Ragazzi, dobbiamo proprio fare uno sforzo di immaginazione, per tornare all’inizio della storia di Lavis. Quando sono arrivati i primissimi abitanti, infatti, tutto era diverso. Dove oggi c’è il paese, c’erano solo sassi e paludi . C’erano tanti canali dove scorreva l’acqua. C’erano anche piccoli laghi che si erano formati da soli e probabilmente c’era anche un brutto odore.
Insomma: era proprio un posto orribile dove vivere . E infatti gli uomini della preistoria preferivano stare riparati sulle colline, per difendersi dalle alluvioni, dagli altri uomini e dagli animali feroci.
Nei giorni della chiusura delle scuole per il Coronavirus, ilMulo.it lancia un nuovo progetto: una serie di contenuti – in continua evoluzione – pensati per bambini e ragazzi (ma senza limiti di età).
Scopri la storia del paese con un linguaggio semplice e mettiti alla prova con i nostri quiz. L’obiettivo è di riuscire ad ampliare sempre di più una collezione a disposizione di genitori, insegnanti e ragazzi. Per imparare ad amare Lavis fin da piccoli (e continuare a farlo anche da grandi)!
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I primi villaggi
Brrr… che freddo! Fino a quasi diecimila anni fa tutta la valle era coperta dai ghiacciai . Quando si sciolsero, a causa del cambiamento del clima, gli uomini poterono iniziare ad esplorare la zona. I fiumi e gli altri corsi d’acqua non erano protetti e andavano a zonzo un po’ come pareva a loro. Il fiume Adige ad esempio formava tanti laghetti, alcuni più grandi e alcuni più piccoli.
I primi uomini ad avventurarsi in queste zone erano in realtà dei cacciatori. Andavano in cerca delle prede e poi si rifugiavano nelle grotte per passare la notte. A un certo punto, durante l’età del Bronzo, alcune di queste persone di passaggio decisero di fermarsi. Nacque così il primo villaggio di capanne , costruito sulle colline fra Lavis e Pressano.
I Reti
La popolazione che occupava questa zone era chiamata “retica”. I Reti erano un’antica civiltà. Erano abituati a dividersi in gruppi e formavano piccoli villaggi, proprio come quello costruito sopra Lavis. Il loro nome derivava probabilmente da un antico guerriero che si chiamava, indovinate un po’… proprio Reto.
Alcuni loro reperti sono stati trovati sul DOS PAION, che è la collina che si trova sopra Lavis. Qui avevano costruito le loro casette e qui coltivavano l’uva per produrre dell’ottimo vino. Il vino dei Reti piaceva anche ai romani… Secondo lo storico Svetonio, il grande imperatore Augusto ne andava matto! Cin cin!
La conquista dei romani
Uno dei figliocci di Augusto si chiamava Druso. Fu lui a guidare l’esercito dei romani che conquistarono la terra trentina, nel 15 a.C. I suoi soldati spaventarono molto i Reti, che preferirono scappare e abbandonare queste zone : rimasero solo alcuni uomini per coltivare le viti per fare il vino.
Druso decise di progettare una lunga strada che chiamò via Augusta . Per attraversare il torrente Avisio, i romani costruirono un ponte di legno, ma era in una posizione diversa rispetto ai ponti che ci sono oggi. Nel periodo romano si forma anche un piccolo paesino chiamato PRESSANO . In latino, il nome significa “posto sano”, perché era stato costruito sulle colline, lontano dalle paludi.
Il torrente Avisio
Già i romani avevano capito che potevano usare la forza dell’acqua per alimentare i mulini. Ma passeranno ancora tanti anni prima che le persone decidano di scendere dalle colline, per avvicinarsi all’Avisio. Solo allora costruiranno un nuovo villaggio, che prenderà il nome proprio da quel torrente. Quel villaggio si chiamerà Lavis …
E ORA… METTITI ALLA PROVA CON IL QUIZ!
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