Lo storico palazzo di Lavis, nell’ambito del 17° Convegno Regionale di Speleologia del Trentino Alto Adige, ospiterà una triplice mostra fotografica legata all’acqua e alla storia della speleologia
Lavis. Dal 5 novembre all’8 dicembre 2021 Palazzo Maffei a Lavis ospiterà alcune iniziative del 17° Convegno regionale di Speleologia del Trentino – Alto Adige, dedicato a “L’acqua che berremo”.
Il Convegno rappresenta un importante momento di incontro e scambio di buone pratiche tra i gruppi grotte, regionali, extraregionali e internazionali, in cui vengono presentate e relazionate le attività di ricerca, sia dai punti di vista esplorativi che scientifici. Questa iniziativa cade nel 2021, Anno Internazionale per la protezione delle Grotte e del Carsismo, il cui tema “L’Acqua che berremo” coincide con quello del Convegno.
Questo evento è l’occasione per lavorare insieme e riflettere in maniera condivisa su temi di fondamentale rilevanza che, ora come non mai, sono diventati urgenti e pressanti, sia sul breve che sul lungo periodo.
Leggi anche – Dalle cronache degli anni ’80 le attività del gruppo Speleo di Lavis
Gocciolando racconto
Il 2021 è stato proclamato “Anno Internazionale per la protezione delle Grotte e del Carsismo” e tutta la comunità degli speleologi si è impegnata con conferenze e interventi divulgativi per far comprendere alla società l’importanza delle grotte, strettamente connessa con la qualità del liquido che le ha create e che vi circola in esse: l’acqua. Nello specifico il gruppo Speleologico Sat di Lavis ha organizzato una mostra fotografica intitolata “Gocciolando Racconto – La perfezione e la fragilità di una goccia”. Si tratta di una serie di macrofotografie dedicate alle gocce d’acqua in grotta realizzate da sei autori italiani.
“Ancora una volta vogliamo sensibilizzare le persone ad un problema che è sempre più vicino” ci racconta Enzo Marcon del gruppo Speleo di Lavis “L’acqua è un patrimonio che diamo troppe volte per scontato. Siamo abituati a vederla scorrere nei rubinetti delle nostre case, senza renderci conto che il nostro modus vivendi ci porta a consumare sempre più questa risorsa, compromettendola di giorno in giorno”.
Le origini della speleologia
Ad arricchire l’esposizione di Palazzo de Maffei ci sarà anche una sezione dedicata alla storia della speleologia trentina dalla fine dell’800 fino ai giorni nostri e le riproduzione di alcuni scatti fotografici realizzati su lastre di vetro da Antonio Iviani Ivancich a inizio ‘900. Oltre ad una preziosa testimonianza sulla storia della speleologia friulana e della botanica in grotta, gli scatti del professor Iviani sono anche una collezioni di immagini di altissima qualità e di una bellezza rara.
Antonio Iviani Ivancich
Nato nel 1880 a Lussinpiccolo, nell’attuale Croazia, da una famiglia di armatori navali, Antonio Iviani Ivancich si laurea in botanica all’Università di Vienna. Il suo percorso di studi lo porta ad approfondire le ricerche sulla vegetazione presente agli imbocchi e nelle grotte. Appassionato anche di speleologia e di fotografia nel corso della sua vita unirà questi tre elementi lasciandoci alcune tra le prime catalogazioni di speleobotanica.
Fra le altre cose collaborerà anche alla stesura di “2000 Grotte” il libro di Bertarelli & Boegan sulle grotte del Friuli Venezia Giulia che rappresenta un testo di fondamentale importanza per la speleologia italiana.
Le foto riprodotte nella mostra di Lavis provengono dalle lastre in vetro originali realizzate da Antonio Iviani nei primi decenni del ‘900 che sono state gentilmente messe a disposizione dalla collezione-archivio di Emil Bosco.
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