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Da 35 anni a dirigere gli angeli. La storia e la musica di Camillo Moser

LAVIS. Dall’anno prossimo saranno 35 anni che il musicista e compositore lavisano Camillo Moser (1932-1985), ha lasciato la musicalità di questo mondo per andare a dirigere quella del coro degli angeli. Camillo aveva la musica nel cuore. E lo sapeva dimostrare in ogni sua creazione musicale e all’interno di ogni sua composizione più o meno complessa o di forte richiamo.

L’organista in chiesa

Aveva iniziato sin da giovane a Lavis e nella cantoria della chiesa arcipretale di Sant’Udalrico aveva più volte assistito, trepidante ed estasiato, alle esibizioni e alle evoluzioni dell’allora organista della chiesa, Giovanni Devigili. Era sempre in disparte, silenzioso, che osservava le mani forti e rugose di Giovanni che percorrevano la grande tastiera dell’antico organo “Mascioni”.

L’organista a un certo punto si alzava e chiedeva quasi sempre a bassa voce al giovane Camillo «vuole suonare Lei?». «Grazie, volentieri!», gli rispondeva tutto d’un fiato il giovane già promettente musicista… Quelli erano i primi giorni in cui sbocciava la sua passione musicale.

L’amore per la musica

Dopo la maturità magistrale si era subito diplomato in pianoforte, canto corale e composizione. Era andato poi a Milano, dove aveva frequentato con successo i corsi per direttore d’orchestra. Intanto il mondo della scuola, dove iniziò ad insegnare alle elementari di vari centri del Trentino, costituiva soltanto un momento un po’ particolare dei suoi interessi. Il suo vero amore per la musica prese quindi il sopravvento su tutto il resto e lo allargò all’intero mondo corale della nostra provincia e non solamente di quella.

Non bisogna poi certo dimenticare che per la coralità trentina in generale, Camillo Moser operò con la massima dedizione e il totale impegno. Impegnò il suo tempo sia come compositore e armonizzatore, sia come istruttore e direttore di tanti cori. Ottenne la cattedra di teoria e solfeggio al Liceo Musicale Gianferrari di Trento (divenuto poi Conservatorio) e la mantenne fino alla sua morte improvvisa avvenuta il 25 aprile del 1985.

Maestro di cori

È da sempre ricordato da tutti, allievi e colleghi, come una persona estroversa e comunicativa con tutti. Specialmente con i coristi dei complessi che aveva diretto con passione e tanto amore. Tra questi il Coro Polifonico di Riva del Garda e la Corale cittadina di Trento, insieme agli altri molti cori, che conosceva, guidava, incoraggiava e amava allo stesso tempo.

Negli ambienti cosiddetti “ufficiali”, Camillo era timido e riservato. Era un emblematico esempio di modestia e vero senso del dovere, in quel clima tutto di “arrivati”, pieno di concorrenzialità a volte incomprensibile.

Poesia in musica

Autore fortunato anche di musica strumentale, era sempre alla ricerca di una vera e propria “poesia-musica”, vista anche come rapporto tra il Creatore e la creatura, tanto era profondo e radicato il suo senso di religiosità, in tutte le sue molte ispirazioni e composizioni.

Varie centinaia, queste ultime, quasi tutte per coro: canti per bambini, canti sacri e popolari, brani superbi di polifonia indimenticabile. Fra le varie pubblicazioni merita sicuramente un particolare rilievo l’intera raccolta de “La Madonina” ispirata alla ormai celeberrima canzone musicata sulle parole del grande amico e collega indimenticabile Italo Varner, editata e distribuita dalla Provincia Autonoma di Trento.


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Consulente della Rai

Tra le altre perle di composizioni sacre, ci sono la “Messa di Santa Cecilia” del 1959 e la “Messa” del 1968. Sono poi da ricordare i due Oratori per orchestra e voci miste denominati “La Santa Croce”, composto da un testo inedito del 1700 , scoperto e ritrovato proprio da don Silvio Bernard nelle sue quotidiane visite nell’archivio della Parrocchia in canonica. Quindi anche “Akathistos”, composto successivamente su un antico testo greco di un inno alla Vergine Maria.

Camillo Moser ha poi anche collaborato con varie riviste di musica sacra anche nazionali. Fu poi chiamato a far parte delle varie giurie e concorsi in campo nazionale e provinciale, era membro attivo e superimpegnato nella Commissione del Festival di Musica Sacra di Trento e Bolzano, anche consulente della Rai sede di Trento e poi naturalmente della Federazione dei Cori del Trentino.

