Lavis. Il Comune di Lavis ha recentemente intitolato una via a Carlo Sebastiani, lavisano e Maggiore degli Schützen ai tempi delle battaglie napoleoniche, e una passeggiata ad Andreas Hofer. Dagli archivi è emerso il nome di un altro lavisano protagonista di quel periodo, Nicolò Orion, che proprio come Andreas Hofer venne catturato e fucilato dai francesi.
Nel Landesarchiv di Innsbruck sono custoditi centinaia di documenti originali con riferimenti a lavisani durante le invasioni napoleoniche degli anni 1796-1797.
Da una relazione proprio del Capitano Sebastiani inoltrata alla Deputazione di Innsbruck in data 28 ottobre 1797 veniamo a sapere che la prima Compagnia di Bersaglieri Tirolesi (Schützen) partì da Lavis il 25 maggio 1796 per Riva del Garda e Monte Baldo comandata dal capitano Mosaner. Il 25 giugno Carlo Sebastiani ne diventò il Capitano.
In questo documento egli fa un elenco dei nomi dei 96 individui della Compagnia più lui Capitano, Gaetano de Schulthaus primo tenente, Carlo Dallago e Carlo Guella secondi Tenenti:
...prestò la compagnia sempre nelle Giudicarie ne posti più avanzati e pattugliò ogni altro giorno oltre il confine anche a vista del nemico.
…li 26-27 luglio su ordine del Maresciallo Quasnadowic dovei postarla anche nei più alti monti e divisa in picciol Picchetti per chiudere ogni via che conduceva nello stato veneto.
…Il 28 calò la nostra Armata e sorprese il campo nemico di Boarno e Salò e fece moltissimi prigionieri, per il da più ufficiali e specialmente il Colonello de St. Julien fumi lodato l’esatto contegno della mia Gente…. Si distinsero tutti li notati…
e segue una lista nominativa di 23 bersaglieri più valorosi
…quando dal comandante Militare ricercati dei Volontari da unirsi in pattuglie coi Militari, furono i primi ad esibirsi.
…il 29 seguirono l’Armata fino a Brescia fecero fuoco anch’essi e riportarono poi anche delli spogli fatti all’Inimico, ed il Giovanni Toniat Tamburinaio dimesso il suo tamburo prese il Stutze e vi andò colli altri, levò un tamburo di un tamburinaio inimico e se lo portò come parte dello spoglio.
Seguono altri fatti dei Bersaglieri lavisani. Alla fine i nomi dei caduti
firmato: Carlo Luigi de Sebastiani Division Comandant
Ai primi di agosto il Sebastiani fu avanzato al grado di Maggiore (comandante di più compagnie) e al suo posto subentrò il Tenente Carlo Guella nominato Capitano.
Il 4 agosto la Compagnia venne posizionata nei pressi di Storo e Rocca d’Anfo. Il giorno 12 agosto venne duramente attaccata dai francesi ma riuscì a resistere per tutto il giorno perdendo però diversi prigionieri. In questa battaglia tutti i componenti della Compagnia si comportarono valorosamente tanto che la sua bandiera venne decorata della Grande Medaglia al valore. Il 5 settembre la troviamo a Lavis dove partecipò anche a questa battaglia dove cadde in combattimento Ludovico Lenzi.
Nicolò Orion e GioBatta Marinelli furono catturati probabilmente nel maso Zarga che venne totalmente distrutto dai francesi. Portati a Trento furono fucilati il giorno 11 davanti alla chiesa di S. Apollinare assieme ad altri due Bersaglieri di altre Compagnie. Marinelli GioBatta era nativo di Vervò ma da tempo abitava a Lavis.
Dal registro dei morti della chiesa di S. Apollinare di Trento:
L’Imperatore Francesco II elargì una pensione ai famigliari dei due caduti Nicolò Orion e Lodovico Lenzi e l’Arciduchessa Elisabetta d’Austria donò un ducato d’oro.
C’è pure un documento che riguarda la battaglia di Lavis di Sebastiano Sebastiani, padrone delle case col n.63 e 67 dell’attuale via 4 novembre:
Un altro documento di Giuseppe Dalmas, certifica la stessa sorte della sua casa attigua a quelle del Sebastiani.
Interessante il ritrovamento di due palle di cannone francese di 3 libre nel 1970 durante la costruzione di una casa in via Paganella che la maestra Anna Degasperi ha conservato. Un’altra uguale fu trovata negli anni 90 nell’orto di casa Pellegrini in via Orti e altre simili anche con calibri diversi furono trovate nella campagna durante la costruzione del Palavis. Anche il campanile della chiesa dedicata a Sant Udalrico fu colpito da una cannonata. Nella foto si vede il foro prodotto dalla palla di cannone.
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