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Devozione e comunità: quando negli anni Cinquanta Lavis accolse la Madonna Pellegrina

LAVIS. Un ennesimo, importante e indimenticabile avvenimento epocale per la parrocchia lavisana – sicuramente dopo la storica cerimonia di dedicazione del Voto annuale alla beata Vergine Maria avvenuta nel lontano 17 aprile 1702 – è stato certamente quello della “Peregrinatio Mariae”, ovvero la famigliare “Madonna Pellegrina” in giro per Lavis.

Era stata coinvolta in quell’occasione l’intera comunità nell’impegnativa “3 giorni” preparatoria e d’avvio nel marzo del 1949, seguita poi dalla famosa “Peregrinatio Mariae Familiaris” durata ben 5 mesi, esattamente dal 31 maggio 1954 e fino al 1° novembre dello stesso anno.

La statua di Maria

1.Sono molti i ricordi che affiorano intorno a questa vera e propria “Saga Mariana”del “Vieni tra noi dolcissima”, vissuta allora intensamente da tutta la comunità giustamente coinvolta intorno al proprio pastore, l’indimenticato arciprete-decano don Celestino Brigà e ai suoi due cooperatori (cappellani) di allora in servizio a Lavis.

Per la cronaca, era stato proprio il 21 marzo del 1949 che l’effige della Madonna Pellegrina entrava ufficialmente sul suolo del decanato lavisano, proveniente da quello di Villalagarina, il primo incontro era però stato a Mattarello dove la folta rappresentanza della comunità di Lavis si era recata per prendere in consegna la statua della Vergine Maria.

La mobilitazione, non solo in quell’occasione, era stata generale e tutti, con vetture, autocarri, motocarri e persino in bicicletta, avevano formato una colonna lunghissima e piena di tanta fede, per accompagnare la Madonna. In quel di Mattarello si era praticamente concentrata tutta la Lavis di allora, insieme alle rappresentanze di tutti i paesi dello stesso decanato, tutti i sacerdoti e le autorità di ogni ordine e grado.

Un lungo corteo

2.Presa in consegna l’effige della Madonna, si formò il lungo corteo che arrivo ad attraversare anche l’intera città di Trento e dopo un’ora si arrivò a San Lazzaro, anche qui breve sosta con canti e invocazioni e quindi proseguimento fino al Maso dei baroni Salvadori per l’incontro con tutta la popolazione di Meano, pronta a prendersi in consegna la Madonna Pellegrina.

Dopo Meano toccò a Gazzedina e quindi anche a Vigo Cortesano, da qui la comunità lavisana ritornò poi direttamente fino a Meano per riprendersi in custodia – per il periodo dal 26 al 28 marzo compreso – l’immagine della Beata Vergine Pellegrina.

La croce sul doss Paion

3.Quella di Lavis fu una tre giorni veramente impegnativa e coinvolgente per tutti, preceduta da una settimana di predicazioni mariane, chiesa sempre affollatissima a tutti gli appuntamenti e a tutte le varie celebrazioni in calendario.

Le serate poi erano accompagnate degnamente anche da un apparato logistico non indifferente, all’aperto funzionava sempre un impianto audio con gli altoparlanti esposti sulle facciate delle abitazioni, poi tutte le case e le finestre addobbate dalla popolazione in modo straordinario e completo, grandi croci illuminate con lampadine dappertutto.

Resta memorabile poi come ricordo la grande croce alta più di 15 metri e collocata sul Doss Paion dai pompieri lavisani e poi illuminata, fino alla durata della Peregrinatio, tutte le notti con ben 500 lampadine multicolori.

La Via Crucis

4.Tutta Lavis era praticamente stretta d’assedio in tutti quei giorni di clima mariano della Madonna Pellegrina e la sera del primo incontro erano presenti in tantissimi, giunti anche da Trento, Gardolo, Pressano, Zambana, Nave San Rocco e anche da Giovo.

Significativa poi anche la Via Crucis organizzata la sera insieme all’effige della Madonna. Le 14 stazioni realizzate nel 1944 da Othmar Winkler erano state smontate dall’interno della chiesa arcipretale e quindi disposte all’esterno lungo tutto il percorso della Via Crucis: in via 4 Novembre, piazza Loreto e San Lazzaro, le altre poi in via Roma, via Damiano Chiesa, via Matteotti e piazza Grazioli per la conclusione della cerimonia.

