LAVIS. Prosegue la sfilata dei personaggi indimenticabili, quelli che praticamente all’interno della borgata hanno lasciato il segno del loro passaggio, unito ai tanti ricordi delle loro opere meritorie, tutte a favore della comunità e dell’associazionismo volontaristico esistente sul territorio nostrano.
Tocca ora ad Aurelio Rasini (1927-2013), figura di spicco nel campo lavorativo, culturale, politico e anche amministrativo. Si può subito dire che è stato un grande storico, uno storico veramente doc, appassionato nel vero senso della parola. La storia locale era la sua più grande passione, quella che partiva dai primordi di Lavis. Da quando la piccolissima borgata era solamente quel pezzo di roccia intorno al Pristòl, lambita solamente dall’Avisio anche fin dove sorse poi la prima chiesa lavisana.
In quella casa si teneva la famosa “Regola” o Congresso dei “Vicini”, in essa vennero discussi per tanto tempo gli affari più importanti del paese e prese anche le relative deliberazioni. La sua casa poi, raccontava più volte, in seguito agli eventi della rivoluzione francese e gli echi napoleonici anche in paese, venne bruciata nel 1796, dopo l’incendio le “Regole” furono convocate in casa dei sindaci che in seguito si succedettero a Lavis.
Aurelio Rasini ricordava anche il passato politico di suo padre Giuseppe, un uomo probo, che divenne sindaco di Lavis dal 28 gennaio del 1922 e poi anche Commissario Prefettizio fino al 2 aprile del 1926.
Aveva però altre grandi passioni che abbracciavano, oltre al grande e sempre innovativo campo della fotografia, quello dell’ottica in particolare, ma anche dell’elettronica in generale: radio e tv. Poi negli anni più recenti aperto anche al computer in tutte le sue funzioni e versioni crescenti.
Era anche un grande anfitrione e coinvolgeva le persone. Cercava la compagnia non solo per l’amicizia, ma per migliorare e potenziare le sue conoscenze in tutti i campi della vita. Scambiando esperienze, conoscenze e anche sperimentando e allargando la sua simpatica ragione di vita
Era stato uno dei grandi supporter-collaboratore-accompagnatore del grande storico e archivista lavisano Albino Casetti nella stesura preparatoria, predisposizione e ricerca di materiali e foto sul territorio per il grande libro “La storia di Lavis” uscito nel 1980 proprio dalla penna del Casetti.
Del Circolo era stato il primo e unico fondatore ufficiale, insieme naturalmente al primo staff di appassionati, l’unico ed insostituibile primo direttore tecnico per antonomasia. Delle serate del gruppo dei CineFotoamatori e poi delle uscite fotografiche sul territorio, restano indimenticabili gli episodi – tra il serio e il faceto – di quanto si approntavano le prime foto per il libro del Casetti e anche per qualche concorso fotografico al quale il Circolo partecipava.
Di mezzo ci sono state due Guerre Mondiali, ma il percorso che già la «Pro Cultura» aveva tracciato non si era spezzato del tutto. Così, quando nel 1966 un gruppo di appassionati studiosi locali – animati proprio da Aurelio Rasini – decisero di dare vita al «Circolo FotoCineamatori», si trattava di continuare su quella stessa strada. Non solo foto e video, insomma. Lo ricordano i protagonisti di allora: il circolo organizzava anche mostre, pubblicazioni, gite e conferenze. Negli anni Settanta, i soci erano ormai più di 400: un successo tale che si decise anche di creare una nuova sezione del circolo. Diventerà poi del tutto indipendente.
Nel 1972, aprì quindi l’Associazione Culturale Lavisana, ancora con Aurelio Rasini come direttore. Ma a ben vedere, sin dall’inizio essa era idealmente una rifondazione, sulla stessa via – mai del tutto interrotta – della «Pro Cultura» del 1910. L’Associazione è oggi ancora molto attiva a Lavis: è proprietaria e ideatrice di questo sito, ilMulo.it. Per maggiori informazioni, o per iscriversi, si può consultare il sito ufficiale. (d.e.)
Aurelio era il regista indiscusso che insegnava, consigliava, proponeva, le varie pose e le innumerevoli inquadrature.
Davanti alla chiesa arcipretale e all’imbocco del 2° Vicolo del Pristòl, quello che sale rasentando il campanile. Si lavorava con riprese sempre in posa, quindi senza nessun flash o illuminazioni varie, ma con la sola lampada stradale che era posata tra la chiesa e la casa Nardelli.
C’era chi controllava la macchina sul cavalletto, l’esposizione poteva durare anche intorno ai cinque minuti. C’era anche chi doveva stare attento che non entrassero in scena gli occasionali “intrusi” che giravano da quelle ore. Essendo una posa lunga, se qualcuno entrava in campo magari per salire sul Pristòl, non veniva immortalato ma veniva invitato a fare presto per uscire di campo e dalla scena.
Analoghe operazioni, quando si riprendeva sempre in notturna e con le prime diapositive a colori, avvenivano nel piazzale e stabilimento della Cantina La Vis, al monumento a don Grazioli nella omonima piazza, alla chiesetta di Loreto, a quella di San Lazzaro e anche ai Ciucioi che allora erano di proprietà privata.
Sempre Aurelio insegnava periodicamente, oltre ai più grandicelli nelle serate in sede, anche ai ragazzi della “Pro Loco Ragazzi”, sempre sull’uso delle macchine fotografiche di famiglia, sulla stampa del bianco e nero in camera oscura, sui componenti di sviluppo per il laboratorio e la loro creazione in proprio.
C’erano le storiche, di marche, dalla Philips, Vega, Magnadyne, Telefunken, poi anche le Allocchio Bacchini, le Siemens, anche le Geloso e altre. È stato merito suo se la radio e poi anche la televisione iniziarono ad entrare nelle famiglie e anche in tutti i bar del paese con successo.
Collaborò anche con la Parrocchia, partecipando come tecnico progettista nonché direttore lavori ai primi grandi interventi edili di restauro dell’Oratorio, nei primissimi anni ’60 con l’arciprete don Luigi Zadra, poi a quelli effettuati in chiesa arcipretale nel 1980.
Sua la targa fatta murare all’ingresso della chiesa vicino al battistero in ricordo dello storico progettista e direttore lavori proprio dell’arcipretale (nella foto qui sopra). Era stato anche validissimo collaboratore per diversi anni all’interno del Consiglio Parrocchiale degli Affari Economici che era presieduto da dottor Eliodoro Coppi.
Una figura sicuramente indimenticabile quella di Aurelio,non solo per chi lo aveva conosciuto a stretto contatto di gomito, ma per tutta la borgata lavisana. Ha lasciato un grande patrimonio storico e fotografico insieme. Una vera miniera d’oro, fatta di ricordi sul passato lavisano ma non solo su quello.
Una grande figura di uomo colto e impegnato, gran conoscitore della vera storia, quella raccontata ma anche di quella ancora da raccontare… Viene ricordato anche come un uomo buono, socievole, allegro, impegnato e sensibile, sempre pronto e disponibile verso tutto e tutti, simpaticamente sempre pronto alla battuta in tutte le iniziative comunitarie, sociali e anche politiche del suo paese!
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