Opere incompiute

Molti sono stati anche i premi, meritatissimi, avuti nei vari concorsi regionali e nazionali. Insegnò poi anche nei vari corsi della Scuola di Musica Sacra. Il suo nome – forse non tanto rivalutato e ricordato dalla sua terra di origine – ha poi trovato anche un meritato ampio spazio e grande fama nel conosciutissimo Dizionario Musicale Utet.

Quando morì aveva terminato i primi due tempi di una sinfonia che lo aveva tenuto impegnato intensamente per parecchio tempo. Non riuscì a lasciare l’ultimo tempo e nemmeno a completare un brano per corno e pianoforte che Camillo si era ripromesso di suonare insieme all’ultimo dei suoi tre figli, Diego.

Quest’ultimo però, eseguì poi successivamente con il suono del corno il brano, che così divenne e rimase un “Frammento”. Al pianoforte non c’era più il papà Camillo, c’era un compagno di Diego musicista anche lui.

Il ricordo di Italo Varner

Non poteva mancare, infine, nemmeno un contributo diretto dall’amico di tante avventure artistiche passate e vissute insieme, Italo Varner, che aveva ricordato così il suo grande collega-compositore:

«Camillo Moser ha avuto il merito indiscusso di essere stato, prima ancora che compositore e per quanto lo fosse, un maestro, una guida sicura, cresciuta nella Palestra che egli volle severa, ma amata, come lo scalatore può amare il percorso rischioso e il sole che magari lo acceca. Egli,infatti, identificò, si può proprio dire, il suo lavoro con la sua stessa vita …»


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Il concorso “Camillo Moser”

Camillo Moser è stato quindi ricordato, non solo negli anniversari della sua scomparsa, ma anche nel Concorso a premio biennale di composizione musicale a lui intitolato, voluto dal Comune di Lavis insieme alla Provincia di Trento e alla Federazione dei Cori del Trentino.

Si iniziò questa avventura il 3 ottobre del 1987 all’Auditorium Santa Chiara di Trento e si proseguì poi, puntualmente, fino alla quarta edizione del Premio, avvenuta la domenica 24 ottobre del 1993 e questo per l’ultima volta in assoluto…

Alla sua terra

Anche la Scuola Musicale, nata per volontà di un gruppo di genitori nell’ottobre del 1981, dopo la sua scomparsa prese il nome di “Scuola Musicale Camillo Moser” proseguendo l’attività con questo nome per alcuni anni. Analoga scuola però è ancora in vita col suo nome ma a Pergine.

Lo ricordiamo così come lo aveva definito a suo tempo un suo ex allievo Francesco Pisanu sulle pagine di Questo Trentino:

«Un musicista che alla sua terra trentina ha donato tanto: attraverso le sue musiche, il suo impegno di direttore di coro, la sua opera didattica. La sua terra, invece, è stata verso di lui meno generosa, meno di quanto lo meritasse un figlio di così vero e grande talento».

Patrimonio dell’umanità

E alla sua scomparsa riscrisse nuovamente di lui l’amico fraterno Italo Varner:

«L’incommensurabile segreto della vita (e dei suoi intraducibili accadimenti) si ravviva di significato, di una risposta quindi, quando la dimensione dell’uomo viene colta nell’azione di donare, di lasciare agli altri, di operare perché il proprio lavoro-conquista-creazione diventi patrimonio dell’umanità che prosegue, scuola inesausta, mattino che sempre succede alla sera.

 

E così la morte si spegne nella vita stessa, soprattutto in quelle dei giovani, quali primi destinatari dell’opera e dei messaggi degli scomparsi. Parlare di Camillo Moser significa testimoniare ancora una volta tutto questo e lo faccio come tributo alla mia lunga amicizia e collaborazione con lui in qualità di autore di testi letterari per bambini e per canti popolari e sacri, allo scopo di aggiungere un tassello di mosaico che spero possa comporsi sulla persona, l’opera, lo spessore creativo di Camillo Moser».

35 anni

E dopo ben 35 anni dalla sua scomparsa, la comunità lavisana si ritroverà ancora e riscoprirà, con il passare del tempo e completamente nel ricordo, gli altri festeggiamenti in suo onore.

Saranno sicuramente organizzati, programmati e avviati dalla nuova Amministrazione Comunale che nascerà dal prossimo maggio del 2020.

Giovanni Rossi

Giornalista, scrive per "Vita Trentina". Per decenni è stato il corrispondente da Lavis per "L'Adige". Memoria storica e appassionato di cinema, ha lavorato come tuttofare per il Comune di Lavis fino alla pensione. Scrive per "Il Mulo" dopo essere stato una delle colonne del giornale digitale "La Rotaliana".

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