Mezzolombardo. Venerdì 11 marzo 2022 prenderà il via il nuovo ciclo di conferenze “Ricerche e studi recenti di storia e arte trentina”, organizzato dall’Associazione Castelli del Trentino. Questo primo appuntamento si terrà in presenza a Mezzolombardo in Sala civica, al pianterreno del Municipio, Corso del Popolo 17, alle ore 20.30.
Il protagonista del primo incontro, dal titolo «Una fattoria romana a Mezzolombardo», sarà Andrea Sommavilla che parlerà del sito archeologico della Calcara e dei numerosi reperti emersi dallo scavo. La serata sarà arricchita da un intervento critico del presidente dell’Associazione Bruno Kaisermann; ad illustrare il Progetto di valorizzazione del sito archeologico interverranno poi, per il Comune di Mezzolombardo, l’Assessore alla Cultura Nicola Merlo e il Consigliere delegato Rosa Roncador.
L’accesso è libero e gratuito senza necessità di prenotazione, ma ovviamente verranno applicate le norme sanitarie in vigore.
Volendo, per la sua tesi di laurea, portare alla luce qualcosa di nuovo e poco conosciuto, il dr. Andrea Sommavilla ha scelto di lavorare sul sito della Calcara di Mezzolombardo. Era stato indagato con uno scavo di emergenza nel 1997 durante i lavori di costruzione del centro della protezione civile, in seguito però non vi erano sono state condotte ricerche se non alcuni studi preliminari. Fondamentale è stata la disponibilità, i materiali e le foto dell’Ufficio Beni Archeologici della Soprintendenza di Trento.
Il sito archeologo si trova a Mezzolombardo proprio sotto il colle di San Pietro. Si tratta di un sito di età romana (I-IV sec. d.C.) di carattere abitativo e produttivo. Le testimonianze archeologiche suggeriscono la presenza di una fattoria, nei possedimenti della quale si potevano contare varie coltivazioni e lavorazioni di prodotti. Lo studio dei reperti ha messo in luce le attività che si svolgevano all’interno di questa antica proprietà.
È un sito interessante sia per la dislocazione delle strutture e l’originalità di alcune di esse, sia per la diversificazione dei materiali rinvenuti, provenienti da provincie dell’impero anche molto lontane. Ne emerge che anche un centro piccolo e periferico come questa fattoria di Mezzolombardo fosse in realtà inserito benissimo nel più ampio contesto del Mediterraneo e dell’Impero. Si è stati in grado di comprendere la natura del sito e le sue fasi di costruzione, ristrutturazione e abbandono ipotizzandone una cronologia.
Ovviamente la ricerca è partita con una attenta indagine bibliografica sulle notizie delle scoperte archeologiche avvenute a Mezzolombardo. Sommavilla ha poi consultato tutte le informazioni redatte durante lo scavo del sito: diario di scavo, planimetrie, sezioni, disegni, schede di unità stratigrafica. Ne è emerso cosa è più antico e cosa è di fasi successive. Per riuscire a datare queste fasi di vita della fattoria si è proceduto infine allo studio di una parte dei materiali rinvenuti nel sito, di varia tipologia: ceramica, anfore, lucerne, laterizi, vetro, metalli, materiali in osso e monete, ma anche stili per la scrittura e un dado da gioco. Inerenti al mondo lavorativo, sono stati indagati i reperti metallici come pure attrezzi da lavoro, in particolare un falcetto, o macine per il grano. Senza tralasciare le monete che occupano tutto l’arco cronologico di frequentazione del sito.
La parte più antica del complesso, costituita dall’edificio principale, venne edificata nella seconda metà del I sec. d.C., anche se sicuramente esistevano delle strutture nelle vicinanze preesistenti, forse di fine I sec. a.C. -inizio I sec. d.C. A partire dalla metà del II sec. d.C. l’edificio visse un’intensa fase di ristrutturazione degli ambienti interni con l’aggiunta all’esterno di un sistema di raccolta delle acque piovane che terminava a terra con una canaletta in coppi e una cisterna.
Si può immaginare un grande edificio di quasi 500 mq a più piani, di uso abitativo al piano superiore e utilizzato per altre attività al piano terra, un unico e ben definito complesso nel quale coesistevano l’attività manifatturiera, la coltivazione di granaglie e della vigna, l’allevamento e con molta probabilità vi era anche una produzione casearia e vinicola. Sul lato sud dell’edificio vi era un porticato che si affacciava su un cortile al cui centro era presente un pozzo. Sul lato opposto del cortile si trovava un altro edificio, di dimensioni più ridotte, utilizzato forse come magazzino, anch’esso con un porticato sul lato del cortile. Sono presenti anche altre murature nelle aree esterne al cortile che probabilmente costituivano altre strutture oppure delle delimitazioni di proprietà.
C’è da augurarsi che questo sito possa essere valorizzato e in qualche modo restituito alla comunità. Comunicare ciò che il territorio offre e ciò che il passato ci ha tramandato è un primo e doveroso passo verso qualcosa di più concreto che potrebbe consistere in un progetto di musealizzazione, anche temporaneo, dei materiali provenienti da questo sito. Le strade possono essere molteplici e qualunque sia quella scelta credo sia importante tenere presenti le opportunità che la ricerca archeologica e la cultura offrono. L’offerta culturale è infatti indissolubilmente legata allo status sociale ed economico di un territorio, tutti fattori che concorrono al benessere della comunità.
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