Anche in paese si raccolgono le firme per indire un referendum. Ma con quale quesito? E cosa comporterà? Cerchiamo di capirne qualcosa di più
LAVIS. Martedì 11 febbraio alle ore 20.30 all’Auditorium Comunale di Lavis si terrà la serata informativa “Biodistretto Trentino – prospettive e presentazione della proposta referendaria” organizzata dal Comune di Lavis in collaborazione con il comitato promotore dell’iniziativa referendaria.
Di cosa si tratta? Il 28 dicembre 2019 sono iniziati a decorrere i tempi di 90 giorni per la raccolta delle firme per il referendum propositivo sulla qualificazione come distretto biologico del territorio agricolo della Provincia di Trento, dichiarato ammissibile il 23 dicembre scorso dall’omonima Commissione provinciale.
La richiesta, presentata al Consiglio provinciale il 29 luglio 2019, era stata sottoscritta da Fabio Giuliani, referente del Comitato del Referendum. L’oggetto del quesito (riportato di seguito integralmente) è l’istituzione del distretto del biologico in tutta la provincia di Trento.
Il quesito referendario approvato
“Volete che, al fine di tutelare la salute, l’ambiente e la biodiversità, la provincia autonoma di Trento disciplini l’istituzione su tutto il territorio agricolo provinciale di un distretto biologico, adottando iniziative legislative e provvedimenti amministrativi, nel rispetto delle competenze nazionali ed europee, finalizzati a promuovere la coltivazione, l’allevamento, la trasformazione, la preparazione alimentare e agroindustriale dei prodotti agricoli prevalentemente con i metodi biologici, ai sensi dell’articolo 13 del decreto legislativo 228/2001 e compatibilmente con i distretti biologici esistenti”?
Perché questa proposta?
In tutto il Mondo, Trentino compreso, si sta drammaticamente evidenziando come l’azione dell’uomo sull’ambiente possa causare disastri ambientali che ci mettono drammaticamente di fronte alla verità dei cambiamenti climatici e alla necessità di ripensare ai modi con cui abitiamo la Terra, come sfruttiamo le sue risorse che riteniamo, sbagliando, inesauribili.
In Trentino non vogliamo negare l’esistenza del problema, abbiamo l’obbligo di agire per preservare il nostro meraviglioso territorio, soprattutto per le generazioni future. Per questo in vari settori della società trentina ci si si è mossi per cercare di fare fronte a questa drammatica situazione cominciando con una proposta dal basso (il referendum) capace di influenzare positivamente le scelte politiche e economiche del nostro Territorio.
L’iter necessario
Dal momento in cui è stato dichiarato ammissibile il referendum (dicembre 2019) servono 8000 firme da raccogliere in tutto il territorio provinciale. Può firmare chi ha la cittadinanza italiana, è maggiorenne ed è residente ininterrottamente da almeno un anno in Trentino. Si può firmare presso le sedi dei Comuni di residenza, presso i vari gazebo a cura del comitato organizzatore presenti sul territorio o alle serate informative. A Lavis inoltre, oltre che alla serata informativa di martedì 11, è possibile firmare alla bottega Mandacarù in via Matteotti il martedì e il sabato dalle ore 10.30 alle 12.00 (ricordo che per firmare è necessaria la carta d’identità).
Se il comitato referendario riuscirà a raccogliere almeno 8000 firme entro fine marzo (al 1° febbraio ne erano state raccolte 3500) la Provincia dovrà fissare una data in cui saremo chiamati a votare per il referendum che sarà dichiarato valido se avrà raggiungerà il quorum minimo del 40%. Se, raggiunto il quorum, il quesito dovesse essere approvato dalla maggioranza dei votanti il verdetto sarà vincolante e le nostre istituzioni dovranno essere chiamate a lavorare e legiferare verso tale scopo.
Cos’è un distretto biologico?
Sul sito del comitato promotore viene spiegato così:
- Il Bio-Distretto è un’area geografica naturalmente vocata al biologico dove agricoltori, cittadini, operatori turistici, associazioni e pubbliche amministrazioni stringono un accordo per la gestione sostenibile delle risorse, partendo proprio dal modello biologico di produzione e consumo (filiera corta, gruppi di acquisto, mense pubbliche bio).
- Nel bio-distretto la promozione dei prodotti biologici si coniuga indissolubilmente con la promozione del territorio e delle sue peculiarità al fine di raggiungere un pieno sviluppo delle proprie potenzialità economiche, sociali e culturali.
- Con la nascita di un bio-distretto vengono messe in rete le risorse naturali, culturali, produttive di un territorio che vengono valorizzate da politiche locali orientate alla salvaguardia dell’ambiente, delle tradizioni e dei saperi locali.
Le perplessità
In questo periodo mi è capitato di parlare con agricoltori convenzionali che si dicono preoccupati di essere costretti a dover “diventare biologici” se vincesse il referendum. In realtà non vi sarebbe nessuna “coercizione”, nessun obbligo. La disciplina giuridica stessa che istituisce il distretto biologico su tutta la Provincia è molto chiara a riguardo e non potrà assolutamente vincolare i coltivatori, una volta approvata, all’obbligo dell’adesione al distretto biologico e nemmeno all’obbligo di adottare il sistema di agricoltura bio. Secondo i promotori l’istituzione del biodistretto sarà l’avvio di un percorso di trasformazione culturale, di un cambiamento di modello di sviluppo che nel tempo vedrà naturalmente confluire nella forma distrettuale sempre più aziende e operatori economici essendo essa più conveniente e adatta ad affrontare le sfide del futuro.
Sarà quindi fondamentale creare una rete, un tavolo partecipato e inclusivo dove le varie categorie (dall’agricoltura, al turismo, ai servizi e alle stesse istituzioni) si siedano e studino assieme le strategie e i percorsi migliori. Sarà la Provincia stessa ad avere il compito di convocare il tavolo tra le varie realtà, coordinare e promuovere la forma distrettuale, in modo venga recepita dagli operatori.
Verso uno sviluppo sostenibile
In conclusione un piccolo parere personale scritto da chi, quotidianamente, lavora nel mondo dell’agricoltura biologica: non so se questo referendum andrà mai in porto ma sono convinto che offra al nostro territorio una splendida occasione per avviare un necessario confronto sul futuro a cui vogliamo andare incontro, se subendolo o cercando di attivare collegialmente le migliori forme possibili per garantire a noi e ai nostri figli uno sviluppo sostenibile capace di una maggiore armonia con l’ambiente.
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