LAVIS. Ve lo abbiamo mai scritto che la missione di informarvi la stiamo portando avanti come attività di volontariato, completamente gratuitamente? Quindi scusateci se ogni tanto saltiamo un giro o arriviamo un po’ ritardo. Comunque eccoci qui: questo è lo spazio dove ogni giorno vi informiamo sull’andamento del coronavirus nella nostra zona. Oggi è martedì ed è il 21 aprile.
In realtà oggi abbiamo per fortuna molto poco da dirvi. I casi positivi in più, nelle ultime 24 ore, sono molto pochi a livello provinciale e nessuno nella nostra zona.
La situazione resta invariata (fra parentesi i casi totali dall’inizio): Albiano (4), Altavalle (6), Andalo (15), Cavedago (13), Cembra-Lisignago (11), Fai della Paganella (5), Giovo (3), Lavis (70), Lona Lases (2), Mezzocorona (29), Mezzolombardo (76), Molveno (4), Roveré della Luna (1), San Michele All’Adige (11), Segonzano (7), Sover (3), Spormaggiore (5) e Terre d’Adige (6).
Per gli stessi comuni vi riportiamo fra parentesi, qui, il numero dei guariti: Albiano (1), Altavalle (2), Andalo (4), Cavedago (6), Cembra-Lisignago (4), Fai della Paganella (1), Giovo (0), Lavis (11), Lona Lases (0), Mezzocorona (8), Mezzolombardo (22), Molveno (2), Roveré della Luna (1), San Michele All’Adige (1), Segonzano (1), Sover (0), Spormaggiore (0) e Terre d’Adige (2). In questo elenco sono riportati solo i pazienti guariti clinicamente (ovvero che hanno già fatto il doppio tampone negativo) e non i pazienti dimessi e in via di guarigione.
Si conferma il dato dei decessi: oggi ne sono stati comunicati 10, 3 sono all’interno delle case di riposo. Il dato dei nuovi casi positivi è molto basso (rispetto a qualche settimana fa, si intende): 18 nuovi casi, 17 scoperti con il tampone e uno senza. Per altro anche i posti occupati nelle terapie intensive sono scesi: ora sono 38.
I tamponi eseguiti sono stati 599. La percentuale di positività è dunque intorno al 3 per cento. «È un dato che ci segnala che il contagio è stabilizzato e anzi sta calando rispetto agli ultimi giorni – ha detto il presidente Maurizio Fugatti –. Non dobbiamo pensare che è un dato definitivo. Però è sicuramente un aspetto rassicurante sull’andamento della malattia».
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