Lavis. Il 23 gennaio è la Giornata Mondiale della Scrittura e questo mi riporta alla mente i corsi di Calligrafia organizzati gli scorsi anni dall’Associazione Culturale Lavisana. Le limitazioni a cui siamo costretti non possono essere una scusa valida per non esercitarsi nella bella scrittura. La nostra insegnante Fedele Ferrari ci ha spiegato che usare un foglio e 2 matite è già un ottimo esercizio.
Ho chiesto a lei di raccontarci come ha iniziato e come si è appassionata alla scrittura e alla calligrafia.
La calligrafia è stata una mia passione fin dai tempi delle medie, quando copiavo le Capitali medievali da un vecchio libricino delle Commerciali, appartenuto a mio zio Floriano. Solo nel 2004 ho frequentato il mio primo corso, organizzato dall’Associazione Calligrafica Italiana. Ho poi coltivato la mia passione studiando con grandi maestri tra cui Giovanni De Faccio, James Clough, Francesca Biasetton, Anna Schettin, Ewan Clayton…
Quando ho iniziato ad insegnare alle scuole medie ho avuto la possibilità di organizzare alcuni corsi di calligrafia che mi hanno permesso di aiutare gli studenti con problemi di disgrafia a migliorare la propria scrittura e soprattutto di far conoscere ai ragazzi la scrittura cancelleresca.
La scrittura cancelleresca italica è un tipo di scrittura bellissima, ariosa ed elegante che è stata elaborata in Italia nel 1500 da Ludovico degli Arrighi. Ogni volta che tengo un corso mi emoziono vedendo con quanta facilità tutti riescano ad imparare ad utilizzare questo modello che è poco conosciuto in Italia, mentre dovrebbe essere il nostro vanto nazionale e dovrebbe essere insegnato in tutte le scuole.
Per iniziare bastano una matita o una penna Bic, poi si possono usare strumenti più complessi e affascinanti come stilografiche o pennini a punta tronca e calami da intingere nell’inchiostro.
Imparare ad utilizzare questi strumenti è molto importante per i ragazzi che in questo modo apprezzano la lentezza del gesto, diventano più scrupolosi nell’esecuzione e migliorano la loro motricità fine.
Naturalmente tutto questo vale anche per gli adulti. In ogni corso a un certo punto si crea un silenzio magico, sospeso: l’unico rumore che si sente è quello del pennino che gratta la carta, mentre i moderni amanuensi vergano le loro parole. È anche per questo che ho iniziato a trasmettere quello che ho imparato negli anni a chi desidera conoscere qualcosa di nuovo e di antico. Con molta semplicità cerco di condividere le cose che ho imparato a fare dai maestri, fondando però il tutto sulle solide basi di uno studio di Paleografia presso l’Archivio di Stato di Bolzano.
Il connubio mi sembra riesca bene, io mi diverto e chi si iscrive ai miei corsi riesce ad imparare le basi delle scritture antiche; poi naturalmente fare calligrafia è un po’ come suonare uno strumento musicale: per arrivare ad ottenere buoni risultati e uno stile personale, occorrono molte ore di studio, senza scoraggiarsi. Le nostre pagine vergate a mano poi parlano da sole.
Buona calligrafia a tutti!
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