BOLOGNA. In questi giorni a Bologna si è tenuta la Fiera internazionale del Libro per ragazzi. Valentina e Maria hanno fatto da inviate per ilMulo.it e in questa intervista ci raccontano com’è andata.
È l’appuntamento annuale in Italia per gli operatori del settore. Qui si incontrano autori, illustratori, traduttori, editori di ogni parte del mondo. Oltre ad un nutrito numero di interessati fra cui possiamo annoverare insegnanti, bibliotecari, volontari e promotori della lettura. Tutti rigorosamente accreditati e maggiorenni, dato che questi sono i requisiti fondamentali che l’organizzazione fiera impone.
Quattro i padiglioni dedicati, in cui si possono ammirare, nelle scenografie degli stand allestiti con più o meno fantasia da ogni editore, le pubblicazioni fresche di stampa e i cavalli di battaglia.
La giornata vale la levataccia, perchè la fiera obbliga a qualche sacrificio, come per esempio alzarsi molto presto al mattino, prendere un treno senza sapere esattamente a che ora si arriva e camminare, camminare, camminare… ma gironzolare a piede libero fra le meraviglie dell’editoria per l’infanzia, per due appassionate come noi, non ha prezzo.
Si comincia dal Caffè degli illustratori. Un tuffo immediato in colori, tecniche e stili di tavole provenienti da ogni angolo del pianeta. Originalità e innovazione, ma anche rassicurante evocazione di continuità.
Uno slalom fra i pannelli che danno risalto al paese ospite, che quest’anno è la Svizzera. Sotto i riflettori ci sono i maggiori illustratori elvetici, quelli che hanno fatto storia, riconoscibili nei loro stili inconfondibili.
Ma quello che maggiormente colpisce, soprattutto chi per la prima volta mette piede alla fiera, sono le auto-presentazioni (cartoline, biglietti da visita, illustrazioni più o meno grandi…) con cui centinaia di giovani artisti ricoprono muri e pannelli a loro dedicati. Una sorta di vetrina aperta e dinamica che brulica di vita, speranza, creatività, capacità e bellezza. Un prato di boccioli in fiore, pronti per essere colti.
Dopo questa immersione il nostro sguardo potrebbe essere pronto a tutto quello che la fiera offre. E invece no, la fiera stupisce, stupisce sempre.
Per me, che era la prima volta, è stato come trovarmi di fronte a un vassoio di pasticcini senza sapere quale scegliere, perché sono tutti ottimi. È stato bello ritrovare gli albi che ho letto a mia figlia nei suoi primi anni di vita (e che ancora, a volte, leggiamo insieme… non si è mai troppo grandi per un albo illustrato), assaporare le novità di autori ed editori che già conosco e incontrarne di nuovi, scoprire nuove storie che potrebbero piacerle.
È stato emozionante incontrare editori (anche stranieri) di albi Kamishibai e parlare con loro del mio entusiasmo per questa forma narrativa. Anche il mio sopito inglese è riemerso con allegria per chiacchierare di storie che ho tradotto per poterle leggere in Italia e di altre che in futuro verranno pubblicate.
Visitare lo stand nazionale di Nati per Leggere, come volontaria, ha rafforzato la mia sensazione di essere una piccola tesserina di un grande mosaico. Ma anche altri sono stati i motivi di meraviglia: la cura nell’allestimento degli stand, la bellezza e la varietà dei libri esposti, le tante persone che erano lì nelle più disparate vesti, l’incontro dal vivo con autori e illustratori di cui finora avevo solo letto i nomi nei libri. Questa giornata mi lascia l’impressione che l’editoria per l’infanzia sia viva e ricca di idee e grandi possibilità per il futuro.
Per me la fiera è diventata negli anni un momento irrinunciabile di aggiornamento per la mia professione di bibliotecaria e formatrice. Mi sono occupata per molto tempo, in modo quasi esclusivo, del settore ragazzi di una biblioteca e in trent’anni di lavoro ho avuto la possibilità di seguire l’evoluzione dell’editoria per l’infanzia.
La mia passione per i libri per bambini, e in particolare per gli albi illustrati, a Bologna trova appagamento perchè finalmente posso dedicarmi per giorni interi, in modo esclusivo, a sfogliare le novità, che spesso si possono vedere solo in anteprima; posso scovare e scoprire le minuscole case editrici che nascono e tentano di emergere; cerco di capire quali sono le nuove tendenze di tematiche e stili. Se si ha abbastanza tempo ci sono eventi e presentazioni ad ogni angolo, il programma è fittissimo e c’è davvero solo l’imbarazzo della scelta.
Ma Bologna (per noi del mestiere è sufficiente il nome della città per indicare la fiera e tutto il contesto) è soprattutto luogo di incontro con amici e colleghi sparsi in tutta Italia e oltre i suoi confini. A Bologna si fa scorta di saluti diretti, di quelli riportati e da consegnare; di abbracci, di scambi di opinione, di nuove conoscenze. Qui ci si accorge di essere parte di una rete invisibile quanto viva, pulsante e reale. Si fa il pieno di energia, di idee, ci si ricarica.
È un appuntamento da segnare in agenda ogni anno. Ricordandosi di andare a dormire presto la sera prima. Molto presto. Per essere ben riposati e pronti a spendere energie che saranno ripagate con stupore e meraviglia. Ah, senza dimenticare di preparare un paio di scarpe ultracomode destinate a sopportare chilometri di avanti e indietro, saluti e soste in piedi prolungate.
Non ci resta che puntare la sveglia su Bologna 2020!
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