LAVIS. Il violino di Auschwitz suonerà nel silenzio del teatro di Lavis, venerdì sera alle 21. Mezzora prima una fiaccolata, organizzata dal circolo culturale Lavistaperta, attraverserà le vie del centro, partendo dalla piazzetta degli alpini. Continuano a Lavis le iniziative legate alla “Giornata della memoria”, per ricordare la Shoah e fare in modo che tragedie di questo tipo non si ripetano più. Dopo il lunedì che ha visto impegnate le scuole, in collegamento con Liliana Segre, venerdì 24 gennaio in un certo senso l’impegno per la memoria si estenderà a tutta la cittadinanza.
Una scrittrice, Anna Lavatelli, e una violinista, Alessandra Sonia Romano, saranno le protagoniste di un reading musicale che racconterà e farà rivivere il suono del “violino della Shoah”. La storia dello strumento che ha vissuto il dramma di Auschwitz e quella delle persone che l’hanno posseduto, è stata ricostruita grazie ad uno straordinario ritrovamento di Carlo Alberto Carutti, ingegnere milanese appassionato di arte e collezionista di strumenti a corda. Nel 2014 ha scovato un pregiato violino “Collin-Mézin” sulla bancarella di un antiquario di Torino.
Scrive Anna Lavatelli nel suo libro “Il violino di Auschwitz”:
Piano piano riesce a ricostruire tutta la storia: la famiglia di Enzo fu costretta, a causa delle leggi razziali, a fuggire da Torino per rifugiarsi nella Villa Truffini di Tradate, dove vennero ospitati dagli Sternfeld e dove attendevano l’occasione di fuggire in Svizzera. Qui però, il 12 novembre 1943, Enzo, la sorella Eva Maria e la mamma Egle furono arrestati dai tedeschi, mentre il padre Edgardo si salvò. Eva Maria decise di non abbandonare il suo amato violino e lo portò con sé. I tre vennero portati a San Vittore, dove rimasero fino al 6 dicembre 1943, quando vennero deportati al campo di concentramento di Auschwitz.
Solo i due fratelli superarono la selezione, ma furono costretti a separarsi. Eva Maria, proprio grazie al suo violino, fu portata a Birkenau, dove entrò a far parte di un’orchestra femminile. Enzo, invece, fu destinato a Monowitz dove lavorò per un’azienda produttrice di gomma sintetica. Eva Maria perse la vita nel campo di sterminio, probabilmente nella seconda metà del 1944, mentre Enzo riuscì a salvarsi e, soprattutto, a recuperare il violino della sorella. Tornato a Torino dopo la liberazione, Enzo si tolse la vita, ma non prima di aver fatto restaurare il violino.
Il grande liutaio a cui si rivolse ne ricompose la tavola armonica sventrata, aggiunse sul fondo la stella di Davide a losanghe di madreperla e applicò un cartiglio con 6 misure di una frase musicale accompagnata dal motto “Der Musik Macht Frei” (La musica rende liberi).»Anna Lavatelli
Anna Lavatelli, scrittrice lombarda, vincitrice nel 2005 del prestigioso premio Andersen era già stata a Lavis un anno fa. In quella occasione aveva incontrato i ragazzi della scuola media che avevano letto il suo libro. Ne era nato un confronto molto bello, in cui la scrittrice aveva invitato i ragazzi a seguire le loro passioni. E a fare tesoro degli anni della scuola. Questa volta all’Auditorium suonerà invece il “violino di Auschwitz”, quello originale, normalmente conservato nella sala della musica al Museo civico “Ala Ponzone” di Cremona.
Così la musicista Alessandra Sonia Romano accompagnerà con la musica il racconto di Anna Lavatelli. Il sipario si alzerà alle 21. L’ingresso è libero con raccolta di offerte per il progetto “Solidali per la solidarietà”.
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