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Al Muse di Trento arrivano i vampiri

Trento. Martedì 14 settembre, ore 21.00, al Muse andrà in scena il lavoro a firma di Maura Pettorruso, “Vampiri. Notizie dall’Antropocene”, con Stefano Pietro Detassis, Christian Renzicchi, Andrea Casna, Chiara Duchi. Una co-produzione Compagnia Pequod, Arditodesìo e MUSE.

Si tratta di uno spettacolo che, attraverso la credenza nei vampiri, prova a riflettere su responsabilità e su decisioni non più rimandabili. Le atmosfere cupe, gotiche e a tratti noise del basso di Andrea Casna e i video delicati e onirici di Chiara Duchi accompagnano i due attori (Christian Renzicchi e Stefano Pietro Detassis) verso il finale dove la realtà si capovolge e i colpevoli perdono la maschera.

In questo lavoro si affrontano tematiche come la crisi climatica, la decadenza di uno stile di vita che sta portando il mondo al collasso, la necessità di tornare ad un’origine della cultura da cui trovare una nuova narrazione possibile.

Il vampirismo


I vampiri sono solo frutto della cultura cinematografia? La risposta è no. I vampiri esistevano molto prima del cinema e molto prima della letteratura. I vampiri sono esseri mitologici che affondano le loro origini in un passato antico e arcaico. Tutte le culture del mondo, dall’Europa all’America, dall’Africa e Asia, sono ricche di leggende e racconti legati ai vampiri.

La gente, un tempo, quindi credeva nell’esistenza di questi esseri. La scienza, poi, ha fatto tutto il resto relegando queste figure nell’ambito delle credenze popolari e del folklore. Ma fino alla fine Settecento (e per gran parte dell’Ottocento) molti gruppi sociali dell’Europa, in modo particolare dell’area tedesca e slava, credevano proprio nell’esistenza di queste creature malefiche che si nutrivano del sangue degli esseri umani.

I vampiri e la storia


Fu, in modo particolare, a metà del Settecento che iniziarono a dilagare lungo le strade del continente notizie legate ad aggressioni ad opera dei vampiri. In molti villaggi dell’Europa orientale, al tempo soggetti all’Impero d’Austria, vi furono delle vere e proprie cacce ai vampiri con la distruzione di cadaveri con l’accusa di vampirismo. Questi rituali prevedevano la riapertura delle tombe, abitate dai presunti “vampiri”, e la messa al rogo del cadavere, oppure la sua decapitazione con il classico paletto nel cuore.

Nel 1732 il London Journal riportava la notizia di un caso di vampirismo in Ungheria. Le autorità locali, come si legge nell’articolo, dopo appurate indagini, furono concordi nell’affermare che un certo Arnold Paul morì a causa dei morsi da un vampiro. Il povero Paul fu seppellito ma, alcuni giorni dopo il suo funerale, molte persone del villaggio affermarono di essere state morse da lui. Di fronte a questa minaccia, su consiglio del giudice locale, le persone riesumarono la salma (che trovarono perfettamente integra) per poi trafiggere il cuore con un paletto.

Notizie di questo tipo circolavano con una certa facilità arrivando, a metà del Settecento, anche alla corte dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria, la quale, già scettica sull’esistenza delle streghe, decise di avviare un’indagine scientifica per vederci chiaro. A capo di questa spedizione fu nominato il medico di corte Gerard van Swieten il quale concluse, dopo un periodo di studio sul campo, l’inesistenza di queste creature. L’imperatrice approvò quindi una legge che proibiva l’apertura e la profanazione delle tombe e dei cadaveri: fu il primo passo che portò il vampiro ad abbandonare la realtà per entrare piano piano, dopo millenni, nel mondo del fantastico e del folklore.

Il vampirismo e la letteratura


L’archeologia nel corso degli anni ha dimostrato la credenza nei vampiri. In Polonia e in Bulgaria sono state trovati i resti di scheletri che presentavano lesioni al cuore, oppure, un mattone, o un sasso, conficcato in bocca. Ovviamente non erano veri vampiri, era stata la superstizione a trasformali tali. Queste scoperte testimoniano le pratiche popolari messe in atto per evitare la fuga dalla tomba del mostro.

Anche in Italia non mancano leggende o ritrovamenti che dimostrano queste antiche credenze. Per esempio a Venezia, come hanno riportato alcuni media nazionali, nel 2019 furono rinvenuti resti di un donna-vampiro. Il teschio aveva un mattone in bocca. In questo caso, erano gli anni della peste e si pensava che fossero proprio i vampiri a diffondere la tremenda malattia. E anche in Trentino non mancano racconti: a Luserna ci sono numerose le leggende sui vampiri, o meglio, sulle vampire.

Ritornando a Maria Teresa d’Austria e alla sua legge contro “il vampirismo” dobbiamo dire che la credenza verso queste creature della notte non sparì definitivamente. Per tutto l’Ottocento nelle aree agricole dell’Europa si continuò a credere nei vampiri. Ma, sempre nell’Ottocento, successe qualcosa di nuovo: il vampiro entrò a far parte del panorama letterario dell’epoca.

Il primo a trasferire il vampiro nella dimensione letteraria fu John William Polidori che nel 1819 pubblicò il racconto “il Vampiro”. Anni dopo, nel 1872 lo scrittore Joseph Sheridian Le Fanu diede alle stampe “Carmilla”, un racconto vampiresco al femminile. Poi, Bram Stocker, nel 1897, pubblicò i celebre romanzo “Dracula”, un capolavoro della letteratura gotica che ispirerà molti film contribuendo definitivamente a fare del vampiro un elemento costante nella cultura popolare.

Maggiori informazioni si possono ottenere al seguente link:

https://www.arditodesio.org/prod_vampiri.html

 

Redazione

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