LAVIS. E’ più che giusto il ricordo, anche se sono passati quasi due mesi dalla sua scomparsa, del lavisano doc Adolfo Toller, grande oratoriano negli anni 30/40, poi educatore e docente di spicco, ma anche uomo di teatro con la “T” maiuscola, anche se vissuto nei ranghi amatoriali e oratoriani.
In quell’occasione con Adolfo avevamo parlato “de stì ani” e delle solite rimembranze oratoriane con i suoi exploit teatrali indimenticabili e incancellabili. Prima di tutto della recita, ripresa più volte e con teatro sempre esaurito, del famoso “Il Cardinale”, opera storica, impegnata e anche sofferta da tutta la Compagnia “La Vetta”, che aveva proprio in Adolfo il suo primo personaggio-attore più importante di tutti quanti.
Altri lavori poi, sempre con Adolfo primo attore o comunque in parti importanti e incisive, sono stati: Scugnizzo, El vecio Avaro, Il principe della Selva Nera, Flavianus (dramma in ben 5 atti sulla storia di Roma), L’orfanello della Svizzera, Al buio si brancola, Toni set o no set trentin (scritta da Italo Varner per la fine della guerra), La biondina dagli occhi celesti, Addio Palmira (in questa era invece il fratello di Adolfo, Gustavo, il personaggio più importante della storia), e tanti altri lavori indimenticabili.
Una passione imparata dal padre e condivisa quindi, sia da Adolfo e poi dai fratelli Gustavo e Arrigo, quest’ultimo oltre che bravissimo, impegnato e insuperabile suggeritore di scena e factotum-segretario della Compagnia la “Vetta”, aveva anche scritto alcune commedie e atti unici, tutti naturalmente con la “prima” sempre tenuta e replicata nel teatro del Ricreatorio lavisano.
Erano gli 8 baldi giovani, grandissimi amici oratoriani e oltre ad Adolfo Toller, c’erano allora Enrico Nichelatti (detto “el vecio” fondatore e presidente) poi Italo Varner, Tulio Gasperi, Lino Rigotti, Arcadio de Zordo, Armando Faiferri e Olivo Bertolini.
Era scritto completamente a mano, i primi numeri, poi con la macchina da scrivere gli altri, corredato da storielle, articoli, poesie, disegni e qualche foto-cartolina, direttore era naturalmente il “vecio” Enrico!
Fino al 1951 visse poi a Lavis in via Matteotti, quasi di fronte all’Albergo Corona, insieme alla mamma e ai fratelli Arrigo e Gustavo. Conseguito il diploma di maestro elementare la prima docenza fu a Faedo e poi ovviamente anche a Lavis nel palazzo scolastico storico “don Grazioli”.
Nel frattempo arriva anche la laurea in pedagogia all’Università di Genova, quando Adolfo ritornava da Genova percorreva sempre a piedi la tratta da Trento a Vigo Meano, appassionato podista per forza… Nel 1961 andò a insegnare alle Scuole Medie di Trento e si trasferisce con la famiglia a San Donà.
Nell’agosto 1981 il grandissimo dolore per la perdita della cara sposa Annamaria e dal 1987 è poi andato in meritata pensione, rimanendo però a Varone fino alla sua dipartita, avvenuta appunto lo scorso 30 gennaio. Ha lasciato le tre figlie Donatella, Maria Luisa e Irene, il figlio Giovanni e tutta la sua già numerosa discendenza, nonno di 8 nipoti e bisnonno di ben 10 pronipoti.
Era stata sua allieva di studio la Lucia Coppola e ha scritto di lui ricordando le sue doti, questo uno stralcio del suo ricordo finale: «mi piacerebbe che i suoi cari sapessero che tanti anni fa una ragazzina sperduta poté beneficiare del privilegio di averlo avuto come educatore, che non lo ha mai dimenticato e gliene sarà per sempre grata…»!
Anche Lavis non dimenticherà certamente mai il “Cardinale Adolfo Toller” (così era chiamato dagli amici filodrammatici e dai suoi fans lavisani di un tempo), il suo grande lavoro e il suo impegno per l’Oratorio, per il teatro di allora, per la scuola e per tutta la Comunità insieme… Grazie di tutto Adolfo!
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