Le storie

La rivincita della bicicletta: così può diventare una risorsa per il Trentino

TRENTO. L’avevamo abbandonata per le due ruote e poi per le quattro: vecchi filmati in bianco e nero ci ricordano l’Italia in Vespa/Lambretta e in “600”, ma ora la bicicletta si sta riprendendo la sua rivincita, in città, in montagna, lungo i percorsi di fondovalle.

Nelle città la bicicletta è più veloce delle auto, la cui velocità media – a causa del traffico – varia fra i 7 e i 14 km orari, al pari delle carrozze a cavalli dei secoli scorsi. Per non parlare dei problemi dell’inquinamento e della sosta! Ma la sorpresa è la bici “fuori città”: il ciclo escursionismo e il ciclo turismo. Ora poi, con l’innalzamento dell’età media della popolazione e l’avvento delle E-bike, il fenomeno sta esplodendo. Entriamo quindi in qualche dettaglio.

Il ciclo-escursionismo


Il ciclo escursionismo è il turismo a pedali al di fuori delle consuete piste ciclabili di fondovalle. Il termine escursione ci richiama la gita in montagna, e così è: senza inquinare, senza vietare, bensì “regolamentando”, come fa fatto l’Austria che con il suo Tirol Bike Safari ha messo in rete oltre 700 km di discese su sentieri montani assistiti dalla risalita con ben 17 funivie.

Per la risalita si possono acquistare biglietti giornalieri o plurigiornalieri, lungo i percorsi è garantita ogni tipo di assistenza e di servizi. In altre parole: l’Austria ha valorizzato un nuovo prodotto turistico: i suoi “dislivelli estivi”.

La bicicletta è infatti anche destagionalizzazione (in questo caso della stagione sciistica). In Italia il CAI Centrale ha pubblicato diversi quaderni di ciclo escursionismo, tutti reperibili in internet. In Trentino esistono alcune iniziative del genere in singole valli, ma manca la messa in rete delle varie proposte, manca la presa di coscienza del valore del nostro prodotto turistico “dislivello estivo”, soprattutto a sostegno della destagionalizzazione della stagione sciistica che le bizze del clima rendono talvolta precaria.

Il ciclo-turismo


Il cicloturismo non si arrampica sui dislivelli, bensì pedala lungo le ciclabili di fondo valle le quali – tuttavia – qualche salitella non te la negano mai. La nostra regione è già molto ben dotata di alcune centinaia di chilometri di piste ciclabili: il passo ulteriore da compiere è il completamento della connessione fra le singole tratte, l’adozione di una segnaletica migliore e uniforme, la regolamentazione e il controllo della circolazione lungo le piste ciclopedonali e soprattutto il marketing del prodotto nei confronti dei turisti italiani e stranieri che utilizzano le nostre piste ciclabili rispettivamente soprattutto in primavera e autunno (gli italiani) e in estate (gli stranieri, soprattutto tedeschi).

La Germania è la nazione più pedalatrice in assoluto e per il 50% predilige la nostra regione con una spesa complessiva di 211 milioni di euro ogni estate. Altri 211 milioni vengono spesi dai tedeschi a pedali nel resto dell’Italia.

Le piste ciclabili


La pista ciclabile della Valle dell’Adige è una delle due colonne portanti del sistema (l’altra è il sistema delle piste dell’Altogarda Trentino). Dalla Valle dell’Adige si devono completare i collegamenti verso la Valsugana e le Valli dei Laghi e si potrebbe dotare il sistema di una risalita funiviaria verso il Monte Bondone, così come il ripristino della seggiovia da Zambana Vecchia a Fai.

In tal modo si salderebbe il ciclo escursionismo al ciclo turismo, cosa oggi agevolata dalla fortissima espansione delle E-bike, biciclette a pedalata assistita che ampliano la platea degli utenti verso età più avanzate (e più disponibili a spendere!), e allungano i percorsi medi giornalieri.

Le biciclette elettriche


Le E-bike, una sorpresa! Ce ne sono di tutti i tipi: le più semplici per fare la spesa in città; quelle da cicloturismo; quelle da ciclo escursionismo (le mtb-mountain bike). Pesano circa 25 kg e hanno un’autonomia che supera i 150 km (in pianura). Nessun problema per la loro ricarica in qualsiasi bar lungo il percorso.

Esse consentono di continuare a effettuare percorsi importanti a chi non potrebbe più farlo, per età o altro. Ampliano la platea dei pedalatori con chi pedalatore non sarebbe mai diventato. Infine sono utilizzate in modo sportivo da chi, utilizzando al minimo l’aiuto elettrico, fa ugualmente “girare” a tutta birra la propria muscolatura: in Val Venosta sono addirittura già state organizzare gare sportive con le E-bike.

Per tutte le tasche


Le E-bike sono costose? Certo, costano un po’, diciamo da 1500 euro in su. Però per esempio nel gruppo di Fiab Trento – l’associazione degli amici della bicicletta – ci sono persone che prendono parte alle escursioni con biciclette da città, dotate di ottimi cambi, il cui costo non supera i 300 euro. Biciclette per tutte le tasche, dunque!

Quanto si fermano in regione i cicloturisti? Da studi della Provincia e della Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta), risulta che il 72% di loro si ferma da tre a sette notti; che il 25% di loro è stanziale e compie pedalate con percorsi a raggera e il 75% viaggia su percorsi lineari.

L’auspicio ora è che alla bicicletta – in ogni suo aspetto – sia data la centralità che merita per i vantaggi che il suo utilizzo porta all’economia, all’ambiente e soprattutto alla salute di chi se ne avvale.

Riccardo Lucatti

Classe 1944, già dirigente FIAB Trento, pedalatore su bici da città, da strada (corsa), mtb e E-bike, per circa 5000 km all’anno. Pubblica le sue storie su Trentoblog

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