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Una targa e una pianta di melograno per ricordare Gilberto Dorigoni

Lavis. Nella serata di giovedì 11 luglio a Lavis si è tenuta una cerimonia per ricordare Gilberto Dorigoni. Lo storico dirigente che ha passato una vita nel mondo del calcio è scomparso lo scorso dicembre lasciando increduli familiari e amici. Calciatore prima e dirigente poi Gilberto ha prestato la sua preziosa collaborazione, competenza e passione in numerose società e da ultimo nel CRCSD Paganella.

Proprio la società di Lavis, guidata dal presidente Diego Claus, ho voluto lasciare un ricordo tangibile dell’amico Gilberto. Presso il centro Sportivo Mario Lona è stata posta una targa ricordo e piantato un melograno, simbolo di abbondanza, vitalità e passione. “Queste sono qualità – ha ricordato il presidente Claus – che Gilberto ha messo nella sua attività di dirigente del Paganella e di tutte le altre società in cui ha militato”.

La targa

A ricordo di

Gilberto Dorigoni

Grande esempio di persona disponibile allo sport e al mondo del volontariato, vissuti con con passione e grande impegno

Gli amici del Paganella

è stata scoperta dalla figlia Cristina che del Paganella è anche la vice presidente sotto lo sguardo commosso di tutti i presenti. Qualche lacrima e un lungo applauso hanno accompagnato il drappo giallo7blu mentre veniva sollevato per scoprire la targa posizionata su un sasso ai piedi della pianta di melograno. Proprio vicino alla rampa di scale che Gilberto ha percorso chissà quante volte in questi anni nel suo servizio a quella che considerava una sua seconda famiglia.

Alla cerimonia era presente anche Marcello Rosa, presidente dell’US Lavis, che ha voluto ricordare l’amico Gilberto come una persona pacata e propositiva. All’evento ha partecipato anche il Presidente del CPA di Trento, l’avvocato Stefano Grassi, il quale ha sottolineato l’importanza di figure come Gilberto Dorigoni essenziali per sostenere il mondo del calcio dilettantistico.

Nel pieno stile Paganella la serata si è conclusa con una bicchierata e uno spuntino. L’unica differenza è che questa volta non c’era il buon Gilberto a preparare prima e a sistemare le cose a festa finita.

 

 

Redazione

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