Quella particolare Via Crucis Mariana era durata circa tre ore e tutto il percorso era stato illuminato dai caratteristici lumini ad olio e anche da tante lampadine elettriche.

Negli altri centri

5.Arrivò poi anche la mattina del 28 marzo e la riconsegna della statua della Vergine Maria era stata programmata sopra la borgata, proprio al Maso Franch e dintorni sul confine con Giovo.

Commovente quindi l’addio alla Madonna Pellegrina che passava in custodia e quindi nelle mani della comunità di Giovo. Da Verla passò poi a Palù di Giovo,Ville e attraverso Masen anche a Faedo, poi a San Michele all’Adige, Grumo, Sorni e Pressano, ultima parrocchia del decanato di Lavis.

Questo passaggio di Maria nei vari centri grandi e piccoli della vallata, venne definito come un “vero trionfo” per tutti quanti i fedeli e le comunità coinvolti nell’operazione mariana.

Di casa in casa

6.E si arrivò poi anche al 31 maggio 1954 con l’avvio in borgata della tanto attesa “Peregrinatio Familiaris” con le statue di Maria Immacolata dislocate in altrettanti punti chiave del paese e programmate quindi puntualmente per girare di famiglia in famiglia per ben 5 mesi ininterrotti.

Nelle case si preparava un bellissimo altare, addobbato con fiori d’ogni tipo, tendaggi vari e candelabri con luci e candele d’ogni tipo intorno alla statua della Madonna.

Toccava quindi ad ogni capofamiglia trasportare e poi riconsegnare di volta in volta l’effige della Madonna, che nelle varie abitazioni rimaneva per due giornate, il cambio avveniva la sera e processionalmente di casa in casa.

Il capitello sul Pristol

7.Non mancava naturalmente la recita del rosario in ogni casa, breve discorso alla famiglia ospitante e agli ospiti presenti da parte dei sacerdoti e quindi l’atto di consacrazione finale alla Madonna veniva letto dal capofamiglia con tutti intorno.

Si concluse tutta la Peregrinatio Familiaris il 1° Novembre 1954 con la visita di Maria e cerimonia al Cimitero, naturalmente con il discorso ufficiale dell’arciprete don Celestino Brigà davanti ad una folla straordinariamente coinvolta e commossa.

Infine la domenica successiva, il 7 novembre, una statua della Vergine Maria venne portata e collocata solennemente in cima al Pristol, a fianco delle vecchie scalette dove, il padrone di casa Udalrico Magotti, aveva ristrutturato l’antico capitello in muratura esistente sin dai primi dell’800, proprio per ospitare perennemente l’effige della beata Vergine Maria Pellegrina, protettrice e patrona di Lavis, in ricordo proprio di questo favoloso Anno Mariano 1954 e della Peregrinatio Familiaris.

La processione in notturna in piazza Grazioli per l’addio

Il canto d’addio

8.La sera invece in piazza Grazioli la Madonna Pellegrina proseguì verso il decanato di Mezzolombardo trasportata su un vagone della Trento/Malé allestito appositamente e inghirlandato con tantissimi fiori d’ogni specie.

Tantissima gente in piazza per salutare l’effige, il vagone del tram aveva accolto la Vergine Pellegrina rimanendo in attesa vicino al monumento a don Grazioli per tutta la cerimonia di congedo da Lavis.

Tanti i canti, gli adii e i battimani, naturalmente tanta commozione fra tutta la popolazione presente, il canto di saluto era logicamente quello di “Resta tra noi dolcissima…”, ripetuto più volte, con il coro parrocchiale e la popolazione in un’unica voce di addio, di riconoscenza e di ringraziamento alla Madonna Pellegrina per il suo viaggio indimenticabile tra il popolo e per il popolo…!

Giovanni Rossi

Giornalista, scrive per "Vita Trentina". Per decenni è stato il corrispondente da Lavis per "L'Adige". Memoria storica e appassionato di cinema, ha lavorato come tuttofare per il Comune di Lavis fino alla pensione. Scrive per "Il Mulo" dopo essere stato una delle colonne del giornale digitale "La Rotaliana".

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