In presenza o a casa l’importante è riflettere e mantenere vivo il ricordo di azioni umane che non devono più ripetersi
Lavis. Eccoci giunti al 27 gennaio, giorno della Memoria e anche in questo periodo purtroppo il virus sta dilagando e la celebrazione della giornata ha dovuto subire le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria che ci accompagna da molti mesi, con conseguenti limitazioni e divieti agli incontri e ai contatti fisici tra le persone.
Per il secondo anno consecutivo infatti la fiaccolata che il Circolo tradizionalmente affianca alle iniziative istituzionali per la celebrazione della ricorrenza non potrà tenersi; allora, come nel 2021, vi invitiamo a celebrare un Giorno della Memoria diverso, con una fiaccolata diffusa, un universo di luci accese a distanza sui davanzali, negli orti, nelle case, da unire poi in una fiaccolata virtuale che raccoglierà le foto alle fiammelle per formare un unico messaggio.
Vi abbiamo chiesto di accendere una luce, un lumino, una lanterna e di fare una foto al lume acceso, condividendo o inviando poi la foto al circolo. Con tutte le foto che sono pervenute abbiamo predisposto, per oggi 27 gennaio, un video programmato per le ore 18 che costituisce la nostra fiaccolata simbolica per restare riuniti e per non dimenticare.
L’istituzione della Giorno della Memoria
Ringraziando tutti coloro che hanno accolto il nostro invito salutiamo con un breve pensiero che riassume il significato profondo del Giorno della Memoria:
UN DOVERE DI TUTTI:
NON DIMENTICARE
Il 27 gennaio 1945, l’abbattimento dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz rivela al mondo l’orrore del genocidio nazista.
L’ONU ha scelto il 27 gennaio di ogni anno come “giorno della memoria”. In questo giorno la Repubblica italiana ricorda le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, e coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti allo sterminio e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetti i perseguitati.
La lezione di Auschwitz insegna che la memoria del passato non può avere come obiettivo una presa d’atto sterile di avvenimenti angoscianti, ma che su quei fatti si debba continuamente riflettere per rinnovare un giudizio morale da poter condividere o rifiutare, perché la memoria è un peso, ma contemporaneamente è anche un dovere.
Affinché anche oggi non si ripeta quella stessa generale indifferenza trasversale che non fermò l’Olocausto dobbiamo acquisire maggiore conoscenza e consapevolezza di tutta la storia, coltivare ed alimentare la memoria come un bene prezioso e, soprattutto, prenderci il compito di disinnescare l’odio o forse solo la paura verso chi è (o semplicemente appare) diverso da noi.
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