Al posto dell’antico cimitero arriverà il parco sullo stile di “hortus conclusus”. Dalla zona del riposo eterno si passerà così a quella del buon riposo, quello giornaliero però
Lavis. E’ stata una bella idea dell’attuale amministrazione comunale quella di trasformare l’intero sedime dello storico primo cimitero di Lavis adiacente alla chiesa di S.Udalrico, in un vero e proprio parco-giardino a verde, con panchine, aiuole e pergolati. Naturalmente tutto accessibile anche ai disabili e alle carrozzine, per diventare un vero e proprio luogo di ristoro e di aggregazione per la popolazione del centro storico, soprattutto per quella anziana.
Il progetto, redatto dal geometra Vittorio Ugolini dell’Ufficio Tecnico Comunale, prevede tra l’altro la modifica della scala esterna a fianco della chiesa arcipretale, al fine di creare il passaggio pedonale di larghezza adeguata. Verrà sbarrierato l’accesso al giardino verde interno, ad oggi in abbandono, il tutto compreso in una superficie di ben 300mq.
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Il nuovo parco
La zona era storicamente adibita a zona cimiteriale, dal 1600 e fino al 1797, poi abbandonata perché troppo angusta e non più conforme alle esigenze della popolazione. Da allora si era poi sempre utilizzato il nuovo cimitero, più ampio e spazioso, detto “della Madonnina”, situato lungo la via Alfieri e lo stradone della Nazionale SS12 del Brennero.
Ma torniamo alla creazione del nuovo parco intorno al sagrato della chiesa che, come ha spiegato il sindaco Brugnara, si potrà poi chiamare anche in latino come “Hortus Conclusus” rispettando così la storia. Praticamente un giardino recintato, tipico medievale, che era legato soprattutto agli antichi monasteri e ai conventi dell’epoca. Come nella tradizione storica ci sarà anche il pozzo al centro del giardino e la fontana, che rappresenta la sorgente di giovinezza. A completamento dell’intera opera, che alla fine costerà alle casse comunali intorno ai 16 mila euro, verrà eseguita l’intera pavimentazione in mosaico di porfido, la posa di un gazebo antico, la terra vegetale per livellare l’area e la nuova recinzione in ferro lavorato sul muro esistente.
L’intera area, inserita su due particelle fondiarie ben distinte, è stata praticamente acquisita in comodato gratuito dalla Parrocchia di S.Udalrico. L’amministrazione comunale avrà in carico quindi tutti i lavori per renderla operativa, appalti permettendo, al più presto e naturalmente con l’arrivo della nuova stagione.
Il vecchio cimitero
A questo punto, tanti anche i ricordi storici su questo pezzo di terreno, allora confinante con lo scorrere delle rogge e prospiciente a nord verso le pendici e le rocce del Pristòl. Dagli antichi documenti, sia dell’archivio parrocchiale che di quello comunale, si evince con dovizia di particolari che l’antico primo cimitero di Lavis era proprio intorno alla chiesa, sul terreno consacrato, “il sagrato” appunto, e questo anche come promessa di resurrezione. Nei documenti del 1696 si ricorda anche che venne riedificato con urgenza l’intero muro di cinta, praticamente quello verso la roggia. Nei primi anni l’uso del cimitero era limitato per la scarsità della popolazione residente del tempo. Molti però erano gli inconvenienti e i pericoli igienici che sorsero con il passare degli anni e quindi con l’aumento delle sepolture.
Nel 1791 venne messa più volte in rilievo la precarietà dello stesso cimitero, troppo angusto e quindi non più proporzionato alle nuove esigenze. Situato appunto dietro la chiesa parrocchiale e nel bel mezzo dell’abitato con la roggia che lo lambiva, usata anche dalla popolazione per attingere acqua per bere e cucinare in casa.
l’epidemia e lo spostamento del cimitero
Si arrivò quindi al 1797 e fu proprio la grossa epidemia di quel periodo, con numerose sepolture giornaliere, a costringere in fretta e furia Municipio e Parrocchia alla ricerca del terreno per il nuovo cimitero, quasi alla periferia del paese. Dopo il “trasloco” nel nuovo cimitero, il terreno divenne orto ad uso della parrocchia e principalmente del sagrestano. Nei primi del 900 era chiamato anche “l’orto del Corradini“, il personaggio che oltre ad essere il “gendarmo comunale” di allora, era anche l’aiuto sagrestano dato che abitava proprio di fronte all’orto e al ponticello sulla roggia. Dall’ultimo dopoguerra in poi il terreno era occupato dalla serra nella quale si coltivavano i fiori per le esigenze della vicina chiesa, poi venne l’abbandono totale.
Rimane a futura memoria l’austero portale architravato rinascimentale con lo stemma dei Thun, come ingresso ufficiale direttamente dal sagrato. Lo storico portico in marmo ancora in buonissime condizioni. riporta la data sul frontone del 1557 con il monito in latino “No tardes converti ad Deum”, ovvero “Non tardare a convertirti a Dio”. Dell’antico cimitero è rimasto anche il ricordo del magazzino-camera mortuaria nell’angolo a sinistra dietro la chiesa e sotto la casa Depaoli. Si vede ancora l’apertura con arco, ma tutto il resto è ostruito dai materiali di discarica e quindi impraticabile. Anni fa con il passaggio aperto, erano entrati alcuni esploratori del gruppo speleo di Lavis e avevano visitato il grande stanzone abbandonato ma ancora invaso dai materiali depositati da anni.
Con il nuovo parco arriverà quindi anche uno storico cambio di destinazione di quello che era stato programmato nella zona antica per il riposo eterno. Al suo posto arriverà invece la nuova zona, quella del riposo e soggiorno giornaliero per tutti, bambini, famiglie e adulti compresi. Questo grazie al Comune e alla Parrocchia, insieme in questa bella ulteriore avventura paesaggistica e logistica, con passato e futuro a braccetto.
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