TRENTO. Siamo vicini alla fine di aprile ed è il secondo mese in cui l’emergenza coronavirus è una realtà anche in Trentino. Anche stasera vi aggiorniamo su come vanno le cose nella nostra zona.
In realtà si fa presto, perché la situazione dei contagi nei nostri comuni resta invariata: Albiano (4), Altavalle (6), Andalo (15), Cavedago (13), Cembra-Lisignago (13), Fai della Paganella (5), Giovo (3), Lavis (96), Lona Lases (1), Mezzocorona (32), Mezzolombardo (89), Molveno (4), Roveré della Luna (1), San Michele all’Adige (13), Segonzano (7), Spormaggiore (6) e Terre d’Adige (6).
I contagi nuovi sono 40, tutti scoperti con il tampone. Di questi, 13 sono nelle case di riposo. I decessi sono 4, di cui tre alle case di riposo. Rimane stabile il dato dei posti occupati nelle terapie intensive: sono 22. I tamponi fatti non sono pochi: 1168 in totale. L’incidenza della positività sui tamponi eseguiti è del 3,4 per cento (ed è una buona notizia).
Le persone che stanno affrontando la malattia a casa sono 1183. I ricoverati in ospedale senza ventilazione sono 153. Infine, 12 persone sono ricoverate con la ventilazione semi-invasiva.
Verso la fine della prossima settimana, potrebbe chiudersi in consiglio provinciale l’approvazione di una legge. In sostanza, l’obiettivo è di riuscire ad anticipare in Trentino alcune aperture, rispetto a quello che succede a livello nazionale. In realtà, la situazione è ancora molto incerta. Anche a Roma si starebbe valutando la possibilità di garantire alle differenziazioni territoriali da metà maggio: ovvero, a scelte diverse nei territori.
Ovviamente, però, bisogna tenere conto del dato dei contagi. Attualmente, la situazione è stabile e incoraggiante. Ma rimarrà così anche con le prossime aperture? Il governo terrebbe in conto non solo questo aspetto, ma anche l’organizzazione sanitaria locale. Ovvero, la possibilità che un territorio ha di rispondere efficacemente a un eventuale inasprimento improvviso dei contagi: «Noi queste disponibilità le abbiamo sicuramente», dice il presidente Maurizio Fugatti.
Il vero pericolo è quello di cui vi riferivamo oggi in un articolo. Che le aperture corrispondano anche a un venir meno della responsabilità generale. Con il rischio che si sottovalutino le misure di sicurezza. «Le aperture ci saranno, ma solo se il contagio rimarrà basso – ha chiarito Fugatti –. Se i contagi dovessero rialzarsi, torneremmo indietro nelle libertà personali».
Nell'incontro in sala Spaur si parlerà di come si fa ricerca storica sulla Prima guerra…
Una sconfitta "da mangiarsi le mani” per i gialloneri che faranno visita sabato alla terza…
Un riconoscimento che premia anni di lavoro, passione e attaccamento al territorio
Anche quest'anno i volontari della sezione di Lavis hanno accompagnato i ragazzi dell'Istituto Comprensivo lungo…
Questo articolo fa parte del progetto “Le vie dell’acqua e dell’uomo: società ed economia fra…
A Lavis una serata con l'esperto per parlare di un problema che prima o poi…