LAVIS. La Casa di Riposo di Lavis oggi è chiamata A.P.S.P., Azienda Pubblica Servizi alla Persona, ed è dedicata al suo fondatore-promotore-sostenitore “Giovanni Endrizzi”. Proprio quest’anno compie i 95 anni di vita sul territorio e in mezzo alla popolazione lavisana.
La storia, la vera storia della Casa, è costellata da una miriade di ricordi. Sono testimonianze e contributi indimenticabili di questi 19 lustri di vita intensa. Con le persone, tutte le persone, che hanno fatto veramente la storia, sociale e assistenziale, di tutta la borgata in riva all’Avisio e non solo di quella. Noi de ilMulo.it ora proviamo a raccontarla.
Tanto ci sarebbe da dire e da raccontare sulla storia interna ed esterna della Casa e su tutte le varie dirigenze e comitati di gestione che si sono succeduti in questi quasi cento anni di vita. Attualmente il Consiglio di amministrazione è presieduto da Alberto Giovannini, vicepresidente è invece Cristina Nardelli. I tre consiglieri sono Dennis Pisoni, Jessica Chistè e Maria Teresa Vichi: tutti scadranno dalle cariche il 17 giugno del 2023.
Questa storia inizia dunque nell’anno 1913. Risale ad allora la decisione unanime di costruire il nuovo fabbricato nella campagna detta del “Grez” in via Orti, vicino all’Avisio. Quella zona non era ancora movimentata dalla strada nazionale (lo stradone) e nemmeno dal ponte sull’Avisio. Era una plaga di campi e pergole vitate, con tantissime piante di “stropari” (salice viminario detto anche “salgar”) che circondavano le varie rogge e i confini delle campagne tutt’intorno.
Inesorabile arriva poi la guerra. Il cantiere ha già raggiunto il piano rialzato, ma i lavori vengono interrotti e sospesi. Tutto rimane fermo inesorabilmente per cinque anni, con l’edificio in costruzione che è esposto a tutte le intemperie e ai disagi stagionali. A guerra passata, si riparte con lena e tanta buona volontà da parte di tutti, Municipio compreso. I costi intanto sono aumentati arrivando a superare il quadruplo del primo preventivo originario.
La prima tappa era stata quindi raggiunta con successo ma anche con sacrifici economici da parte di tutti gli enti coinvolti. Ora si doveva pensare seriamente a far funzionare nel migliore dei modi tutta la grande istituzione benefica realizzata. Il Comune era povero di risorse e non sapeva certo da che parte cominciare. Anche la locale Congregazione di Carità non aveva nessun patrimonio e nessuna risorsa. Ci pensò allora quell’astro nascente che era il mecenate Giovanni Endrizzi a far partire nel modo giusto, e a lui più consono, tutta la macchina organizzativa e pratica. Tanto che ai tempi c’era chi lo aveva definito come “l’uomo della Provvidenza”, arrivato al posto giusto e proprio nel momento giusto.
Tutto procede in sintonia e regolarità. Arrivano anche i primi contingenti delle Suore di Carità appartenenti all’ordine delle Ss. Capitanio e Gerosa, praticamente le suore di Maria Bambina. Sono loro a provvedere, oltre che alla guida spirituale, anche all’assistenza interna ed esterna e a dirigere quindi l’operatività della Casa. Nel 1944, nel culmine della seconda guerra mondiale, si trasloca tutto quanto il possibile e si va a Camparta, ospiti nella villa degli Oss Mazzurana. Lì gli ospiti e il personale rimangono fino al 1° novembre del 1945 ormai a guerra finita.
Anche negli anni 60/70 si susseguono i lavori e i cantieri interni, lavori lunghi e infiniti che mettono a dura prova sia gli ospiti, sia tutto il personale e la dirigenza di allora, impegnata insieme al Comune e alla Provincia. Nel 2005 si sono festeggiati, finalmente e alla grande, gli 80 anni dell’Istituzione con una giornata particolare carica di ricordi, rimpatriate di vari personaggi e pregnante di buoni propositi anche per il futuro.
Tra cinque anni si festeggerà sicuramente il primo secolo di vita dell’Istituzione e forse ci saremo anche noi a ricordare il passato, quello di quando avevamo il “Ricovero” vicino a casa, con tutti i suoi personaggi caratteristici che hanno transitato al suo interno. Ma questa sarà un’altra storia che tratteremo prossimamente nella seconda parte, insieme alla vita di quel grande personaggio indimenticabile che è stato Giovanni Endrizzi, insieme al suo operato e alla sua grande passione nell’aiutare il prossimo, quello dei meno fortunati e delle persone sole. Quindi un arrivederci e… prossimamente ancora tutti qui per il secondo appuntamento! (Continua…)
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