LAVIS. Nei cassetti di casa dei miei genitori, talvolta salta fuori qualche scritto. Questo lo avevo tenuto in serbo per un giorno speciale: è una poesia scritta da mia madre per la sua mamma.
No podo desmentegar le to man, mama:
forti, piene de energia,
quante fadighe segrete
cantar le poderia,
della terra le gaveva ‘l color
a volte anca ‘l saor.
Ma el temp, i anni
pian pianin i l’ha trasformade
è nà via i calli, le s’ha limade
finché la vera la neva for e dent, lizera.
Le to man, avare de carezze
adess le brama tenerezze:
alte le vene, sempre pù spiccade
le to man le trema, le è ‘nfizade.
Le to man adess le è deventade fine
no le pol pù far nient
le voria ciapar, fermar ‘l temp
dirghe “son stufa de star
chi a tribolar
davanti a sta finestra
co le man en man
a spetar… spetar doman”.
Le to man, mama, le è fredde, ‘ngiazade
longhi i dedi, le onge azzurrine
e for, drio le tendine
s’cioca el sol de lui
ma le to man, mama
no le scalda, no le struca pù.
Le polsa sul linzol bianc, strache
finalmente le ha
trovà paze!
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