LAVIS. La ormai tradizionale Festa Votiva arriva quest’anno di domenica e come sempre l’8 di settembre. Festa per i lavisani, e non solo per quelli, che ricordano puntualmente questa tappa dell’antico voto ormai da ben 317 anni.
Questo primo voto rivolto alla Madonna era nato in considerazione dei frequenti danni arrecati puntualmente e periodicamente dal torrente Avisio e dagli insetti, pericolosi in quei tempi, che infestavano e distruggevano tutte le campagne lavisane.
La proposta del Voto fu esaminata e quindi approvata durante l’apposita riunione storica della “Vicinia” esattamente il 17 aprile del 1702, dopo la stesura di un apposito documento, il cui originale è ancora depositato presso l’Archivio Diocesano e le due copie, rispettivamente nell’archivio parrocchiale e in quello del Comune di Lavis.
La delibera dei Vicini fu fatta in quello che era un lunedì di Pasqua. Nel rogito dell’assemblea, fatto regolarmente dal notaio che era presente, si legge testualmente:
«Corendo l’anno dopo il Gloriosissimo parto dell’Immacolata sempre Vergine Maria mille settecento, e due, indizione romana decima, in giorno di luni, fu li dieci sette del mese aprile…».
Nel proseguo del documento si può leggere anche che:
Il Voto venne poi rinnovato ad oltranza ogni anno per le calamità ricorrenti e incombenti, in campagna ma anche nella vita di ogni giorno. Pestilenze, fame, inondazioni, brentane, gravi malattie nei raccolti della campagna, comprese le varie piene del torrente Avisio, la facevano da padrone in quegli anni martoriati e pieni di stenti.
Si arrivò anche alle due guerre mondiali che misero in ginocchio il paese e tutta la popolazione, segnando con una scia di dolore anche la scomparsa di moltissimi lavisani al fronte e nei campi di battaglia. Anche in questo frangente la ricorrenza del rinnovo del Voto a Maria venne rispettata e puntualmente organizzata e partecipata dall’intera popolazione, con devozione e tantissima fede.
La statua della Madonna però rimase sempre esposta in chiesa davanti all’altar maggiore e vi rimase fino appunto al maggio del 1945 in attesa della grande festa del ringraziamento.
Quella processione è rimasta negli annali storici parrocchiali, organizzata in tutti i suoi particolari religiosi e anche logistici, dall’allora arciprete-decano don Celestino Brigà insieme all’intero suo staff di cappellani e di laici al seguito.
Si era pensato persino ai ricambi durante il tragitto, i portatori tutti in divisa bianco celeste erano oltre la trentina, attorniati dai portatori di torce e di stendardi mariani. Il percorso di quella famosa e storica processione aveva toccato l’intero paese, le campagne sotto lo stradone della Nazionale del Brennero, lungo le coste dell’Avisio, con fermata sotto il ponte dei Vodi.
Quindi ripresa verso il ponte di San Giovanni Bosco, passaggio e giro completo in quel di San Lazzaro per poi far ritorno in chiesa arcipretale. Naturalmente non mancava il Coro Parrocchiale, la Banda Sociale, i gruppi dei fanciulli e fanciulle biancovestiti, i numerosi gonfaloni grandi e piccoli,compresi quelli delle varie associazioni di allora. Un vera moltitudine di popolo, piena di fede e tantissima devozione a Maria (come testimoniano i diari-documenti redatti da don Brigà) , tantissime le famiglie unite, insieme ai loro figli, nipoti e parenti.
Veniva utilizzato anticamente nei periodi infestati dagli insetti, come aveva anche confermato lo storico lavisano Albino Casetti nel corso di un suo sopralluogo, appunto per scacciare i fastidiosi e pericolosi animaletti volanti durante le celebrazioni eucaristiche e le Messe in chiesa, ma anche per propiziarne la mancata distruzione nei campi.
Il “Flabello” recava su di un lato la figura di Sant’Udalrico e dall’altro anche la Nascita di Maria, tutti e due protettori della comunità lavisana.
Nel 1916 il Municipio di Lavis decise all’unanimità di rinnovare il Voto alla Madonna e di solennizzare pro futuro la Festa della Natività di Maria appunto per l’8 settembre di ogni anno. E dal 1995, sempre da parte del Consiglio Comunale, arrivò la delibera ufficiale che tutti gli effetti civili della Festa del Santo Patrono sono connessi ed integrati appunto alla Festa Votiva del’8 settembre di ogni anno…
Novità invece nel percorso della processione che si snoderà subito dopo: l’itinerario, partendo dalla chiesa, toccherà la piazza Battisti, via Orti, via Garibaldi, via Degasperi, con attraversamento della Nazionale del Brennero, poi verso via Paganella, via del Carmine, viale Mazzini con arrivo davanti al capitello della Madonna e poi ritorno da via Paganella, attraversamento della SS 12 e in su verso la chiesa.
Portano la statua della Madonna i “coscritti” diciottenni dell’anno 2001, per i quali l’incontro organizzativo avrà luogo mercoledì 4 alle 20.30 in canonica, entrando dalla via Carlo Sette. Al termine poi delle celebrazioni, ci sarà in Oratorio il solito rinfresco famigliare per tutta la popolazione, curato dai coscritti & coscritte insieme.
Come tradizione ormai, nei giorni del Triduo e della Festa, dal campanile si sprigionerà il “Campanò” opera meritoria e apprezzata, tutta realizzata dai giovani impegnati e appassionati campanari lavisani.
AGGIORNAMENTO Sabato 7 settembre 2019, ore 9.27: In una prima versione di questo articolo era riportata, come data del voto del 1702, il 12 marzo. È la stessa data riportata anche da Albino Casetti, nel suo libro sulla Storia di Lavis. In realtà, su segnalazione di don Vittorio Zanotelli, abbiamo verificato che la data corretta è quella del 17 aprile, sempre 1702. Fra l’altro un lunedì di Pasqua. Abbiamo corretto il nostro articolo.
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