LAVIS. La notizia era trapelata ufficialmente dal Municipio ancora una quindicina d’anni fa e allora era assessore comunale alla Cultura Gianfranco Cammelli.
Era stato interpellato direttamente dal produttore televisivo Chris Kraft Christensen, residente a Odense M (DK). Stava progettando di girare, a livello internazionale, una serie televisiva dedicata al re delle fiabe: Hans Christian Andersen.
Quest’ultimo aveva effettivamente pernottato per diverse volte in un meglio definito “albergo- locanda-osteria” proprio di Lavis e presumibilmente situato nel centro storico del paese in riva al torrente.
Il produttore televisivo voleva conoscere con esattezza il nome e l’indirizzo di quell’albergo o di quella locanda di Lavis, naturalmente per inserirli eventualmente nella sua serie televisiva in via di realizzazione.
Era stata per prima avanzata l’ipotesi che l’edificio ricercato fosse quello andato distrutto da un furioso incendio, oppure un fabbricato-albergo usato poi anche per altri scopi locali.
Quanto ai locali pubblici che andavano di moda in quei tempi,era stato giocoforza rivolgersi direttamente ad Albino Casetti e alla sua “Storia di Lavis”, nella quale erano stati raccontati e indicati quelli più antichi e presumibilmente anche i più conosciuti dai vari viaggiatori illustri che passavano da Lavis.
Altro locale che profumava di storia locale e che esiste tutt’ora in piazza Cesare Battisti, era “l’Osteria-Locanda Imperiale al Leon d’Oro” e le cui notizie storiche si dipartivano sin dal 1598, concentrandosi poi intorno al 1796 e alle vicende napoleoniche in quel di Lavis.
Appunto con l’occupazione napoleonica tutto il caseggiato, comprendente anche il “Leon d’Oro”, venne poi ridotto in cenere dal grosso incendio appiccato dalle truppe napoleoniche che gozzovigliavano in paese, rubando e depredando in ogni dove.
Venne ucciso, all’interno di quell’Osteria-Locanda, persino il proprietario-oste e conduttore Giorgio Batschinger. Riedificato poi l’edificio allo stato attuale, ne divenne proprietario e gestore tal Giuseppe Schacher e questo proprio nel periodo delle visite in Italia e in Trentino di Andersen.
Era gestita sin dal 1796 dall’albergatore Bernardo Bertolasi e poi fino al 1871, anno di chiusura completa dell’esercizio, dalla famiglia Zampedri molto nota nel campo dell’ospitalità e della ristorazione di allora.
Partendo da questi tre locali esistenti anche ai tempi delle visite lavisane di Andersen, si era stabilito che molto probabilmente ad avere ospitato lo scrittore danese nei suoi soggiorni a Lavis doveva esser stato proprio l’Albergo Corona dell’odierna piazza Manci.
Questo sicuramente per la sua posizione a pochi passi dal “Travai” all’inizio del 4° Vicolo del Pristol, che conduceva direttamente le carrozze con i viaggiatori verso la strada per la Val di Cembra e quindi anche verso la Germania.
L’ipotesi dell’Albergo alla Corona era avvalorata dalla presenza delle stalle per i cavalli (ora casa Zanolli) a ridosso dell’Albergo, con i posteggi delle carrozze dei viaggiatori e il soggiorno dei relativi postiglioni al seguito.
E comunque anche lo scrittore Hans Christian Andersen, come aveva appurato nel corso delle sue ricerche personali lo stesso regista-produttore Chris Kraft Christensen, sicuramente ha soggiornato veramente qui a Lavis, precisamente dove non si è venuto a saperlo con matematica sicurezza.
Aveva proprio al suo fianco la prima salita del Pristol e poco distante anche il ponte (allora coperto) sull’Avisio, quindi logisticamente più comodo anche per i viaggi verso Trento e per le passeggiate giornaliere che lo scrittore danese poteva fare verso lo Zambel e Giovo.
Ma il bello però, come erano state le conclusioni finali che il Comune aveva inviato al produttore televisivo germanico, è stato quello di sapere con sicurezza che tra tutti i grandi ospiti storici e artistici che hanno transitato e soggiornato a Lavis nel corso dei secoli passati, ci sia stato anche il grande scrittore danese Andersen, quello che ha fatto sognare tanti bambini ma anche altrettanti adulti.
Di lui restano ancor oggi indimenticate le grandi fiabe lette e conosciute da piccoli, come “La Sirenetta”, “Il brutto Anatrocolo”, “La principessa sul pisello”, “La piccola fiammiferaia” e tante altre.
Lavis, allora terra di confine, era di importanza strategica non solamente per le mercanzie, i prodotti agricoli e il vino rinomato, ma anche per i personaggi illustri che hanno soggiornato e vissuto, come meteore, in mezzo alle sue case, nei suoi alberghi-osterie, nelle sue case, nelle sue strade e anche ammirando e visitando costantemente e puntualmente i suoi bellissimi e numerosi palazzi storici.
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