“Ecco perché siamo scesi in piazza per il clima”: le parole di una ragazza di 15 anni di Lavis

«Mi sono sentita orgogliosa di questa generazione». Margherita ci racconta cosa l’ha spinta a manifestare e perché tanti suoi coetanei hanno deciso di lottare per l’ambiente

La marcia per il clima a Trento

LAVIS. Margherita Pilati Delucca, 15 anni di Lavis, frequenta il Liceo Artistico Vittoria di Trento e venerdì 15 marzo ha partecipato alla marcia globale per il clima di Trento. Margherita ha scritto per noi questa riflessione sulla sua partecipazione all’evento.


“Sciopero della scuola per il clima” lo slogan che ha accompagnato Greta Thunberg ogni giorno in cui è rimasta seduta fuori dal parlamento svedese dal 20 agosto fino alle elezioni legislative del 9 settembre 2018.

Immagino che i primi giorni la gente pensasse la solita cosa: che fosse un modo comodo per saltare la scuola. Io stessa ho sentito persone commentare dicendo che dovrebbe invece andare a lezione, imparare scienze e biologia e aiutare il mondo dando il suo contributo in questo campo.

Margherita durante la manifestazione

Un futuro migliore

Ma nel dire questo le persone dovrebbero tenere a mente una cosa: non possono organizzare al posto nostro un futuro che non abbiamo. Perchè è questa la verità. Non possiamo sperare in un futuro migliore chiudendo gli occhi e costruendolo nella nostra mente. Dobbiamo guardarci intorno, svegliarci e capire che dobbiamo smetterla di commettere sempre gli stessi errori.

Guardiamo al presente. Noi siamo qui, ora, con il mondo nelle nostre mani. Dobbiamo capire che non possiamo aspettare che siano i leader mondiali a risolvere questa situazione. Da troppo tempo stiamo passivi di fronte ai cambiamenti climatici. Nessuno ne parla, e non basta dire ogni tanto: «non esistono più le mezze stagioni» per rendersi conto del problema.

In cerca di cambiamento

Greta non ha accettato tutto questo. Come me, ha solo 15 anni. Ha deciso che a lei non andava bene che le persone giocassero con il suo futuro. Ha preso la sua vita in mano e ha cominciato a chiedere un cambiamento.

Da quel 20 agosto in cui per la prima volta si è seduta davanti al parlamento sono passati più di sei mesi e con questo gesto ha creato un vero e proprio movimento globale che ha dato vita alla prima grande marcia per il clima.

Un’affluenza inaspettata

La mattina di venerdì 15 marzo mi ero fatta una mezza idea di come sarebbe andata. In generale non era la prima manifestazione a cui partecipavo per cui, sapendo che comunque era stata abbastanza pubblicizzata, mi aspettavo un’affluenza di qualche centinaio di persone.

Quando sono arrivata in via Verdi erano già radunati circa tremila ragazzi, e solo nel pomeriggio mi sono resa conto di quanto fosse in realtà più grande la cosa, con un’affluenza stimata di 7000 persone solo a Trento.

Orgoglio generazionale

Non ho mai pensato di essere più consapevole degli altri delle disgrazie che ci circondano, ma vedere così tanti miei coetanei prendere coscienza di se stessi, del loro futuro e del pericolo che la terra sta realmente correndo mi ha sorpresa.

Sentire gli slogan che si gridavano da tutte le parti, leggere e guardare i centinaia di cartelloni colorati che dovunque venivano sollevati con orgoglio mi ha reso felice di essere parte di questa generazione come non lo ero da tempo.

C’è una speranza

Per una volta, mi sono sentita parte di qualcosa di più grande, qualcosa di più potente di ogni governo e parlamento del mondo. In mezzo alla folla non contava più quanti anni avevi, da che stato arrivavi, che lingua parlavi o che religione seguivi, eravamo tutti solamente persone, persone che insieme si erano riunite a manifestare sotto uno stesso obbiettivo e ideale.

E in quei momenti, nei momenti in cui senti ogni differenza e pregiudizio annullarsi, in cui ti rendi conto di essere solamente una minuscola parte di tutta l’umanità, in cui senti il grido della folla che aumenta come un’onda dove migliaia di voci si fondono in una sola, in quei momenti senti che un cambiamento è realmente possibile.

Non dico che sarà facile, perché non ci siamo nemmeno vicini. Però sento che c’è una speranza di uscire dal baratro dove ci siamo buttati.

Se ci uniamo…

Dovremo continuare a combattere. Nella vita quotidiana, dobbiamo continuare a parlarne, fare in modo che questo problema non venga dimenticato.

La marcia del 15 marzo non ha solo aperto gli occhi a molte persone e mobilitato dei governi, ci ha anche dimostrato che uniti possiamo avere il cambiamento che tanto desideriamo, climatico, sociale o politico che sia.

Se è bastato il piccolo gesto di una ragazzina stufa di come la situazione climatica mondiale veniva ignorata a creare tutto questo, cosa possiamo ottenere se ci uniamo tutti insieme?

Grazie Greta, hai aperto gli occhi a tutti noi.

Margherita ha 16 anni, è di Lavis e frequenta il liceo artistico Vittoria di Trento

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