Il documento è rispuntato in Australia, fra le carte di un emigrato di 101 anni: ecco la trascrizione completa
LAVIS. Una vecchia lettera datata 25 maggio 1935, messa a nostra disposizione da un arzillo e simpatico giovanotto emigrato in Australia negli anni Trenta e che lo scorso 5 novembre a Sydney ha festeggiato il suo 101° compleanno, ci ha dato lo spunto per approfondire la storia del ponte dedicato a San Giovanni Bosco a Lavis.
Il ponte di ferro
1.Si tratta di un’opera che ha avuto un forte impatto sulla viabilità e sullo sviluppo urbanistico della borgata. Prima della realizzazione di questo ponte (quello sul quale attualmente scorre la strada statale del Brennero), l’unico punto per attraversare l’Avisio nella Valle dell’Adige era il vecchio ponte in zona Spiazzi di Loreto-San Lazzaro.Quest’ultimo, conosciuto da tutti in paese come “ponte di ferro”, in origine era un ponte in legno, prima dislocato un poco più a valle e poi realizzato nella posizione attuale verso la fine del 1500. Come da tradizione era coperto da un tetto in scandole a due spioventi. Spesso danneggiato dalle alluvioni, nel 1878 si decise di ricostruirlo completamente in ferro con una forma che ricorda molto quello attuale. Da questo ponte, e di conseguenza dal centro storico di Lavis, transitava tutto il traffico della Valle dell’Adige, compresi anche, a partire dal 1909, i convogli della ferrovia elettrica Trento Malé.
L’aumento del traffico
2.Una parziale riduzione del traffico dalle vie del paese si era avuta con l’inaugurazione nel 1859 del tratto Trento-Bolzano della ferrovia del Brennero. La nuova ferrovia infatti attraversava l’Avisio nei pressi della sua foce su un nuovo ponte, il ponte dei Vodi, progettato dal famoso ingegnere Luigi Negrelli di Fiera di Primiero.Ma si trattava del solo traffico ferroviario. Dal ponte di ferro e dalle vie del paese transitava un numero sempre maggiore di carri, biciclette, vagoni della Trento-Malé… e anche i primi mezzi a motore.
La situazione era diventata così critica che si cominciò a pensare a una viabilità alternativa.
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Il nuovo ponte
3.Nel 1934 venne progettato dall’ingegner Pietro Francescatti un nuovo ponte che doveva portare il traffico a lambire solamente il centro abitato di Lavis, evitando le sue strettoie e velocizzando il transito.Il nuovo ponte venne inaugurato il 28 ottobre del 1934.
Come riportato negli Annali Lavisani curati dall’Associazione Culturale Lavisana: «Era stato costruito in seguito alla rettifica della Statale S.S.12 del Brennero, per ridurre la circolazione in paese e in particolare la pericolosa strettoia presso la chiesa. Realizzato dalla S.C.A.C. su progetto dell’ing. Pietro Francescatti, con una spesa di lire 900.000, il ponte ha una lunghezza di m. 120 ed una larghezza di m. 11 (con i marciapiedi) e poggia su 5 piloni».
In origine il ponte riportava anche un’effige incisa su targa di San Giovanni Bosco, immagine che però è andata perduta nel corso degli anni.
Le costruzioni provvisorie
4.Durante la prima guerra mondiale, i militari austriaci – compresa l’importanza logistica e la criticità del passaggio da Lavis – avevano realizzato un primo ponte in cemento e legno poco più a valle dell’attuale ponte San Giovanni Bosco. Ad oggi ne sono ancora visibili i basamenti in cemento.Prima di allora anche gli eserciti napoleonici nel 1796 avevano realizzato in questa zona un ponte provvisorio per facilitare il passaggio in sicurezza di soldati e artiglieria impegnati nelle manovre militari a nord del torrente Avisio come viene testimoniato nella stampa della battaglia di Lavis del 5 settembre 1796.
La lettera del 1935
5.Ma torniamo alla lettera del 1935 per riportare fedelmente le testimonianze e le impressioni delle persone che hanno vissuto in prima persona questo cambiamento importante per l’abitato di Lavis:Ti dico che è veramente bello. Tutto massiccio e costruito come lo richiede la tecnica moderna. Ti ricordi dove c’è la prima casa, a sinistra andando a Lavis? Sì? Bene hanno cominciato da lì col rialzare il piano dello stradone portandolo all’altezza del nuovo ponte ed altrettanto dall’altra parte fino al cimitero.
Per chiarire meglio la cosa ti faccio quà lo schizzo. Mi sembra abbastanza chiaro. Ora per Lavis le macchine non passano più e la gente per questo la sera va a passeggio su per lo stradone vecchio. Io e Mario il dopocena andiamo sempre a fare due o tre passi fino a Lavis. Anche la ferrovia ora va ad elettricità. È molto bella, passa senza far rumore e velocissima.
A Trento si sta costruendo la nuova stazione. Sul Dos Trento hanno costruito un monumento a Cesare Battisti e domani 26 maggio ci sarà l’inaugurazione.
Trento non ha mai visto una festa così grande. Figurati che ci saranno qui S.M. il Re, Mussolini, Starace e tanti tanti ministri ed autorità e generali. In oltre vi saranno qui circa 2000 motociclisti d’Italia, nel cielo faranno piroette 50 apparecchi, in tutta Italia a mezzogiorno, quando l’urna verrà messa nel monumento tutte le campane civiche d’Italia suoneranno.
Si calcola che per la festa verranno circa 100.000 persone. La notte (questa notte) ci saranno dei fuochi artificiali sul Bondone, sulla Paganella e sul Calisio.
Dei riflettori potentissimi illumineranno il Dos Trento a giorno.
Sul Dos Trento
6.Nella lettera inviata il 25 maggio del 1935 a Sidney oltre che del nuovo ponte si voleva riportare la notizia anche della grande festa per l’inaugurazione sul Dos Trento del mausoleo dedicato a Cesare Battisti che si sarebbe tenuta il giorno giorno dopo. Mentre la lettera cominciava il suo viaggio verso l’Australia lontana, la grande festa stava per avere inizio.Si è trattato sicuramente di un evento di portata nazionale per l’organizzazione e per la mobilitazione di persone e mezzi. Per dovere di cronaca è giusto specificare che all’inaugurazione furono presenti il Re Vittorio Emanuele III ed Achille Starace ma, contrariamente a quanto aveva ipotizzato l’autore della lettera, non Benito Mussolini, in quanto Ernesta Bittanti, vedova di Cesare Battisti, si dichiarò contraria alla sua presenza.
Ma questa è un’altra storia che nulla ha a che fare con il ponte San Giovanni Bosco di Lavis.
Bibliografia
-
- Aurelio Rasini, Lavis nel 1789 con un saggio di annali lavisani fino al 1980, Comune di Lavis, 1999
- Elio Fox, Luigi Sardi, Il Trentino e l’Italia 1861-2011 150 anni fra cronaca e storia, Tipografia Editrice Temi, 2011
- Andrea Brugnara, I luoghi dell’arte e della storia nel Comune di Lavis, Lavis, 2006
- Andrea Brugnara, Andrea Casna, Paolo Marcon, Silvano Marcon, Lavis immagini che fanno storia, Comune di Lavis, 2010
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