Coronavirus, com’è la situazione a Lavis? La spiegazione con tutti i dati

I casi positivi sono 69, ma 41 sono ospiti o operatori della casa di riposo. I malati non sono neppure l’1% dell’intera popolazione. I guariti sono 5, i ricoverati in ospedale 9

LAVIS. Da quando è iniziata l’epidemia, cerchiamo di tenervi aggiornati ogni sera sui dati della diffusione del coronavirus, nella nostra zona. Lo facciamo in sostanza riportando i dati comunicati in conferenza stampa. E talvolta cercando di spiegarli, se ci è possibile. Succede però che qualche lettore ci scriva per avere dei dettagli in più: ma non sempre riusciamo a dare una risposta.

Questa volta – partendo ancora una volta dalla richiesta di un lettore – abbiamo chiesto al sindaco di Lavis di chiarirci meglio la situazione in paese. Come sapete se ci seguite, dall’inizio dell’epidemia a Lavis ci sono stati in totale 69 casi.

Ma – ci chiedeva il nostro lettore – quanti di questi malati sono in casa di riposo? E quanti dunque all’esterno? Ecco la risposta, con i dati che ci ha fornito il sindaco.

La situazione a Lavis


I dati sono aggiornati a sabato, 18 aprile. I casi positivi dall’inizio, come detto, sono 69. Tra questi ci sono 5 persone che sono nel frattempo guarite. I deceduti purtroppo sono 2 (1 in casa di riposo). Attualmente, le persone ricoverate in ospedale sono 9. Gli altri malati si dividono fra la casa di riposo e l’isolamento in casa.

Ma come si dividono i 69 casi positivi? Entriamo più nel dettaglio.

  • 26 positivi sono ospiti della casa di riposo (uno di loro, purtroppo, come detto è deceduto)
  • 15 positivi sono operatori della stessa casa di riposo
  • Il totale di casi positivi che si riferiscono alla casa di riposo (ospiti e operatori) sono dunque 41
  • Ci sono infine altre 28 persone positive, che non hanno nulla a che fare con la casa di riposo di Lavis (2 però sono operatori di altre rsa)

AGGIORNAMENTO ORE 18.30: Purtroppo rispetto ai dati riportati qui sopra è arrivato nel pomeriggio un aggiornamento. In casa di riposo dobbiamo riportare un decesso in più, per un totale di 3 morti in paese dall’inizio dell’epidemia (2 in casa di riposo).



Le stesse famiglie


Ma come si prende il contagio? Dirlo con precisione non è semplice, anche perché non conosciamo la storia personale dei contagiati. Però c’è un dato che va sottolineato: più della metà dei positivi (esterni alla casa di riposo, si intende) sono appartenenti allo stesso nucleo familiare. Significa dunque che capita spesso di ammalarsi all’interno delle stesse pareti domestiche, quando una persona porta da fuori il virus.

Altro dato: l’età media complessiva dei malati è di circa 61 anni, anche se si ha notizia di persone molto giovani che si sono ammalate.

Un ritratto impreciso


Va fatta poi un’altra spiegazione. Quando comunichiamo i dati da soli, molte volte rischiamo di dare un ritratto quanto meno impreciso. Perché il numero di contagi da solo non dice nulla: perché va ovviamente rapportato al numero di abitanti presenti in un territorio. Spieghiamolo con un esempio semplice semplice. Se ci sono 10 casi su una popolazione di 10 abitanti, la cosa è molto più grave rispetto ai 10 casi su una popolazione di 1000 abitanti.

A Lavis, l’incidenza complessiva di casi positivi sul totale della popolazione è di circa lo 0,76 %. Escludendo i casi positivi in casa di riposo, l’incidenza scende allo 0,3 %. Ci sono paesi in Trentino che purtroppo stanno molto peggio. A Pellizzano, per esempio, questa percentuale è del 6,7%. A Pieve di Bono, Borgo Chiese, Campitello di Fassa e Canazei si aggira intorno al 4%. Secondo il sindaco Andrea Brugnara, «la situazione a Lavis è sicuramente sotto controllo». Per quanto sia indispensabile, ancora una volta, continuare a rispettare le regole di sicurezza.

In casa di riposo


Rimane però l’ultima precisazione da fare. La situazione più grave – è evidente – è quella della nostra casa di riposo (per la quale, lo ricordiamo, si può anche fare una donazione). Per fortuna, però, molti casi sicuramente positivi – perché verificati con il tampone – riguardano persone che stanno bene, non hanno sintomi o li hanno molto lievi.

Qualcuno è anche in via di guarigione. È un segnale di speranza che era importante condividere con voi.

Giornalista professionista, laureato in storia, ideatore e direttore de ilMulo.it. Ha lavorato a Roma nella redazione del quotidiano Domani, di cui è stato caposervizio. Ha scritto per il Trentino, il Fatto Quotidiano e laStampa.it. È stato direttore dell'Associazione Culturale Lavisana. (Scrivi una mail)

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