LAVIS. La fusione della Cassa Rurale di Trento con quella di Lavis: preannunciata, attesa, data per certa (poi si vedrà …) avrà/avrebbe anche un “effetto collaterale” artistico: di certo non dei più importanti, ma dal punto di vista storico culturale con un peso ed un ruolo non indifferente. Intendo la valorizzazione di Othmar Winkler “lavisano”.
Il noto scultore che, pur con interruzioni, visse a Lavis con la famiglia circa dal febbraio ’43 al dicembre ’52 è, fra l’altro, l’autore, una delle sue opere non proprio giovanili ma quasi, della bella Via Crucis in legno collocata già dal 1945 nella chiesa parrocchiale di Sant’Udalrico.
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Su tale opera circa 15 anni fa ebbi occasione di scrivere un contributo edito nel libriccino collettaneo unitamente ai contributi di don Bruno Tomasi e don Ambrogio Malacarne, e le foto di Ettore Bellini. Recentemente tale pubblicazione è stata ricordata nell’articolo di Giovanni Rossi uscito in Il Mulo. Colgo l’occasione per ribadire che tale libriccino è in distribuzione presso la Canonica, la Biblioteca Comunale e la sede della Pro Loco.
L’altra via Crucis
Poco dopo quell’opera, Winkler ha scolpito, sempre in legno, un’altra Via Crucis, rispetto a quella di Lavis assai più famosa, anche a causa del dibattito e delle contestazioni forti che ne accompagnarono la presentazione, non solo immediatamente, ma anche nei mesi e negli anni a seguire. Si tratta della grande Via Crucis per la chiesa di Maria Bambina, a Trento in via Borsieri.
Con l’abbandono della chiesa e di tutto il complesso da parte delle suore, le stazioni di quella Via Crucis sono state spostate nella attigua chiesa del Collegio Arcivescovile Celestino Endrici. Amareggiato dalle critiche subite in quella occasione, Winkler abbandonò la scultura lignea e, quasi del tutto, i temi sacri, per dedicarsi soprattutto alla scultura bronzea di soggetto storico, laico e profano.
Altre opere
Dalle sue mani d’oro sono usciti il ciclo su I lavori fondamentali dell’Uomo (1955-1958, a Teodone), quello su Il lavoro dell’uomo (1962-1966, a Trento in palazzo della PAT), quello su La storia delle Genti Trentine (1982, a Trento in palazzo Trentini), la scultura di L’uomo proteso verso il volo (a Trento all’areoporto) e via via decine e decine di altre opere, oggi in collezioni sia pubbliche che private, spesso di gran peso.
La statua di De Gasperi
Fra queste la monumentale statua dedicata all’allora presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Alcide De Gasperi eretta nel 1971 a Matera, omaggio al grande statista e al centralissimo ruolo da lui avuto per il fiorire della nuova città nata dai Sassi.
La Cassa Rurale di Trento si è presa a cuore tale opera. Recentissimamente ha finanziato la pubblicazione del volume “Othmar Winkler a Matera. La genesi del monumento ad Alcide De Gasperi”, a cura di Roberto Pancheri; ne ha ospitato una presentazione di alto valore scientifico alla presenza di importanti relatori sia trentini che lucani; ha curato l’allestimento di una mostra documentaria (aperta fino al 31 gennaio 2020, a entrata libera e gratuita) sulla genesi del monumento, al piano terra della sede in via Belenzani a Trento.
Genius loci
Realizzato come simbolo della lingua italiana e dell’italianità della città, il monumento al fiorentino Dante Alighieri di Trento è opera dell’artista fiorentino Cesare Zocchi. A quasi cent’anni di distanza, alla realizzazione del monumento al trentino Alcide Degasperi a Matera venne incaricato il trentino-tirolese Othmar Winkler. Questo come quello appare essere cioè un intervento che esalta la capacità di certi artisti eletti di interpretare, ed al contempo di essere testimoni, della specificità culturale di un luogo, di esserne il genius loci.
Di più: un monumento che nelle tante pubblicazioni su Othmar Winkler è spesso soltanto citato, appare ora agli occhi di tutti un intervento sociologico assoluto. L’artista Othmar Winkler (1907-1999), insieme soltanto al museologo Giuseppe Šebesta (1919-2005), al giornalista Aldo Gorfer (1921-1996) e al fotografo Flavio Faganello (1933-2005) acquista in pieno la dimensione a lui propria di interprete alto del mondo contadino regionale.
“Mondo contadino” non inteso semplicemente, come oggi sempre più spesso si fa, come valenza enogastronomica legata al turismo, ma nel suo senso più proprio di modalità culturale, professionale, economica, etica, religiosa, spirituale a 360 gradi, senza rimpianti nostalgici nei confronti della tradizione, ma con la lucida capacità di coglierne lo spessore e i valori.
Una mostra ai Ciucioi?
È chiaro allora che per Lavis, cittadina nella quale in tanti ancora ricordano Othmar Winkler con affetto e che da più di sessant’anni custodisce nella chiesa parrocchiale una sua alta testimonianza di arte e di fede, avere ora una delle sue massime anime economiche, la Cassa Rurale, unita ad una Cassa Rurale che ha appena prestato così viva attenzione, costituisce un concreto elemento di vicinanza con il più grande artista regionale del secolo scorso.
Chissà se l’auspicato utilizzo del Giardino dei Ciucioi per ospitare mostre d’arte di alto valore non potrebbe proprio incominciare con una mostra di sculture (di bronzo all’aperto, di legno e di gesso protette dentro le serre) di Othmar Winkler.
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