TRENTO. Salgono a 29 i casi di Coronavirus in Lombardia e nella mattinata di sabato è arrivata la notizia di una donna morta dopo aver contratto la malattia: aveva 75 anni ed era già debilitata da una polmonite. Si trovava in pronto soccorso quando è arrivato il 38enne di Codogno.
Anche in Veneto c’è stato il primo morto: è un uomo di 78 anni, deceduto venerdì sera. Lui compreso, in totale i contagiati sono al momento nove. Nel lodigiano il più grave è il giovane di 38 anni: è il primo paziente di cui si ha avuta notizia e che ha poi, molto probabilmente, causato il contagio anche degli altri. È probabile che i casi aumenteranno ulteriormente nelle prossime ore. Il medico Roberto Burioni, su Medical Facts, dà le indicazioni su come si dovrebbe agire:
Primo, bisogna individuare e isolare tutte le persone entrate in contatto con questi malati. Meglio isolarne venti di più, che venti di meno. Parliamo di due settimane d’isolamento, non di dieci anni di carcere duro. Un piccolo sacrificio, che sono sicuro questi cittadini sapranno fare per il bene pubblico.
Secondo, bisogna evitare che altre persone infette arrivino in Italia a diffondere il virus. Per questo, isolamento di tutte le persone che arrivano dalla Cina.
Questo significa anche che bisogna evitare panico e allarmismi, dando però allo stesso tempo una risposta al rischio di contagio. Il problema è infatti la facilità con cui il virus si diffonde: la quarantena è la risposta migliore per limitare l’epidemia, in attesa che i malati guariscano.
In Trentino al momento non ci sono stati casi di contagio. La situazione è monitorata da un’apposita task force che venerdì ha partecipato a una videoconferenza con il ministero della Salute, insieme alle altre unità di tutta Italia. L’obiettivo era di fare il punto della situazione in Lombardia, dopo il caso di Codogno, e stabilire i protocolli sanitari da seguire.
In assenza di contagi, al momento non sono previsti particolari provvedimenti, se non quelli già in atto per garantire la quarantena di chi è appena rientrato dalla Cina. Attualmente sono isolate volontariamente una quarantina di persone in Trentino, tutte senza sintomi. Sedici di loro si trovano alle ex caserme alle Viote, a Garniga Terme. Anche gli ospedali di Trento e Rovereto sono attrezzati per accogliere eventuali pazienti nei reparti di malattie infettive.
Il consiglio è di evitare luoghi particolarmente affollati e soprattutto di lavarsi bene le mani. In caso di presenza di sintomi sospetti – come febbre e tosse – si può chiamare il 112. Sarà poi la centrale unica d’emergenza a consigliare l’opportunità di recarsi all’ospedale, dopo il consulto telefonico, per la gestione di eventuali complicazioni di tipo respiratorio. È attivo anche il numero 1500 a cui rispondono gli esperti del ministero per richieste specifiche sul Coronavirus.
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