, commerciale e industriale del capoluogo e delle vallate circostanti.

Nel 1891 fu portata a compimento la ferrovia Riva-Arco-Mori. Nel 1896 fu inaugurato il tronco austriaco della Valsugana mentre nel 1910 venne completato anche quello italiano. Molti altri progetti, per vari motivi restarono solo sulla carta fra i quali la ferrovia Lavis-Cavalese-Predazzo-Moena.

Arriva la Trento-Malé


4.In questo contesto si colloca la realizzazione di una fra le più importanti opere di collegamento, la ferrovia elettrica Trento-Malè che venne inaugurata il 10 ottobre del 1909.

Fin dalla sua realizzazione la ferrovia ha avuto un forte impatto sui paesi che ha attraversato e in modo particolare su Lavis, dove le opportunità di un tempo, a causa dello sviluppo demografico e urbano della borgata, si sono trasformate in disagi che sono stati superati solo recentemente.

In origine la linea ferroviaria attraversava il centro storico del paese giungendovi attraverso l’unico ponte presente sull’Avisio, quello di ferro nei pressi di San Lazzaro (il ponte dei Vodi risale infatti al 1856 mentre più recente ancora è il ponte San Giovanni Bosco progettato nel 1934).

Il tracciato originario girava a semicerchio (per ridurre le pendenze) dietro le prime case a nord del Borgo e ritornava su via 4 Novembre davanti al palazzo Benemà-Sette. Proseguiva quindi fino a raggiungere “piazza del tram” (ora da tutti chiamata “piazza del mercato”).

Il percorso in centro


5.In piazza c’era la stazione e si poteva trovare l’Albergo Ristorante al Tram, di proprietà del Signor Teodoro Nicolodi. Questi, stando agli archivi del comune, ottenne il permesso di fabbrica nel marzo del 1909 per adeguare l’immobile ad albergo ristorante.

Il tragitto poi proseguiva girando intorno al vecchio macello (attuale biblioteca), via Zanella, via Matteotti (allora via Grazioli), arrivava in prossimità della piazza, dove nel 1912 verrà eretto il monumento a don Grazioli, per prendere via Clementi e quindi uscire dal centro abitato.

Sono i primi anni del Novecento e per molte persone questo rappresentava l’unico mezzo di trasporto disponibile. Era quindi fondamentale il transito lungo le vie del centro.

Fuori dal centro


6.Questo tragitto restò di fatto immutato fino al 1956 quando venne costruita la nuova linea ferroviaria a ridosso della statale del Brennero. Non aveva più senso transitare in mezzo al paese congestionandolo ulteriormente. Il trasporto su automobile cominciava ad avere un certo peso ed era più logico pensare ad una linea che lambisse il paese invece di attraversarlo.

Il nuovo tracciato escluse tutto il centro abitato di Lavis. L’Avisio veniva attraversato su un nuovo ponte costruito qualche metro a valle rispetto al ponte stradale San Giovanni Bosco e la nuova stazione venne costruita all’inizio di via del Carmine.

Nel 1958 transitò l’ultimo treno lungo il vecchio percorso. Molti ricordano il passaggio di un convoglio particolare nel centro del paese. Sul tram di passaggio vennero infatti caricate le rotaie e tutto il materiale recuperabile. Successivamente venne smantellata anche la linea elettrica aerea del paese.


Un’altra stazione


7.Il nuovo tracciato restò funzionale per decenni, finché lo sviluppo demografico e urbano del paese di Lavis ha reso necessario un nuovo studio e una nuova riorganizzazione dello spazio.

La ferrovia elettrica Trento-Malè di fatto tagliava in due il paese che si era fortemente sviluppato verso ovest e i suoi passaggi a livello in superficie rendevano lenti e difficoltosi gli spostamenti fra il centro e le nuove aree urbane e l’importante zona industriale.

La soluzione a tutti questi problemi è stata trovata solo in tempi recenti con l’interramento del tracciato e l’inaugurazione, nel 2018, di una nuova stazione più funzionale e più facilmente raggiungibile dai numerosi viaggiatori.

La nuova stazione

Bibliografia

  • Andrea Brugnara, I luoghi dell’arte e della storia nel Comune di Lavis, Lavis, 2006
  • Andrea Leonardi, Depressione e risorgimento economico del Trentino: 1866-1914, Trento, 1976
  • Albino Casetti, Storia di Lavis Giurisdizione di Königsberg-Montereale, Trento, 1981

 

Note

  1. Con il termine grande depressione si fa riferimento alla grande crisi che interessò in modo particolare i paesi dell’impero austroungarico nella seconda metà dell’Ottocento. L’inizio di tale crisi viene identificato con il venerdì nero della borsa di Vienna il 9 maggio del 1873. Il crollo della borsa mise in evidenza come negli anni precedenti si fossero privilegiati gli investimenti rispetto ai consumi lasciando ampio spazio agli affari speculativi e creando quindi una bolla finanziaria. In seguito al crollo della borsa fallirono numerose imprese e banche che erano sorte negli anni, se non addirittura nei mesi immediatamente precedenti. Il clima di sfiducia si allargò ben presto oltre i confini dell’impero e andò a colpire tutti i settori produttivi. Vi fu un generale calo della domanda ed un crollo dei prezzi che ebbero come conseguenza forti tensioni sul mercato del lavoro e una forte deflazione. Dalla grande depressione si uscì molto lentamente e solamente verso il 1895 si può considerare concluso questo ciclo negativo.
  2. Paolo Oss Mazzurana fu podestà di Trento dal 1872 al 1873 e dal 1884 al 1895.

Nato a Trento nel 1972, laureato in Economia Politica all'Università degli studi di Trento. Impiegato commerciale è appassionato di economia e di storia. Attualmente è vicepresidente dell'Associazione Culturale Lavisana.

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