La memoria

Il panificio comunale di Lavis

Lavis. A inizio Novecento uno dei problemi più sentiti era quello del prezzo del pane eccessivamente alto. Per ovviare a questo, molte comunità trentine avevano deciso di investire risorse importanti nella costruzione di panifici comunali. Anche a Lavis venne presa questa decisione.

Come possiamo leggere negli Annali Lavisani curati dallo storico Aurelio Rasini ed editi dall’Associazione Culturale Lavisana nel 1909…

…la Rappresentanza consiliare di Lavis delibera di costruire un Panificio comunale ed acquista allo scopo, in Piazza Loreto, da Teresa Dalpiaz, un terreno idoneo allo scopo, per corone 3.666. La costruzione dell’edificio ed il progetto è affidato al maestro muratore Vittorio Andreatta di Lavis. Il disegno viene però rielaborato dallo Studio Simeoni e Alimonta di Trento mentre la direzione lavori è svolta dall’ing. Tommaso Stolcis. L’opera, che comporterà una spesa di corone 38.740, sarà ultimata nel 1910.

L’edificio, oltre a essere funzionale, venne concepito anche per essere particolarmente curato ed elegante. La costruzione richiama infatti i dettami dello Jugenstil. Oltre all’eleganza delle linee e alle modanature, le chiavi di volta delle aperture principali sono adornate con lo stemma comunale di Lavis: tre verghe legate da un nastro a simboleggiare l’unione delle comunità di Lavis, Pressano e Masi.

Il panificio venne dotato di un forno “Viennara” costruito dalla ditta Verner e Pflaiderer di Vienna. Ancora oggi il camino del forno è visibile sul lato nord-ovest dell’edificio.

Il risalto sulla stampa locale


Il 10 marzo del 1910 il periodico “Vita Trentina” dedicò al nuovo panificio comunale un ampio articolo, ricco di dettagli e fotografie. Già dal titolo si capisce l’importanza che aveva in quel periodo il paese di Lavis e quale fosse la portata di questo evento: “Le borgate moderne. Il nuovo panificio comunale di Lavis”.

Nell’articolo si legge:

Abbiamo già avuto occasione di occuparci su questo giornale dei notevoli progressi del comune di Lavis, del suo sviluppo edilizio, commerciale ed industriale… Lavis con intenti di modernità, dopo aver pensato ad una magnifica sede scolastica, ha voluto ora erigere la Casa del Pane

Sempre leggendo l’articolo è possibile scoprire come era organizzato il panificio:

Il nuovo panificio consta di due piani fuori terra, cantina e sottotetto. Tutto il piano terra è adibito esclusivamente per la fabbricazione del pane; al primo piano furono collocati il magazzino delle farine, l’abitazione del direttore e l’ufficio d’amministrazione. Il fabbricato, opera dell’egregio ing. Stolcis di Trento, fu studiato in modo da rendere possibile in futuro l’installazione di un secondo forno senza costosi spostamenti od inutili demolizioni. Le entrate del panificio sono tre: una mette mette direttamente al locale di vendita, un’altra mette al magazzino del pane e una terza serve di accesso al giro-scala e quindi a tutto il fabbricato. Dal giro-scala per una porta si entra nei locali dei forni. Chi entra trova subito a destra un’anticamera che mette al refettorio e spogliatoio degli operai da una parte e ai gabinetti di decenza dall’altra. Questa anticamera, per la quale deve passare l’operaio dopo aver indossato l’abito da lavoro, fu fornita di lavandino con spina d’acqua per costringere l’operaio a lavarsi prima di dar mano al lavoro e ogni volta che abbia a recarsi in refettorio o altrove

Dopo aver riportato altri dettagli tecnici sul funzionamento del panificio e sulla sua dotazione di macchinari, l’articolo termina in questo modo:

Tutta la popolazione di Lavis e delle frazioni è soddisfatta del nuovo forno, che ha fino ad ora prodotto un pane bello ed eccellente, ed è lieta che il Suo Municipio sia stato nel Trentino uno dei primi ad erigere un proprio panificio con criteri così larghi e moderni.e
Il panificio comunale

Alcune curiosità


Singolari sono due documenti datati 1916 che intrecciano la storia del nostro panificio comunale con quella della prima guerra mondiale. Entrambi i documenti provengono dall’archivio comunale.

Nel primo emerge in maniera cruda e drammatica tutta la difficoltà e la povertà in cui versava la popolazione. Si tratta di un’ordinanza con la quale si rendeva obbligatoria l’aggiunta al pane di cavoli navoni nella percentuale del 15%. Il pane con la nuova ricetta, sfornato dal panificio comunale di Lavis, approvvigionava anche Meano, Nave San Rocco, Zambana e Faver.

Nel secondo documento invece il sindaco di Lavis chiede al Comando del 1° Reggimento Kaiserjäger che un soldato in licenza a Lavis, di professione panettiere, possa restare ancora qualche settimana in paese per gestire il panificio comunale vista l’indisponibilità del panettiere comunale. Questo soldato era Mario Sosi, capostipite della nota famiglia di panificatori trentini. Ma questa è una storia che vi abbiamo già raccontato.


Leggi anche – Quando fare il pane era un’arte e a saperlo fare erano in pochi


Nuove destinazioni d’uso


Con il passare degli anni la funzione di panificio venne meno e il prestigioso edificio fu destinato a nuovi usi. Durante il periodo fascista divenne Casa del Fascio.

Per molti anni negli scantinati dell’ex panificio operò la fabbrica di pettini dei Molteni.

Dal 1932 al 1963 gli ambienti del secondo piano divennero l’abitazione e l’ambulatorio di Aldo Stainer, il dottore buono e il medico dei poveri. Ed è proprio con Aldo Stainer che la storia dell’ormai ex panificio e delle scuole di Lavis si incontrano. Vista la carenza di spazi fu proprio il medico che mise a disposizione parte del suo appartamento per ricavare qualche aula di fortuna per gli studenti lavisani.

La campanella scolastica che aveva cominciato a risuonare nell’edificio in maniera provvisoria qualche anno dopo divenne definitiva. Nel luglio del 1973 infatti il Consiglio Comunale di Lavis approvò un progetto redatto dall’ufficio tecnico per il restauro e la sistemazione interna del fabbricato dell’ex panificio come nuova scuola, con una spesa prevista di £. 32.161.540.

Per qualche decennio l’edificio ospitò quindi alcune sezioni delle scuole elementari di Lavis.

Attualmente gli spazi dell’ex panificio sono utilizzati da alcune associazioni di Lavis, tra le quali la Banda Sociale, il Gruppo Strumentale Giovanile e la Sat. Ma chissà quanta altra storia passerà fra le mura di questo glorioso edificio, oramai più che centenario.


Leggi anche – La storia di Aldo Stainer, il dottore buono e medico dei poveri, a cui è intitolata la scuola media di Lavis


 

Daniele Donati

Nato a Trento nel 1972, laureato in Economia Politica all'Università degli studi di Trento. Impiegato commerciale è appassionato di economia e di storia. Attualmente è vicepresidente dell'Associazione Culturale Lavisana.

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