Daniela ha lasciato il posto fisso per cambiare la sua vita. Non immaginava che a metterle i bastoni fra le ruote ci sarebbe stata un’epidemia
LAVIS. Daniela Franco ha 33 anni. Lo scorso gennaio ha deciso di inseguire un sogno che aveva da sempre: quello di aprire un negozio di vestiti a Lavis. A febbraio ha fatto il passo più importante: ha deciso di rinunciare al suo posto fisso da contabile e si è licenziata. È riuscita a farsi dare in affitto un negozio ancora vuoto in area Felti, praticamente di fronte al ristorante cinese.
Ha iniziato a spargere la voce e ha ordinato la prima merce. Con il marito ha iniziato a lavorare all’arredamento interno e ha fissato sul calendario la data prevista per l’apertura: il 3 di aprile. Ma il suo sogno si è infranto all’improvviso contro uno scoglio che né lei, né nessun altro in Trentino, avrebbe mai potuto immaginare.
Dalla Cina il coronavirus si è diffuso in tutto il mondo e la crisi sanitaria si è trasformata anche in una crisi economica. In tutta Italia i negozi hanno chiuso. Daniela non ha nemmeno potuto aprire.
Andrà tutto bene
«Lo ammetto: ho pensato più di una volta di rinunciare e ho pianto tantissimo – dice, parlando dietro a una mascherina nera. Tutta la sua emozione si capisce dagli occhi che si illuminano, nonostante il buio di una giornata di pioggia –. Ma alla fine non mi sono arresa. Mi sono detta: “Questo è il mio progetto e lo porterò a termine”».
Così ha deciso di tappezzare la sua vetrina con i colori dell’arcobaleno. Sopra ha scritto: “Andrà tutto bene”. Passata l’emergenza, ora è finalmente pronta per coronare il suo sogno e per aprire il negozio: il grande giorno sarà martedì 19 maggio.
Sulle orme del padre
Daniela è originaria di Napoli, dove il papà aveva proprio un negozio di abbigliamento. «Ci siamo trasferiti a Lavis che avevo otto anni – racconta –. Mio padre ha fatto vari lavori, ma poi è tornato a quello che gli piaceva davvero: ha ripreso a vendere vestiti, anche se come ambulante nei mercati. Da bambina, nei weekend andavo a dargli una mano ed è così che mi sono innamorata di questo lavoro. Sono cresciuta in mezzo ai vestiti: a casa avevamo una stanza che usavamo solo come magazzino».
Il papà ora non c’è più. In un certo senso, Daniela sta cercando di seguire i suoi passi. «Sono scesa in cantina con la mamma e ho ritrovato le vecchie fatture, coperte dalla polvere. Mi sono messa a ricontattare i suoi fornitori: adesso sono diventati i miei».
Particolare
Il negozio si chiama “Particolare”. Al momento vende solo abbigliamento femminile: «Poi, se andrà bene, prenderò anche vestiti da uomo e da bambino. Il mio obiettivo era appunto di portare qualcosa di “particolare” a Lavis».
Il negozio è lontano dal centro: l’area Felti è un nuovo quartiere che piano piano si sta espandendo. Ma anche questo aspetto è parte della sfida che sta dietro a questo progetto. «Io la penso così: quando ci sono dei momenti in cui va tutto male, poi non si può che migliorare. Questo mi dà forza. Ci voglio credere e non vedo l’ora di aprire».
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