Lavis. La notizia era nell’aria e mancava solo l’ufficialità da via Matteotti, che è arrivata oggi: niente Lazzera. La tradizionale fiera che attirava a Lavis migliaia di persone è stata annullata per il secondo anno consecutivo.
L’evoluzione della pandemia, con il Trentino che è diventato da pochi giorni zona arancione, ha messo la parola fine alle speranze di chi sognava una giornata all’insegna della spensieratezza e delle compere fra le bancarelle. A onor del vero più che di speranze sarebbe stato meglio parlare di desiderio, visto che era abbastanza evidente che non c’erano assolutamente le condizioni per permettere lo svolgimento della fiera rispettando le normative e in sicurezza.
Così, quello che il tempo non ha scalfito nel corso dei secoli è stato fermato da un nemico piccolo e invisibile.
La Lazzera ha origini molto antiche. Già nel Cinquecento Lavis è una grande borgata ricca di attività commerciali e finanziarie legate in primo luogo alla presenza del dazio, alla fluttuazione dei legnami ma anche a numerose attività manifatturiere con mulini, magli e opifici che sorgevano lungo le rogge del paese. L’attività commerciale era così importante che Lavis era un borgo “Marktgemeinde” cioè con la facoltà di tenere fiere e mercati.
Per avere i primi documenti che parlano di una fiera della Lazzera dobbiamo però attendere il 1702. Interessante è la disputa, datata 1756, che vede contrapposti gli abitati di San Lazzaro e quelli di Lavis. I primi affermavano che:
Mentre i lavisani ribadivano che:
In realtà la fiera si teneva nello stesso giorno sia a Lavis sia a S. Lazzaro e
In molti documenti viene evidenziato come questa fiera attirasse visitatori da molto lontano e come le contrattazioni fossero numerose e spesso anche particolarmente accese. In un documento del 1821 il Giudizio di Lavis, in considerazione della gran ressa di gente, invitava il Comandante della Gendarmeria di S. Michele a
Negli anni la Lazzera è cresciuta e si è adeguata ai tempi che cambiano ma ha sempre avuto un posto speciale nel cuore dei lavisani.
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