Mezzolombardo. A riconoscimento del suo altissimo livello culturale, il ciclo di Incontri 2020/2021 organizzato dalla Associazione Castelli del Trentino Omaggio a Dante in Trentino ha ottenuto, oltre a quelli di Accademia Roveretana degli Agiati, Società di Studi Trentini di Scienze Storiche, PAT, Regione TT-AA e altri ancora, il patrocinio del Comitato Nazionale per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri istituito dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo: l’unico caso in provincia.
Nel prossimo incontro del ciclo si parlerà della traduzione della Commedia. Il più famoso traduttore trentino di Dante è Giovanni Peterlongo (Trento 1856 – Milano 1941), sindaco di Trento fra il 1922 e il 1923 e autore della prima traduzione integrale della Divina Commedia in esperanto. Il più famoso, ma non l’unico. Meno noto ma non meno interessante, appartenente alla generazione precedente, un noneso: Bartolomeo de’ Carneri. Si parlerà di lui il 17 febbraio 2021 alle ore 17.00.
Relatrice sarà Paola Maria Filippi, vicepresidente dell’Associazione Italia – Austria di Trento e Rovereto e già docente di lingua e letteratura tedesca presso le università di Innsbruck e di Bologna.
L’ incontro si svolgerà in modalità di ascolto e visione a distanza, anche grazie alla cortese disponibilità dell’Associazione Rosmini di Trento che utilizza la sala virtuale messa a disposizione dalla Fondazione Cassa Risparmio di Trento e Rovereto.
Il link della conferenza è https://us02web.zoom.us/j/88137052457. Sarà possibile accedere liberamente e interagire con la relatrice anche attraverso il sito della Associazione Castelli del Trentino già a partire dalle 16.45. Sullo stesso, qualche giorno più tardi, volendo sarà possibile ri-ascoltare la conferenza.
Nato in una famiglia ragguardevole, Bartolomeo de’ Carneri (Trento 1821 – Maribor 1909) è ricordato nei repertori biografici per l’intensa attività politica e per le opere filosofiche e poetiche che ne fanno un rappresentante emblematico del secondo Ottocento asburgico. La famiglia del padre, alto funzionario statale a Trento, Innsbruck, Salisburgo, Vienna, ha antiche radici in valle di Non. La madre è una nobile veronese. Nato a Trento, de’ Carneri a cinque anni segue il padre a Vienna. Là frequenta le scuole e brevemente l’università. Gravi problemi di salute lo portano ad Arco e lo riavvicinano quindi alla città dove è nato e dove è sepolta la madre.
Ma la sua lunga esistenza – morrà infatti nel 1909 – si svolge in prevalenza in Stiria, fra Graz e Maribor nell’attuale Slovenia. A Zellnitz an der Drau (in sloveno Selnica ob Dravi), dieci chilometri a ovest di Maribor, ha posseduto il castello di Wildhaus, una prestigiosa proprietà proprio lungo le sponde della Drava. Nel 1870 è eletto al Parlamento di Vienna ove per venti anni svolge una intensa attività parlamentare nelle file dei liberali moderati.
Gli studi privati lo portano ad approfondire le teorie darwiniane cui aderisce con fermo convincimento. Ne consegue l’impegno a elaborare una teoria dell’etica che sposi le concezioni positiviste con la visione evoluzionista dello scienziato inglese importato in Italia da un parente stretto di de’ Carneri, Giovanni Canestrini.
Nominato Cavaliere dell’Impero, nel 1901 gli viene conferita dall’università di Vienna la laurea honoris causa in filosofia.
Venerdì 13 dicembre 2019 al Palazzo Assessorile di Cles si era tenuta una serata informativa sulla figura di
Bartolomeo de’ Carneri nel corso della quale erano state prese in considerazione soprattutto le sue due opere “Darvinismo e moralità” e “L’uomo moderno”. In quella occasione Paola Maria Filippi e il presidente della Associazione Italia-Austria di Trento e Rovereto Fabrizio Paternoster avevano ricordato come il de’ Carneri fosse in stretti rapporti epistolari su tematiche scientifiche e filosofiche con la prima donna al mondo a vincere il Premio Nobel per la pace, Bertha von Suttner.
L’incontro del 17 febbraio prossimo approfondirà invece il tema relativo a un’impresa poetica e traduttiva particolare realizzata da de’ Carneri: la traduzione integrale in versi (ma non in rima) della Divina Commedia di Dante Alighieri.
Già anziano, fra i settanta e gli ottant’anni d’età, quasi cieco, traduce l’intera Commedia di Dante (che conosceva a memoria) per far conoscere a quante più persone possibile il grande poema italiano. La prima edizione è del 1901. Una successiva edizione, del 1922, è stata illustrata con le incisioni di Bonaventura Genelli ( Berlino 1798 – Weimar 1868).
Non ne mancavano all’epoca le versioni tedesche. Il mondo germanico fin dalla seconda metà del Settecento ha sviluppato un’ intensa attività di studio e traduzione delle opere del Fiorentino. Eppure de’ Carneri riteneva che mancasse una traduzione che permettesse anche a chi non possedeva particolari competenze linguistiche e storico-letterarie di avvicinarsi a una delle opere fondamentali della cultura europea e soprattutto ne mettesse in risalto il valore poetico a suo avviso lasciato in ombra rispetto alla dimensione teologica.
Una operazione, dunque, la sua, non solo interessante dal punto di vista linguistico ma sociale, politica in senso lato, in piena aderenza e coerenza con il liberalismo pacifista agnostico da lui perseguito in ogni ambito.
Anche i successivi tre incontri del ciclo 2020/2021 organizzato dalla Associazione Castelli del Trentino Omaggio a Dante in Trentino si svolgeranno in modalità di ascolto e visione a distanza, proseguendo secondo il calendario prefissato ancorché nella modalità webinar.
Fabrizio Rasera, della direzione sia dell’Accademia Roveretana degli Agiati che della Società di Studi trentini di Scienze storiche, mercoledì 17 marzo svilupperà le contrapposte vicende culturali e nazionalistiche che portarono alla erezione nel 1889 della statua di Walther von der Vogelweide a Bolzano e nel 1896 di quella di Dante a Trento.
In occasione del “Dantedì”, mercoledì 24 marzo il professor Davide Bagnaresi, docente presso il Centro di Studi Avanzati sul Turismo (CAST) dell’Università di Bologna, riprenderà una tematica a lui assai cara da anni: la statua di Dante a Trento letta come elemento centrale sia di promozione turistica che di propaganda politica, prima, durante e dopo la Prima guerra mondiale.
Infine Gian Maria Varanini, già professore ordinario di Storia medievale presso le Università di Trento e di Verona, mercoledì 14 aprile proporrà un excursus critico sulla storiografia e la trattatistica relativa alla tutt’altro che certa presenza di Dante in Trentino.
Il link delle conferenze sarà sempre il medesimo: https://us02web.zoom.us/j/88137052457. Sarà possibile accedere liberamente e interagire con il relatore anche attraverso il sito della Associazione Castelli del Trentino già a partire dalle 16.45. Nello stesso, dopo qualche giorno, volendo sarà possibile ri-ascoltare le conferenze.
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