Faedo. Il 5 febbraio si ricorda Santa Agata, una Santa morta a Catania nel 251 dopo Cristo, venerata come protettrice contro le calamità naturali, gli incendi, i terremoti e le malattie femminili. Nel paese di Faedo c’è una chiesa a Lei dedicata, le cui prime notizie scritte risalgono al 1145, anno in cui è stato fondato il Monastero dei monaci Agostiniani di San Michele all’Adige, al quale la comunità religiosa era affidata.
Questa chiesa come la vediamo oggi è il risultato di vari ampliamenti e restauri.
Probabilmente verso l’anno Mille era un piccolo edificio sacro – sorto su un precedente luogo di culto pagano – che poi è stato ingrandito nel corso del Milletrecento, quando una pergamena conservata nell’archivio storico parrocchiale ci dà notizia della consacrazione dell’altare.
La sua figura è importante in quanto fu colui il quale ingrandì la chiesa, costruì il particolare campanile sorretto da una colonna interna in arenaria e trasformò la chiesa con elementi gotici: il portale di ingresso che viene detto ogivale, i costoloni del soffitto e le finestre dell’abside.
Questi lavori del Cinquecento, seguiti poi anche da quelli del Seicento che riguardarono soprattutto gli interni, sono stati molto importanti dal punto di vista economico e certamente ci furono molti nobili che contribuirono. Tali sostegni sono documentati anche dalla presenza degli scudi in pietra sistemati sul soffitto con gli stemmi dei Duchi d’Austria, dei Conti del Tirolo, del Vescovo di Trento e dei Thun, capitani del castello Königsberg.
Entrando nella chiesa, sulla parete di sinistra, sono raffigurate quattordici scene della Passione di Cristo, su due fascioni. Non sappiamo chi sia stato l’autore che probabilmente nel corso del Settecento realizzò quest’opera. Dei due registri, purtroppo, quello in basso è molto rovinato a causa dell’umidità e delle scialbature fatte nel corso degli anni.
A destra dell’altare maggiore c’è un affresco importante che porta la data del 1533. Rappresenta S. Anna Metterza, la madre di Maria, seduta su un trono, che tiene tra le sue braccia Maria Bambina e Gesù Bambino. Ai lati sono raffigurati Santa Caterina e San Giobbe, protettore delle malattie.
Ma l’elemento più regale di questa chiesa è il grande altare maggiore seicentesco in legno dorato dalle linee barocche. Dentro l’altare sono inserite tre statue in legno che appartenevano al precedente altare del Cinquecento ed erano state realizzate dallo scultore Gasparo Bonn di Vignola. Le tre statue raffigurano la Madonna con Gesù Bambino seduta su un trono, alla sua destra Santa Agata con in mano la palma e un seno, simbolo del suo martirio, e a sinistra Santa Caterina con in mano una spada e la ruota.
Nel corso del Seicento queste statue vennero tolte dal vecchio altare e messe in quello che vediamo oggi, fatto dai Grober, una famiglia di artisti provenienti da Sover, in valle di Cembra.
Questa bellissima e antica chiesetta a inizio Novecento era diventata troppo piccola per contenere tutti gli abitanti di Faedo; nel frattempo, nel 1901, venne portata a termine la costruzione di quella nuova, dedicata al SS. Redentore. La chiesa di Sant’Agata venne quindi abbandonata.
Il culto di Santa Agata non è molto diffuso in Trentino e sono poche le chiese a lei dedicate. Non sappiamo perchè il culto di questa Santa arrivò proprio a Faedo, ma di certo quello che rimane oggi è un piccolo grande tesoro che ha ancora tante cose da raccontarci e da farci scoprire.
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