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Resurrexit sicut dixit! Alleluia! I Santi Sepolcri nelle chiese di Lavis e Pressano

Lavis. I “Santi Sepolcri”, letteralmente “sepolcri di Pasqua”, si possono scoprire nelle chiese di San Felice a Pressano, di Sant’Udalrico a Lavis e di San Giovanni Nepomuceno a Lavis a partire da oggi, venerdì santo, fino a sabato, giorno della veglia di Pasqua (solo il santo sepolcro della chiesa di San Giovanni Nepomuceno rimarrà aperto fino all’11 aprile).

Che cosa sono veramente i “Santi Sepolcri”?


I Santi Sepolcri si trovano in tutte le forme e variazioni, dal design artistico di altissimo livello alla pittura rustica, moderni con elementi meccanici ed “effetti speciali”, oppure tradizionali e risalenti ai tempi che furono, altari decorati con immagini sacre che richiedono moltissimo lavoro o tavole raffiguranti scene della Pasqua disposte in prospettiva. Tutti hanno qualcosa in comune, ovvero l’esigenza di rendere esperibili la Passione e la Resurrezione di Cristo.

Questa tradizione si celebra soprattutto nell’ambito alpino e in particolare in Alto Adige e Tirolo. Le sue origini si possono ripercorrere all’indietro fino al Tardo Medioevo e da sempre fanno parte della nostra cultura. Tuttavia, nella seconda metà del XX secolo, intorno agli anni Settanta, la tradizione dei Santi Sepolcri fu liquidata come “antiquata”, le opere d’arte furono relegate in soffitta a prendere la polvere e furono via via dimenticate.

Agli inizi del XXI secolo, però, i Santi Sepolcri sono stati riscoperti, rispolverati e restaurati. Le immagini e i Santi Sepolcri sono un modo molto più efficace di sentire su di sé e partecipare alla Passione e alla Resurrezione di Cristo e anche la gioia per la Pasqua è quasi palpabile quando la Domenica il sepolcro risulta vuoto…
Aprono il cuore, stimolano alla riflessione e ci avvicinano agli avvenimenti della Passione e della Resurrezione – quando potremo vedere i Santi Sepolcri?

La chiesa di San Giovanni Nepomuceno


Intorno al Santo Sepolcro della chiesa di San Giovanni Nepomuceno a Lavis, vicino al comune, si dispongono 5 palle colorate in vetro soffiato del XVIII secolo, che vengono riempite d’acqua. Ogni palla viene illuminata da alcune candele accese che diffondono così luci di tutti i colori, immergendo il sepolcro in una luce che ispira pace e armonia.

 

Il Santo Sepolcro (che sarà vuoto della sagoma lignea barocca del Cristo Morto dopo la Domenica di Pasqua) e le sacre immagini della Passione rimarranno visibili da venerdì 2 aprile fino a domenica 11 aprile, tutti i giorni dalle 9:00 alle 12:00 e dalle 14:00 alle 19:00. Di sicuro interesse il Cristo ligneo alla colonna del XVIII secolo, la tavola a due versi dipinta con il Gesù nell’orto degli ulivi e il martirio di San Sebastiano di pittore tirolese di metà XVIII secolo, un san Pietro con gallo del pittore Johann Nepomuk della Croce di Pressano, un quadro della vera icona di scuola tirolese di inizio XVIII secolo e una Crocifissione con Gesù e i due ladroni di fine XVII secolo.

 

La chiesa di San Felice a Pressano


Nella chiesa di San Felice a Pressano il Santo Sepolcro collocato nella cappella della Madonna del Rosario sarà ricomposto, dopo centinaia di anni, secondo il progetto originale del pittore e scultore Domenico Moroder di Ortisei del 1909, con il sarcofago del Cristo Morto ligneo, gli angeli oranti e l’agnello mistico (Agnus Dei) sopra il libro dei sette sigilli.

Degna di nota è tutta la cappella della Madonna del Rosario con episodi della passione di Cristo, i misteri gaudiosi e la grande tela di Giuseppe Alberti con il drammatico innalzamento della Croce (fine XVII secolo). In basso a sinistra alcuni attrezzi da falegname sono abbandonati sul terreno accanto ai piedi dei personaggi che, sfigurati dallo sforzo che traspare nei loro lineamenti contratti, nelle loro pose e nella loro muscolatura, cercano di issare la croce di Cristo. I volti quasi caricaturali, fanno da contrasto alla compostezza di Gesù che guarda verso Dio. Fanno da sfondo un folto gruppo di soldati romani e l’azzurro del cielo che si sta per annuvolare.

 

La chiesa arcipretale di Sant’Udalrico


Nella chiesa arcipretale di Sant’Udalrico a Lavis sarà invece riproposto il grande sarcofago ligneo barocco sormontato dall’agnello mistico sopra il libro dei sette sigilli. All’interno del sarcofago, dietro l’effige della vera icona è custodito il corpo di Cristo eucaristia.

Merita la contemplazione della grande tela della Risurrezione di Cristo di Giuseppe Alberti (1700), posta nel presbiterio, dal chiaro caravaggesimo modulato del colorismo della pittura veneta. Il Cristo porta il vessillo bianco e rosso della risurrezione, è tutto splendente dalla luce emessa dall’angelo vestito di bianche vesti e dal viso fine e radioso che apre il sepolcro; i soldati abbagliati e spaventati cercano di proteggersi con le braccia.

In ogni Santo Sepolcro potrai contemplare il mistero della Risurrezione anche attraverso le opere d’arte esposte, soffermarti qualche minuto a pregare e vivere questo momento della Pasqua nella gioia e nella speranza.

 

Andrea Brugnara

Architetto e appassionato della vita

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