Medyka.Il nostro viaggio umanitario è partito alle ore 19.00 di venerdì 20 maggio con destinazione Medyka, ultimo paesino di confine tra la Polonia e l’Ucraina. 1.500 chilometri di stelle, lampi, bagliori, pioggia, nuvole e un piacevole sole primaverile.
Ma quanto sei grande Europa? Ma quanto sei bella? Ma quanto sei infelice e preoccupata in questo momento?
Durante il tragitto abbiamo incrociato e familiarizzato con giovani alla guida di altri furgoni di associazioni varie, addobbati con il giallo e con il blu, che trasportavano il loro carico di aiuti umanitari. Viva i giovani e viva il volontariato…
Siamo arrivati a mezzogiorno di sabato 21 maggio con il nostro sostegno di solidarietà e di vicinanza, sperando che tanta generosità degli amici italiani aiuti gli amici ucraini a non sentirsi soli. Alla frontiera verso l’Ucraina, una fila lunghissima di automezzi con uomini al volante che hanno portato in sicurezza le loro famiglie e ora ritornano a difendere la loro Patria.
Ora siamo qui di fronte a quel centro commerciale che tante volte abbiamo visto alla televisione, riferimento per tante persone che vogliono fuggire dall’orrore della guerra. Gli ex negozi sono ora cameroni a uso di tante famiglie; all’esterno una tendopoli; poi un asilo improvvisato con cose riciclate, un gelataio tipo il nostro 3Valli che dispensa e regala freschi gelati, stand di volontari che preparano cibi caldi per tutti, bambini che giocano e mamme che si sforzano di sorridere, anziani spaesati ma fieri del loro Paese.
Mi sono emozionato e ho pianto nel vedere tanta infelicità ma tanta dignità… Aspettiamo che i volontari polacchi che si sono messi a disposizione trovino qualche persona che voglia approfittare del furgone del Paganella per venire in Italia. Lontani da questa maledetta guerra ma con la speranza di poter rientrare presto nell’amato Paese. Ci sono anziani, bambini e donne che pazientemente e con rassegnazione stanno “soggiornando” in questo centro.
Che tristezza e che rabbia. Io e Massimo nell’attesa ne approfittiamo per riposare qualche attimo. Ore 16.00: ci vengono presentati cinque passeggeri: nonna, mamma e tre figli (due bambini ed una ragazzina) che ci scrutano con legittima titubanza perché non ci conoscono e giustamente sono preoccupate.
Con un sorriso e un “batti il cinque” rompiamo il ghiaccio. Carichiamo sul nostro furgone alcune valige con poche cose ma con tante speranze di poter trovare una sistemazione meno precaria.
Ore 17.00: si parte per la nostra ospitale Italia. Ciao Ucraina, ritornerai più bella che mai. Il viaggio di ritorno è più lento. La fatica si fa sentire e si devono rispettare le necessità dei nostri ospiti a bordo. Dopo un’altra lunga notte di viaggio, questa volta con la protezione delle stelle, siamo ritornati nelle nostre case. Stanchi ma convinti che di queste opere umanitarie si potrebbe fare a meno se chi ci amministra avesse la responsabilità e la saggezza di governare per il bene del proprio popolo e non per secondi e personali fini.
Fotografie ne abbiamo fatto poche perché non c’è nulla da ricordare e per rispetto della dignità di queste persone che sono nella sofferenza. Un grande grazie 💛 💙 a chi ha condiviso e contribuito alla riuscita di questo viaggio.
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