La mostra, che era stata chiusa anzitempo per le restrizioni legate alla pandemia, riaprirà al Museo della Città di Rovereto a partire da martedì 4 maggio
Rovereto. “Istantanee da una città” è una mostra fotografica che racconta la città di Rovereto attraverso i luoghi e le persone. Sono esposte per la prima volta le immagini della fototeca storica della Fondazione Museo Civico di Rovereto, raccolte in oltre centocinquant’anni di attività dell’istituzione. Il museo infatti, tra i più antichi in Italia, fu fondato nel 1851 da un gruppo di privati cittadini che misero insieme non solo le loro collezioni, ma anche le loro competenze, per il bene della comunità. Da allora il museo, come le altre numerose istituzioni roveretane, è sempre stato il centro di un fermento culturale che ha permesso di accrescere il patrimonio cittadino e di coinvolgere studiosi e appassionati diversi per provenienza, età, formazione.
La mostra
Le immagini scelte per la mostra coprono un arco cronologico che va da metà Ottocento fino a metà Novecento. Il percorso espositivo prende avvio da un gruppo di fotografie che ritraggono una “Rovereto scomparsa”. Sono vie e piazze in cui le donne e gli uomini di oggi passeggiano ogni giorno, ma che in passato erano profondamente diversi. La fotografia diventa nel contempo sia testimonianza storica, sia mezzo per trasmettere il fascino del tempo e l’emozione che deriva dal ricordo.
La visita prosegue con il racconto di momenti collettivi, sia pubblici sia privati, da cui emerge tutta la socialità legata alla vita cittadina: cerimonie pubbliche come la traslazione della salma di Riccardo Zandonai, da Pesaro a Rovereto nel 1947, occasioni di svago alla Birreria Eden Eppler, che oggi non esiste più, o il processo dei 42, un evento di cronaca legato all’irredentismo, fortemente partecipato anche a livello mediatico, con la pubblicazione di un vero e proprio reportage sul settimanale Vita Trentina del 1908.
Proseguendo in un cammino introspettivo, si arriva alla sezione dedicata ai ritratti. La città qui emerge dalle esperienze delle persone: alcune sono note, di altre non è tramandato nemmeno il nome. Nel caso di alcuni personaggi, come quelli ritratti nelle fotografie giudiziarie, è solo una circostanza fortuita che il nome sia giunto fino a noi.
Una serie di fotografie significative sono quelle riconducibili alla tipologia “carte da visita” (cartes de visite), molto in voga nella seconda metà dell’Ottocento, quando nacquero per lo scambio della propria immagine tra persone, e poi diventarono addirittura oggetto di collezionismo. Il museo possiede carte da visita dei numerosi studiosi con cui ebbe contatto. Tra questi, don Giuseppe Grazioli, cui è stata dedicata una vetrina per ricordare i suoi viaggi in Oriente, alla ricerca di un seme che sapesse contrastare la malattia che affliggeva i bachi da seta in Trentino. Don Grazioli, lavisano d’origine, era cittadino onorario di Rovereto e socio della Società Museo Civico di Rovereto.
Leggi anche – Lavis e don Grazioli (3 di 5) – La fragile economia del Trentino di metà Ottocento
Non solo immagini
In mostra è presente anche una piccola selezione di macchine fotografiche d’epoca del collezionista lavisano Silvano Marcon. Una delle fotocamere è la ICA Nixe del 1910, marcata all’interno con logo originale in carta stampata “Fotografia artistica Filippini Rovereto Trento”, e quindi utilizzata dallo studio roveretano per scattare alcune delle immagini esposte.
La mostra “Istantanee da una città”, a cura di Alessandro Andreolli, Riccardo Baroni, Tana Vaclavikova, Eleonora Zen, è nata da un progetto più ampio, chiamato RAM Rovereto Archivi Memoria, realizzato dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto in collaborazione con gli Amici Laboratorio di Storia e con il contributo della Fondazione Caritro. Tale progetto, avviato nel 2018, ha previsto la sistemazione di circa diecimila foto, appartenenti a fondi archivistici dei due enti, e la loro pubblicazione nel sito internet tematico www.fondazionemcr.it/ram
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