LAVIS. Questa sera, 3 maggio, alle 20 – attenzione all’orario! – ci sarà l’ultima diretta del ciclo di flash mob, con la musica di Simone Zanghellini. Abbiamo iniziato il 16 marzo: l’idea era di tentare un esperimento, fare un paio di serate per far sentire unite le persone anche in un momento difficile come quello che abbiamo vissuto. È arrivata anche qualche critica, ma in generale abbiamo ottenuto soprattutto consensi: persone che hanno ricambiato l’affetto che abbiamo provato a dare loro. E così l’esperimento è diventato un’abitudine, sera dopo sera, fino ad oggi.
Quello che non avete visto è stato il dietro alle quinte. Un gruppo di Whatsapp composto da sei persone. In alcuni casi neppure si conoscevano prima di questa esperienza. Abbiamo messo l’anima in questo progetto e speriamo che sia arrivato a voi con la stessa intensità con cui l’abbiamo vissuto. Abbiamo sentito Simone per farci raccontare il suo punto di vista, in attesa dell’ultima grande serata, in cui speriamo di vedervi – virtualmente, si intende – più numerosi del solito.
No, assolutamente no. Anche perché comunque era partito come una cosa che per me era insolita: ho fatto quello che facevano altri musicisti, un flash mob sul balcone. E così doveva finire. Poi però è andato avanti: anche grazie al coinvolgimento determinante de ilMulo.it le cose sono cambiate ed evolute. Sembrava che dovesse finire tutto dopo una settimana, abbiamo avuto anche delle critiche. Ma la maggior parte delle persone della comunità ha voluto che andasse avanti, e io l’ho fatto principalmente per loro. Anzi, molti mi dicono che dovrei continuare ancora. Ma è giusto così: tutte le cose devono avere una fine.
Ho un po’ di magone. Anche perché non è solo quel momento che vedono tutti, sul poggiolo. Dietro c’è anche tutto quello che è nato a livello di amicizia, tutti gli scambi di idee e le conversazioni fra gli organizzatori. Sicuramente sarà una cosa che mi mancherà. Anche solo il tempo che usavo per la scelta dei pezzi. Il fatto di pensarci durante il giorno: sapevo che c’era quel momento e lo aspettavo per incontrarci virtualmente.
Sicuramente l’aspetto umano. Tanti mi dicono grazie, ma invece sono io che devo ringraziare loro: e non è una cosa che si dice per dire, è vero! Quando senti persone vicine, quando per strada ti fermano per ringraziarti. È una cosa che non mi sarei mai aspettato di vivere. E ieri sera questa sensazione l’ho toccata veramente. Ho sentito le persone vicine.
Intanto ricordiamo che l’appuntamento stasera è alle 20. Dovrò ringraziare parecchie persone, farò più chiacchiere del solito. Non voglio aggiungere di più: solo che ci saranno un paio di ospiti “virtuali”.
(Ride). Sicuramente da domani sera sarà più contenta mia moglie. Anzi: permettimi di ringraziare la mia famiglia. Anche perché ogni sera mangiavo di fretta per poi montare tutta l’attrezzatura sul balcone e andare in diretta. Poi c’erano state quelle serate in cui c’erano problemi con l’audio e mia moglie mi vedeva nervoso, mi diceva: “Ma perché non smetti?”. E poi c’erano le notti passate a provare i pezzi…
Sì. Starò di più con la mia famiglia, questo di sicuro. Ma posso aggiungere una cosa per voi?
Una delle cose più belle di questa esperienza è che abbiamo creato delle sinergie a Lavis. Penso ai Lavis Connection. Alla scuola di danza Ritmomisto. Ma anche al vostro giornale, ilMulo.it. Credo che finalmente abbia avuto il riconoscimento che si merita, come mezzo di informazione, che ha tenuto unite le persone. Qualche sera fa mi sono messo a leggere gli articoli di Giovanni Rossi: è stato emozionante, ho scoperto delle cose che non sapevo del mio paese. Dobbiamo prenderci il tempo per leggere qualcosa di più, perché alla fine ne esci arricchito. E questo è positivo.
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