LAVIS. L’appuntamento stagionale della Lazzera è sempre stato atteso da tutti e non solo dai lavisani doc, perché portatore di tante novità in assoluto, specialmente nel campo musicale delle canzonette e poi anche in quello dei divertimenti in allegra compagnia.
I grossi camion scaricavano tutto il loro contenuto nella piazza e si iniziava immediatamente il montaggio di tutte le strutture del cosiddetto “Parco dei Divertimenti” tra la curiosità di tutti quanti.
Sullo sfondo poi, in prossimità della casa comunale detta “del Bersaglio” (ora casa Brugnara) , c’erano anche i due campi da bocce regolamentari all’aperto (dove oggi c’è la casa Barbacovi), che però in occasione della Lazzera rimanevano impraticabili perché l’intero spazio tutt’intorno era sommerso dalle svariate e voluminose attrezzature dei carrozzoni dei giostrai e dalle stesse giostre posizionate in bella vista.
Per molti anni infatti, è sempre stata di casa, abitando anche nei dintorni della stessa piazza, l’intera dinastia della famiglia Filiputi, gli storici giostrai che provenivano, con tutte le loro attrezzature d’ogni genere, dal vicino Veneto.
C’erano quindi anche i baracconi per il tiro a segno e con il premio di un pupazzetto di stoffa, poi per i tiratori più intrepidi, infallibili e fortunati, anche quello con la fotografia con il lampo al magnesio ogni volta che facevano il centro perfetto…
Infatti, tutte le canzoni di successo, specialmente quelle dell’ultimissimo Festival di San Remo, arrivavano praticamente a Lavis proprio nel periodo primaverile, portate sui dischi di vinile a 78 giri, per fare e creare il sottofondo musicale sia alle giostre che alle carrozzette della grande kermesse.
In quegli anni si iniziava sempre e andavano forti prima di tutto i vincitori appunto di San Remo, Nilla Pizzi con “Grazie dei Fior”, Achille Togliani con “La luna si veste d’argento”, poi in ordine tutti gli altri successi e le loro repliche infinite e interminabili. Da “Vola Colomba”, “Papaveri e Papere”, “Viale d’autunno”, “Campanaro”, “Vecchio Scarpone” e via discorrendo… tanti, tantissimi altri titoli di successo nazionalpopolare, che facevano andare in visibilio non solo i giovani e i giovanissimi di allora.
Sulla giostra, intanto, i fidanzatini mano nella mano – questo anche per tenersi in equilibrio e farsi coraggio – sospiravano e si abbracciavano nelle occasioni propizie e magari al ritmo di “Silenzioso Slow”, poi con “Mille lire al mese”, “La mia canzone al vento”, “La strada del bosco”, “Torna piccina mia” e tante, tante altre canzoni.
Da Beniamino Gigli che cantava “Mamma”, poi anche “Ma l’amore no”, “Voglio vivere così”, “Se vuoi goder la vita” e magari anche la celeberrima e sofisticata “Lilì Marlen” di non lontana memoria…
Poi, con il passare degli anni, accanto alla ricca produzione discografica nazionale, si affiancò volente o nolente, anche quella americana ed estera con i più grandi successi d’importazione, i blues e anche i primi rock, di quei tempi favolosi.
Insieme ai già favolosi “Platters”, arrivò poi anche l’italico Carosone che con i suoi primi pezzi cantati e ballati faceva andare in delirio tutti quanti i suoi fans presenti.
Dal 1960 in poi si liberò definitivamente la piazza della ex stazione del tram (piazza Anita Garibaldi), oggi diventata la piazza del mercato settimanale. Il Parco dei divertimenti della Lazzera prese praticamente il domicilio stagionale in piazza Garibaldi, anche le giostre però si sono attrezzate e modernizzate, cambiando forma e anche sostanza sia tecnica che logistica.
Del vecchio giradischi con la puntina spuntata e dei vecchi dischi a 78 giri di quando eravamo bambini, è rimasto solamente il ricordo. Ma anche delle famigliari e simpatiche giostre dei nostri sogni negli anni ’50 che hanno fatto trepidare e scalpitare intere generazioni di ragazzi e ragazze.
Appuntamento quindi anche quest’anno per la prossima domenica 7 aprile, a Lavis va in scena per la 317ª volta (la prima ufficiale era stata nel lontano 1702) la vecchia, cara e simpatica sagra-fiera-mercato detta della “Lazzera”.
Una grande ricorrenza annuale che mette la borgata sotto assedio per un intero giorno, la più grande festa della primavera, seconda per importanza trentina e provinciale solamente alla fiera di San Giuseppe a Trento…!
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