Coronavirus, a Lavis e Mezzocorona nessun nuovo caso. Uno in più a Mezzolombardo

I dati aggiornati a martedì 17 marzo. Si aggrava la situazione in Trentino: ci sono stati 151 contagi in più

La conferenza stampa

LAVIS. Questo è il consueto spazio che dedichiamo ai numeri del Coronavirus, per chi non ha avuto la possibilità di seguire gli aggiornamenti. Oggi è martedì 17 marzo e questi sono i casi segnalati nella nostra zona, dall’inizio del contagio: a Lavis non ci sono stati nuovi casi (sono 4 in totale). A Mezzocorona i casi restano 3. A Mezzolombardo un caso in più (erano 3, ora sono 4). I dati sono aggiornati alle 14 e sono stati forniti dall’assessora Stefania Segnana in conferenza stampa.

Prima di proseguire con le note poco liete, lasciateci iniziare con un segnale di ottimismo, almeno per una comunità come la nostra. Lavis ieri si è unita per un flash mob. Non bloccherà certo il virus (per quello è importante restare a casa), ma ci fa sentire più uniti, pur nella distanza. Questa sera, se volete, ripeteremo l’esperienza. E ci piacerebbe, col tempo, raggiungere anche altri paesi vicini.

La situazione in Trentino


Torniamo dunque alla dura cronaca di quello che sta succedendo in Trentino. «La situazione si sta aggravando», ha detto Maurizio Fugatti. Ci sono 151 contagi in più su tutto il territorio, in totale sono 591 dall’inizio dell’epidemia. «È una crescita importante e che ci aspettavamo. Le misure restrittive riteniamo che potranno dare i propri risultati dal fine settimana in poi», ha spiegato il presidente. Fra questi casi positivi, in realtà 208 casi non hanno avuto la verifica del tampone: sono persone con sintomi, che hanno avuto contatti diretti con malati. Oggi, almeno, non ci sono stati nuovi decessi. E ci sono stati tre guariti in più (sono 10 dall’inizio).

«Questi numeri stanno comunque a significare che bisogna rispettare il più possibile le regole. Si esce solo per questioni di lavoro, per salute e per fare la spesa – ha detto Fugatti –. Non bisogna andare tutti i giorni a fare la spesa, meglio una o due volte a settimana. Questo per tutelare anche chi lavora». «I dati oggi ci segnalano che ci sono anche giovani che sono in terapia intensiva. Non riguarda solo gli anziani: anche per questo dobbiamo rispettare tutti le regole».



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