TRENTO. Le urne sono aperte dalle 7 alle 23 non solo per le suppletive e per le amministrative a Terre d’Adige o negli altri Comuni, ma anche per le Europee. Da quando il Parlamento di Strasburgo è eletto in maniera diretta (dal 1979), queste sono forse le elezioni più sentite: perché in ballo ci sono questioni di grande attualità, che non riguardano esclusivamente l’Unione europea. Non a caso la campagna elettorale, soprattutto in Italia, si è concentrata molto sulle questioni nazionali. E si è molto discusso fra la possibile contrapposizione di un fronte euro-scettico contro chi invece è europeista convinto.
Come si vota
Cerchiamo allora di capire un po’ meglio come funziona. L’Italia è stata divisa in cinque circoscrizioni elettorali: quella del Trentino Alto Adige è la nord orientale, contraddistinta dalla scheda marrone. Oggi si può esprimere un voto tracciando una X sulla lista scelta.
È possibile (ma non è obbligatorio) esprimere da uno a tre voti di preferenza per i candidati compresi nella lista votata. Però bisogna fare attenzione: nel caso si esprimano più preferenze, queste devono riguardare candidati di sesso diverso (quindi due maschi e una femmina o due femmine e un maschio), pena l’annullamento della seconda e della terza preferenza.
Ma come si assegnano i seggi?
Nel Parlamento europeo ci sono delle grandi famiglie, formate dai partiti di più nazioni che decidono di stare insieme per analogie politiche. Secondo i trattati, un gruppo politico europeo è composto da un numero minimo di 25 deputati e deve rappresentare almeno un quarto degli Stati membri. Un deputato non può aderire a più gruppi politici.
All’Italia spettano 76 seggi in totale, divisi fra le varie circoscrizioni in base alla popolazione. Nel nord est si eleggono 15 deputati europei. L’assegnazione dei seggi avviene in maniera proporzionale, con il conteggio a livello nazionale fra i partiti che hanno superato la soglia del 4%.
In realtà c’è un piccolo problema ed è quello della Brexit. In attesa dell’uscita ufficiale della Gran Bretagna dall’Unione europea, l’Italia elegge 73 deputati, che diventeranno 76 solo quando la Brexit sarà effettiva.
Ma chi diavolo sono gli Spitzenkandidaten?
C’è un’ultima cosa che è importante sapere, anche se può sembrare un po’ da secchioni dell’Unione europea, se non altro per il nome in tedesco. Il sistema degli Spitzenkandidaten (traducibile più o meno come “candidati di punta”) è una convenzione non prevista dai trattati, ma di fatto diventata regola dalle elezioni del 2014.
Ogni gruppo europeo indica un proprio candidato per la carica di presidente della Commissione europea. Per intenderci, cinque anni fa Jean Claude Juncker era lo Spitzenkandidat del Partito popolare europeo. In sostanza, viene eletto presidente della Commissione il candidato del gruppo che ha ottenuto il numero maggiore di seggi.
I candidati presidente della Commissione
I candidati alla Commissione europea di questa tornata elettorale sono:
Manfred Weber (Partito popolare europeo) – 46 anni, deputato bavarese della Csu, convinto europeista, crede in un’Europa dalla forte identità cristiana, che debba lavorare per la crescita economica e per le giovani generazioni, con un alleggerimento del sistema burocratico che sta alla base del sistema europeo
Frans Timmermans (Partito socialista europeo) – 58 anni, olandese, già vicepresidente della Commissione. Ha un rapporto molto stretto con l’Italia, visto che il padre era archivista all’ambasciata olandese a Roma (è anche tifoso dei giallorossi). Ha lavorato per anni al Ministero degli esteri a L’Aia e all’ambasciata olandese, crede che l’Europa debba fare di più per l’equità e il mondo del lavoro.
Jan Zahradil (Conservatori e riformisti europei) – 56 anni, ceco nato a Praga, è il candidato dei conservatori. Eletto nel 1992 all’Assemblea federale della Repubblica Cecoslovacca nelle file del Partito Democratico Civico (Ods), formazione politica conservatrice e nazionalista di cui è ancora membro, Zahradil è stato tra il 1995 e 1997 consigliere politico dell’ex primo ministro della Repubblica Ceca, Václav Klaus. Spera di riuscire di spostare l’Unione europea verso destra. Per intenderci: questo è il gruppo a cui aderisce Fratelli d’Italia.
Ska Keller e Bas Eickhout (Verdi) – I verdi hanno due candidati di punta: Ska Keller, 38 anni, anche lei tedesca, ha studiato Studi Islamici, turcologia ed ebraica alla Libera Università di Berlino e la Sabanci Üniversitesi di Istanbul. Nel 2009, a soli ventisette anni, è stata eletta al Parlamento europeo. Già candidata come Spitzenkandidat dei Verdi nel 2014 (insieme al francese José Bové), Keller si è battuta nella commissione per le Libertà civili dell’Eurocamera per rafforzare i diritti dei rifugiati e dei migranti. Bas Eickhout,olandese di 43 anni, è membro della Commissione Ambiente del Parlamento europeo. È fra gli autori del rapporto Onu sui cambiamenti ambientali.
Violeta Tomic e Nico Cué (Partito della sinistra europea) – Lei ha 56 anni, di origine slovena ma nata a Sarajevo. È molto conosciuta nei Balcani, anche perché è stata attrice di teatro e conduttrice televisiva. Lui ha 63 anni ed è belga (di Liegi): è un sindacalista, a lungo alla guida di una delle sigle principali del suo Paese.
L’Alde (Alleanza dei democratici e dei liberali per l’Europa) ha presentato un team per l’Europa, composto da ben sette Spitzenkandidaten: la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager, l’ex premier belga Guy Verhofstadt e la senatrice italiana Emma Bonino. Inoltre il gruppo potrebbe essere rafforzato dall’ingresso in Parlamento dei deputati di En Marche di Emmanuel Macron.
Non hanno invece scelto dei Spitzenkandidaten l’Europa della libertà e della democrazia diretta e l’Europa delle nazioni e delle libertà (i sovranisti a cui aderiscono anche i leghisti).
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TRENTO. Con la chiusura dei seggi.
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