LAVIS. Una vecchia lettera datata 25 maggio 1935, messa a nostra disposizione da un arzillo e simpatico giovanotto emigrato in Australia negli anni Trenta e che lo scorso 5 novembre a Sydney ha festeggiato il suo 101° compleanno, ci ha dato lo spunto per approfondire la storia del ponte dedicato a San Giovanni Bosco a Lavis.
Quest’ultimo, conosciuto da tutti in paese come “ponte di ferro”, in origine era un ponte in legno, prima dislocato un poco più a valle e poi realizzato nella posizione attuale verso la fine del 1500. Come da tradizione era coperto da un tetto in scandole a due spioventi. Spesso danneggiato dalle alluvioni, nel 1878 si decise di ricostruirlo completamente in ferro con una forma che ricorda molto quello attuale. Da questo ponte, e di conseguenza dal centro storico di Lavis, transitava tutto il traffico della Valle dell’Adige, compresi anche, a partire dal 1909, i convogli della ferrovia elettrica Trento Malé.
Ma si trattava del solo traffico ferroviario. Dal ponte di ferro e dalle vie del paese transitava un numero sempre maggiore di carri, biciclette, vagoni della Trento-Malé… e anche i primi mezzi a motore.
La situazione era diventata così critica che si cominciò a pensare a una viabilità alternativa.
Come riportato negli Annali Lavisani curati dall’Associazione Culturale Lavisana: «Era stato costruito in seguito alla rettifica della Statale S.S.12 del Brennero, per ridurre la circolazione in paese e in particolare la pericolosa strettoia presso la chiesa. Realizzato dalla S.C.A.C. su progetto dell’ing. Pietro Francescatti, con una spesa di lire 900.000, il ponte ha una lunghezza di m. 120 ed una larghezza di m. 11 (con i marciapiedi) e poggia su 5 piloni».
In origine il ponte riportava anche un’effige incisa su targa di San Giovanni Bosco, immagine che però è andata perduta nel corso degli anni.
Prima di allora anche gli eserciti napoleonici nel 1796 avevano realizzato in questa zona un ponte provvisorio per facilitare il passaggio in sicurezza di soldati e artiglieria impegnati nelle manovre militari a nord del torrente Avisio come viene testimoniato nella stampa della battaglia di Lavis del 5 settembre 1796.
Ti dico che è veramente bello. Tutto massiccio e costruito come lo richiede la tecnica moderna. Ti ricordi dove c’è la prima casa, a sinistra andando a Lavis? Sì? Bene hanno cominciato da lì col rialzare il piano dello stradone portandolo all’altezza del nuovo ponte ed altrettanto dall’altra parte fino al cimitero.
Per chiarire meglio la cosa ti faccio quà lo schizzo. Mi sembra abbastanza chiaro. Ora per Lavis le macchine non passano più e la gente per questo la sera va a passeggio su per lo stradone vecchio. Io e Mario il dopocena andiamo sempre a fare due o tre passi fino a Lavis. Anche la ferrovia ora va ad elettricità. È molto bella, passa senza far rumore e velocissima.
A Trento si sta costruendo la nuova stazione. Sul Dos Trento hanno costruito un monumento a Cesare Battisti e domani 26 maggio ci sarà l’inaugurazione.
Trento non ha mai visto una festa così grande. Figurati che ci saranno qui S.M. il Re, Mussolini, Starace e tanti tanti ministri ed autorità e generali. In oltre vi saranno qui circa 2000 motociclisti d’Italia, nel cielo faranno piroette 50 apparecchi, in tutta Italia a mezzogiorno, quando l’urna verrà messa nel monumento tutte le campane civiche d’Italia suoneranno.
Si calcola che per la festa verranno circa 100.000 persone. La notte (questa notte) ci saranno dei fuochi artificiali sul Bondone, sulla Paganella e sul Calisio.
Dei riflettori potentissimi illumineranno il Dos Trento a giorno.
Si è trattato sicuramente di un evento di portata nazionale per l’organizzazione e per la mobilitazione di persone e mezzi. Per dovere di cronaca è giusto specificare che all’inaugurazione furono presenti il Re Vittorio Emanuele III ed Achille Starace ma, contrariamente a quanto aveva ipotizzato l’autore della lettera, non Benito Mussolini, in quanto Ernesta Bittanti, vedova di Cesare Battisti, si dichiarò contraria alla sua presenza.
Ma questa è un’altra storia che nulla ha a che fare con il ponte San Giovanni Bosco di Lavis.
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