Partiamo con il primo contributo arrivato per ricordare la figura fi Italo Varner nell’anno del centenario della sua nascita. Ecco il ricordo di Giovanni Rossi
Lavis. Ci sarebbe tanto da dire e scrivere sulla figura indimenticabile di Italo, grande uomo di cultura. Lo ricordo oratoriano doc sin dagli anni 40 e con la Filo la “Vetta” da lui fondata e sostenuta insieme ai fratelli Toller. Agli albori della sua già impegnatissima attività era stato anche coinvolto nella redazione del famoso “Gran di Pepe“, il giornalino scritto a mano e poi a macchina dall’intera compagnia degli “Scarponi“, quella che poi fondò il Coro Scarpon e volle Italo come maestro-direttore.
Italaz
Italo Varner, negli anni 40, era soprannominato ” ITALAZ “, specialmente dal Gruppo degli Scarponi e dagli Oratoriani di quelli anni impegnati e coinvolgenti per tutti. I suoi primi scritti e le sue prime poesie, apparse appunto sul giornalino degli Scarponi ” Il gran di Pepe”, recavano il suo pseudonimo come firma dei vari articoli e delle sue prime collaborazioni giornalistiche locali e decanali.
La sua molteplice attività culturale lo spinse ad andare avanti, sempre con nuovi impegni e altre attività, sia oratoriane, teatrali e anche scolastiche, dal palco dell’Oratorio passò ad altri teatri e anche ad altre recite, dopo il successo della sua prima alla fine del 1945 di “Toni set o no set trentin ?” , scritta e realizzata proprio per la fine della guerra in omaggio ai reduci e ai militari tornati a casa.
Uomo di cultura a 360°
Gli anni passavano intanto e Italo era sempre preso, oltre che dal teatro e dalle poesie, anche con i testi delle canzoni poi musicate dal suo grande amico e concittadino Camillo Moser. Indimenticabile anche l’operetta da lui scritta e realizzata, anche al Sociale di Trento, ” Abicineide ” un successo strepitoso con sul palco oltre 50 interpreti e cantanti. Successivamente verrà messa in scena anche a Lavis al Grundig Sport Palace.
Entrò anche in politica, suo malgrado, divenendo per un breve periodo pure sindaco di Lavis, questo grazie ad un “giochetto” nel quale era stato invischiato dai suoi amici del PSI e della DC. Lavorò nella scuola elementare e media locale, dedicandosi poi dopo il pensionamento, interamente alla cultura locale e al teatro amatoriale per il quale scrisse diversi apprezzati lavori. Indimenticabile “Una storia per Rosalba” che ebbe tantissimo successo di pubblico e venne premiato anche in un festival nazionale.
La sua attrice preferita, la sua primadonna nei suoi lavori, era la Maria Grazia Ferretti, bravissima ed apprezzata da tutto il pubblico e non solamente da Italo ! Di lui rimangono i versi nostalgici de “la Madonina“, quella sul Pristòl, e la sua frase che girava ad ogni inizio commedia tra le quinte e i tendaggi dei palcoscenici: “no ghe bale che tegna, doven scominziar, sipario … ” .
CIAO ITALO !!!
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