Lavis. Nella prima parte del racconto di Frenck abbiamo visto come lui e i suoi amici siano riusciti a scappare dal treno che li stava portando in Germania proprio nei pressi di Lavis. Quì, aiutati da alcuni contadini, hanno intrapreso un viaggio in cerca della salvezza.
Torniamo alle pagine del diario.
Io ero in testa con la bottiglia di vino nella mia mano destra. Appena raggiunto il villaggio, camminando in fila indiana, abbiamo svoltato in un viottolo stretto sul lato destro della strada. Davanti a una fila di piccole case abbiamo incontrato una pattuglia di truppe tedesche, le temute SS, che camminavano verso di noi. Pensai che forse erano alla ricerca dei prigionieri fuggiti. Ho tenuto il fiato sospeso. Abbiamo accelerato il passo cercando di apparire normali contadini e i tedeschi ci hanno lasciato passare. Il dubbio che ci avessero riconosciuti mi è venuto vedendo alcune ragazze sorridenti sull’altro lato della strada, forse sapevano che eravamo i prigionieri fuggiti e hanno avuto pietà di noi.
Così siamo riusciti ad attraversare il fiume senza essere fermati. Un centinaio di metri più avanti abbiamo lasciato la donna coraggiosa ed i suoi figli e ci siamo diretti verso il pendio della montagna ripida al margine occidentale della valle.
Era parte di un altro miracolo!
Abbiamo raggiunto i cespugli alla base della montagna in pochi istanti e subito abbiamo cominciato la salita. Ho guardato indietro per vedere il soldato che continua a guardare verso di noi. Non appena fummo fuori dalla vista, abbiamo cominciato a correre cercando di mettere una grande distanza tra noi e quella valle.
Circa a metà strada fui sopraffatto da una terribile debolezza creata dallo squilibrio di zucchero nel sangue a seguito del vino dei contadini che avevo bevuto nel campo di grano. Ho svuotato la bottiglia che stavo portando per essere sicuro di non cadere in questa trappola di nuovo. Ero così debole che ho dovuto sedermi e mangiare tutta la mia razione di cioccolato di emergenza prima di ritornare in forma per andare avanti.
La sera abbiamo raggiunto Andalo (1050m), erano le ore 20.00. Era buio pesto e abbiamo deciso di cercare un riparo per la notte. Avevamo percorso circa quindici chilometri da Lavis.
Ad Andalo, nel buio, stavamo discutendo su cosa fare quando una voce ci ha chiamato in italiano attraverso il buio offrendoci riparo in una stalla per la notte. Il proprietario della voce ci disse che alcuni dei nostri compagni avevano già attraversato il paese e erano sulle montagne.
Non ci volle molto a stabilirci nel fienile accogliente dove abbiamo dormito profondamente fino all’alba. Quella mattina, mercoledì 15, il nostro ospitante ci diede la colazione e ci indicò la via attraverso un sentiero di montagna che, ci assicurò, era il modo migliore per arrivare in Svizzera.
Abbiamo incontrato altri nostri compagni in un luogo chiamato “Tucket” (2656m) alle 15.30. Questi erano Don, Bob, Gordon, Pop e suo figlio Keith. Il nostro ospitante della serata precedente era stato lo stesso uomo che aveva mostrato loro il percorso il giorno prima. Siamo saliti lentamente, fino a raggiungere uno chalet, nei boschi sopra San Antonio.
Le splendide montagne che abbiamo attraversato sono il Gruppo di Brenta, una parte delle Dolomiti, con enormi monoliti torreggianti fino a 3150 metri sul livello del mare.
Nel 1956 Frenck tornò a visitare i luoghi dove era passato, ecco cosa scrisse:
Chissà se ora dopo quasi 80 anni e leggendo questo articolo qualcuno forse non riesca a ricordare queste persone.
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