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Il Törggelen in Südtirol: viaggio in val d’Isarco, alla scoperta dei paesaggi e dei sapori di Chiusa e Velturno

CHIUSA. La tradizione del Törggelen ha origine in val d’Isarco e consiste nell’assaporare i doni che la natura ha offerto nella stagione autunnale appena conclusa.

Velturno è considerato il centro del Törggelen perché qui fioriscono oltre tremila castagni che sono il simbolo del comune, i caldi colori autunnali accompagnano passeggiate ed escursioni lungo il sentiero delle castagne, itinerari che si estendono dal fondovalle (530 m) fino alla vetta Monte del Pascolo (2439 m).

Il Monastero di Sabiona

È la festa del ringraziamento che si svolge durante le funzioni religiose ma anche negli antichi masi; la visita a Chiusa, uno dei borghi più belli d’Italia permette di immergerci in questa idilliaca atmosfera. Il centro storico con le sue belle facciate colorate fin dal mattino è visitato da turisti, in particolare tedeschi, che apprezzano il borgo pittoresco, con i suoi cafè, negozi, chiese e castelli.

È d’obbligo una visita al Monastero di Sabiona, detto anche “Acropoli del Tirolo” che sorprende per gli scorci e virtuosi dipinti alle pareti nella Chiesa di Santa Croce. Terminata la visita culturale, un gruppo di amici della provincia di Bolzano ci fa da guida all’antico “Buschenschank/Törggelestube”  Glangerhof.


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Una storia lunga 400 anni

Prima di pranzo è consigliato fare una passeggiata per ammirare il magnifico panorama della valle sottostante, il paese di Velturno incorniciato dalle cime dolomitiche. Nel parco intorno al maso Glangerhof (1000 mslm) vengono allevati 20-30 cervi, mucche, cavalli e piccoli animali della fattoria.

All’interno del maso è possibile visitare il museo dei contadini, una storia lunga 400 anni che racconta una vita d’altri tempi, ogni Stube presenta un nome e l’arredamento tipico in legno. Fotografie della numerosa famiglia, attrezzi da lavoro e l’immancabile cervo fanno bella mostra insieme ai gerani rossi alle finestre.

Piatti tipici

Arrivano le portate: taglieri di salumi e formaggi locali, zuppa d’orzo con verdura e pezzetti di stinco, frittelle con crauti, bollito misto di carni accompagnato da salse piccanti e senape, rapfen con marmellata di mirtillo rosso e caldarroste. Il tutto innaffiato dal vino novello rosso e bianco. Per concludere un bicchierino di nocino o kirsch.

Nel pomeriggio il signor Martin intrattiene i commensali con la fisarmonica, musiche tirolesi che scaldano l’atmosfera, invitando al ballo e ai canti.

Senza gli smartphone

L’allegra compagnia si intrattiene ancora un po’ mettendo da parte una volta tanto gli smartphone, qui la comunicazione reale è sentita, famiglie e amici, adulti e bambini vivono la giornata in un ambiente naturale.

La cura del paesaggio, il buon cibo e la cordialità della famiglia Oberhofer hanno reso piacevole questa domenica di ottobre calda e assolata, dove tradizione, cultura e lavoro dell’uomo contribuiscono allo sviluppo del turismo ecosostenibile in ogni stagione dell’anno.

Bisogna valorizzare l’equilibrio dei contrasti, in cucina e nella vita.Davide Oldani
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Maria Cristina Betzu

Vive a Pressano, laureata in Economia Politica all’Università degli Studi di Trento. Dopo molti anni di lavoro nella pubblica amministrazione decide di conseguire un Master come Orientatrice in ambito scolastico e professionale e collabora in diversi progetti. Dal 2013 scrive per lavocedeltrentino.it soprattutto di turismo, ambiente, storia e cultura.

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