La giornata è stata particolarmente lunga. Una di quelle che restano impresse nella memoria. Dopo anni di attesa e di lavori intensi, finalmente – domenica 22 settembre – sono stati inaugurati i Ciucioi. Tornato a casa, non mi sarei mai aspettato che da lì a poco avrei dovuto fare da guida a un visitatore particolare: Vittorio Sgarbi.
La mattinata era cominciata molto presto con le visite guidate ai Ciucioi. Gruppi di venti persone ogni mezz’ora hanno ripercorso la vita di Tommaso Bortolotti e ammirato la sua creazione, accompagnati dai volontari dell’Associazione Culturale Lavisana, dagli architetti che hanno curato il restauro, dal Sindaco Andrea Brugnara e dal sempre presente Enzo Cic Marcon.
Nel tardo pomeriggio poi il taglio del nastro con le autorità e il concerto del Gruppo Strumentale Giovanile di Lavis hanno chiuso questa giornata con un crescendo di emozioni.
Sono ormai le nove passate di sera. Sebbene l’ora non sia tarda, la stanchezza comincia a farsi sentire e la prospettiva del dolce far niente sul divano, dando un occhio distratto a qualche trasmissione sportiva, è decisamente allettante.
Chi può immaginare che la serata sarà ancora lunga e che le cose da raccontare non sono ancora finite?
Suona il telefono.
La tentazione di non rispondere è forte. Almeno guardo chi sta chiamando. È l’ex Senatore e Assessore provinciale alla Cultura Franco Panizza.
Incuriosito rispondo.
Senza tanti preamboli ecco che arriva una domanda che ti risveglia, una richiesta a cui è impossibile dire di no, a cui non vuoi assolutamente dire di no.
“Ciao Daniele, sono in zona con Vittorio Sgarbi. Ci sarebbe la possibilità di aprire i Ciucioi e fargli fare una visita?”.
In dieci minuti sono pronto. Provo ad avvisare anche il Sindaco ma ha il telefono staccato.
La fortuna però mi assiste e all’ingresso dei Ciucioi trovo ancora Enzo Marcon che sta sistemando le ultime cose prima di andare a casa.
Gli spiego la situazione. Abbiamo il tempo di accendere qualche luce che subito arrivano le due macchine con Franco Panizza e Vittorio Sgarbi.
Ammetto che la prospettiva di accompagnare e di spiegare a uno dei maggiori esperti d’arte le origini, le architetture e la filosofia del giardino-castello dei Ciucioi un tantino mi spaventa. Cominciamo a salire. Gli racconto di Tommaso Bortolotti, delle sue origini e della sua vita.
Di tanto in tanto siamo interrotti da qualche telefonata. L’agenda di Vittorio Sgarbi deve essere particolarmente piena. Parla di incontri, trasmissioni, premi da consegnare e da ricevere. Sui terrazzamenti dei Ciucioi si sentono i nomi di grandi artisti italiani, registi, scrittori, politici e giornalisti.
Ma subito dopo torniamo alla storia dei Ciucioi. Visitiamo la stanza dei fuochi, la serra, la chiesa, il palazzo e il castello. Cic mostra a Vittorio Sgarbi il logo del giardino e quello di Tommaso Bortolotti e gli spiega perché sia stato fatto così. Il commento: «Molto bello, chiaro, il grafico deve essere molto bravo».
Lui guarda, osserva, chiede. Non si fa guidare ma va dove lo porta la curiosità. Gli parlo del giardino e della sua interpretazione in chiave massonica. Nomino palazzo Maffei in centro e lui incuriosito ci chiede se possiamo visitarlo.
Io e Cic ci guardiamo. Proviamo a chiamare Mauro Nardelli, dipendente comunale, sempre disponibile e custode delle chiavi per aprire tutte le serrature degli edifici comunali.
Siamo fortunati. L’appuntamento è quindi in via Matteotti.
Appena sceso dalla macchina, il ciclone Sgarbi vede la statua di don Grazioli. Si avvicina, quasi si arrampica per carpirne tutti i particolari. Chiede chi è il personaggio raffigurato e le origini del monumento. Questa volta è Cic che racconta la storia del prete lavisano.
Ma la voglia di osservare di Sgarbi è incontenibile. Gira lo sguardo verso destra e vede il palazzo Noihaus, il Palazzo Dinastiale Capitanale. Ne è affascinato. Vorrebbe entrarci. Ma si tratta di una proprietà privata e non è possibile accedere.
Nel frattempo Mauro Nardelli ci ha raggiunto ed entriamo a palazzo Maffei.
Vediamo le cantine fonde e il primo piano, che purtroppo è un cantiere. Ci aggiriamo per il secondo piano con i pavimenti in legno intarsiati. Pur con i lavori in corso, Vittorio Sgarbi ne coglie la bellezza e le potenzialità. Ci fa i complimenti per il palazzo, per il complesso dei Ciucioi e per il centro storico di Lavis che è di notevole interesse storico ed artistico.
Si lascia anche scappare che sui Ciucioi sarebbe bello organizzare una mostra di sculture mentre a palazzo Maffei, una volta ristrutturato, si potrebbe pensare ad altre mostre. Il suo pensiero galoppa. Il suo sguardo corre su edifici, portoni e stemmi. Un’ultima visita è per il palazzo del municipio dove recuperiamo alcuni libri su Lavis da donare al nostro ospite.
È ora di andare.
Dopo un paio di ore davvero intense, Vittorio Sgarbi e Franco Panizza ripartono, non prima di averci ringraziato e fatto ancora una volta i complimenti per il nostro paese e per le sue bellezze architettoniche e artistiche.
Chissà che quel “sarebbe bello organizzare” non possa veramente concretizzarsi in qualche cosa di importante per la nostra Comunità. È quasi mezzanotte. Adesso la giornata è veramente finita e ce ne torniamo a casa con una storia in più da raccontare.
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